Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Caracciolo De' Principi di Fiorino, Enrichetta

222830
Misteri del chiostro napoletano 1 occorrenze
  • 1864
  • G. Barbèra
  • Firenze
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
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Ciò che rubaste, come re Ferdinando I, ciò che cumulaste di goccie del nostro sangue e ne faceste oro, abbiatevelo pure, e che Dio non vi chieda conto del boccone di pane del povero.... Ma consegnare le nostre vite e le nostre navi all'Austria, ma provocare novelle lotte fratricide dietro le piazze forti di Capua e di Gaeta. questo è troppo. - Però, badateci! La sorte fa dei tristi giochi, e si esaurisce la pazienza dei popoli. Luigi XVI si sarebbe mai creduto dover essere arrestato a mezza strada, e ripartirsene per la via della ghigliottina? Giacomo II, Carlo X, Luigi Filippo si sarebbero mai aspettati doversi lentamente consumare nell'esilio? Gaeta non è imprendibile. E se vi prenderemo?.... » Sire, saper cadere è la più malagevole di tutte le grandezze. Voi non potrete finire come Giuliano, come Manfredi, come Kosciuszko; sarebbe ingenuità pretendere da voi la fine di Silla, quella di Carlo V, quella di Cristina di Svezia o l'atto di Fontainebleau; educato da cappuccino, non potete congedarvi da uomo. Fate adunque come Cesare moribondo: copritevi il capo.... ed uscite d'Italia. Siete giovane ancora. Riabilitarvi alla dignità reale, è impossibile. Potrete però farvi stimare come uomo ed Italiano, se, quando saremo per combattere sotto Verona la suprema battaglia, imiterete il vostro giovane parente, il duca di Chartres, prendendo il fucile di volontario, e mischiandovi nelle file degl'Italiani. Un simile atto di abnegazione farebbe di voi il più grande della vostra stirpe, dal re del pollo in pentola fino a vostro padre d'infausta memoria. Attorniato da vili cortigiani, che mendicano ancora il vostro sorriso e l'ultimo vostro favore, oggi non potrete valutare questo consiglio d'un nemico; quando avrete dormiti gl'insereni sonni dell'esilio, e vi sarete sul libero suolo dell'Inghilterra purificato dai miasmi della reggia, allora forse lo giudicherete meno strano, e ve ne sovverrete. » Sire, partite senza collera e senza rancori, perchè nè rancori nè collera lasciate in noi. Vi perdoniamo! I popoli non hanno memoria, che raramente, e per ciò sanno mostrarsi magnanimi. La vostra giovinezza, quantunque da atti truci offuscata, ci commuove ancora, come l'aurora dei mari del sud, che un subito nugolio vela e nasconde. Questo popolo ha cuor di poeta, e non ancora mente politica. Bravare le maledizioni e le rappresaglie per ottenere un successo, come il padre vostro operò, può ancora giustificarsi: lasciarsi andare, come voi fate, a manovre spettacolose da opera comica, non è nè dignità di principe, nè azione di cristiano, nè impresa di cittadino. Non avrete dovunque battaglioni, che muoiano per voi alla vostra porta! » Addio, Sire; rassegnatevi alla giustizia degli uomini, se volete che Dio vi sia giusto; portate con grandezza d'animo la pena dei delitti dei vostri maggiori; procurate di potervi dire a tutta ora di vostra vita: - Feci spargere tanto sangue, e non più ch'era mestieri, onde salvar l'onore; - fate in modo di restar cavaliere, cessando di essere re; siate dei nostri tempi, all'altezza del secolo, al livello della civiltà e della scienza; chinate riverente il capo davanti al diritto nuovo, che fu sempre il diritto eterno, quello del popolo e della nazione; rinunziate ad infruttuose e criminose riscosse; circondatevi di uomini di voi migliori, non di lacchè, che nell'animo vi stillino il fiele dell'odio, e il fumo delle stolte ambizioni! » Addio, Sire: voglia il Cielo che questo commiato senza amarezza, che a nome di tutto il regno prendiamo da voi, non ci sia ricambiato con l'addio di Medea!» _______

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