Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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  • Pagina 1 di 2

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

391794
Toniolo, Giuseppe 6 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Per l'economia sociale, scienza per molta parte di osservazione eminentemente complessa, fu ed è inutile parlare di storia dei suoi metodi: — finché i grandi avvenimenti sociali economici non abbiano educato nelle popolazioni e negli studiosi lo spirito di osservazione; — finche non sieno pervenute a maturità le discipline positive (storiche, statistiche, naturali) a cui essa si appoggia e che richiedono mezzi e processi di osservazione estesi, continuati, coordinati fra gli studiosi di ogni paese; — e finché nella formulazione di propri criteri- di metodo, l'economia non si trovi preceduta da altri rami di scienza di più semplice processo osservativo, — ed informato infine da analoghi indirizzi della filosofia e quindi della logica.

Pagina 1.118

Di qui la convinzione che i popoli possessori di maggior copia di ricchezza non si trovino perciò solo alla testa dell'incivilimento, ma abbiano tuttavia maggiore agevolezza di pervenirvi.

Pagina 1.32

Si abbiano p. e. cinque unità di pane,e veggasi come si potrebbe formulare, in modo molto elementare ma evidente, questa legge.

Pagina 1.361

Nella dottrina dei metodi,non si discute più dagli scienziati degni veramente di questo nome, della preferenza da darsi ai processi deduttivi o induttivi, considerati ormai come due funzioni logiche integranti e necessarie nella ricerca e dimostrazione del vero; e ciò deve campeggiare pertanto in ogni parte della stessa economia, fin dalla sua introduzione,ove occorre abbiano loro posto così i principi speculativi di ragione,come le premesse positive di osservazione.

Pagina 1.4

In tale quesito riceve una solenne smentita il materialismo storico,quando pretende che sempre ed esclusivamente le differenze di classe abbiano origine dalla ricchezza ossia da cause economico-materiali (C. Marx, Loria, Sombart).

Pagina 2.112

Non è ora il caso di dire quali vicende abbiano trapassato queste idee, incluse nel concetto complesso di proprietà. Bensì va nettamente confermata, contro persistenti equivoci, la nozione che la proprietà particolare include tre specie di essa: — la proprietà privata-individuale appartenente ad una persona fisica (un uomo), ad una famiglia (complemento di essa), ad una società volontaria di individui, p. e. una società commerciale, sempre per fini privati; — la proprietà collettiva-sociale,spettante a persone etico-giuridiche del consorzio civile, distinte dagli individui e per fini generali e duraturi di esso, p. e. le università rurali (delle famiglie di un villaggio per l'uso dei pascoli), le corporazioni di classe (per il loro miglioramento professionale), le fondazioni di beneficenza o pie, di utilità pubblica; — la proprietà collettiva-pubblica,attribuita ai fini della persona giuridico-politica dello Stato, beni demaniali e patrimoniali, o alla personalità della Chiesa, beni ecclesiastici. — In tutti questi casi la proprietà è inerente a singoli enti con fini distinti da quelli altrui; vera proprietà particolare,che esclude dalla partecipazione ad essa altri enti singoli e la università degli uomini. All'uopo valga qui il richiamo ad una legge storica dominante.

Pagina 2.206

Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

395794
Toniolo, Giuseppe 3 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Dicemmo già (nella «Introduzione») come i mezzi e procedimenti tecnici, fin da quando l'uomo si munì di un'ascia, che era ad un tempo arma di offesa e strumento di lavoro, e sempre poi nella loro evoluzione storica, abbiano esercitato una influenza notevole sull'atteggiamento della società nell'incivilimento e a più ragione dei rapporti economici. Ed illustrammo testé come per questi ultimi fu momento decisivo quello del trapasso dalla tecnica empirica imperante da millenni, alla tecnica scientifica, signoreggiante l'industria soltanto dalla fine del sec. XVIII. Ora qui basta soggiungere che è dai progressi tecnici, per sé stessi e per la loro ripercussione sui rapporti personali e sociali giuridici delle imprese, che massimamente si misura il progresso della produzione,in quanto danno al successivo assetto di questa un'altra virtù di plasticità,cioè di adattamenti sempre nuovi, ed alle sue leggi un'impronta sempre più rigorosamente scientifica.

Pagina 173

Questi correttivi e freni alleveranno gli inconvenienti del progresso meccanico, senza illudersi Però che abbiano a scomparire appieno giammai. Rimarrà di essi sempre un minimo irriducibile,a rammentare all'umanità laboriosa la condanna divina «di procurarsi il pane col sudore della fronte» (C. Périn).

Pagina 196

XIX, abbiano avuto seguaci e perfezionatori (Bunsen, Bessemer, Siemens, ecc.) delle loro invenzioni in tutti gli esercizi manifatturieri, quasi senza discontinuità fino ai giorni nostri, spesso con inattese e meravigliose risultanze, come quelle della elettrotecnica a servigio della industria. Ciò bensì non senza differenti gradi di difficoltà nelle applicazioni a singole industrie od operazioni, cosicché p. e. la filatura automatica a vapore, che per il cotone si compiè (dal primo telaio a navetta volante di J. Kay nel 1730) in Inghilterra nel 1825, per la lana invece ritardò e non trionfò nell'Europa che dal 1870 in poi, e di

Pagina 440

Giornalismo ed educazione nei seminari

398436
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1902
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 217-233.
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Prescindendo dalle disposizioni che i superiori dei singoli seminari d'Italia abbiano potuto dare in proposito, (il che non entra nella discussione) proverò di esaminare il problema nei suoi rapporti con la educazione dei chierici obiettivamente e, spero, con quel delicato discernimento che occorre a trattare argomenti, la cui soluzione pratica non dipende da noi.

Pagina 217

O forse si crede che lo studio sia solamente lo sgobbare sui libri, senza. che le altre facoltà abbiano il loro regolare sviluppo; nella contemperanza delle quali si forma l'equilibrio mentale e volitivo dell'uomo?

Pagina 230

Comizio elettorale

398588
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1908
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 322-328.
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In Italia oramai esistono poche gradazioni di partito che abbiano una rispondenza nella vita della nazione: i liberali hanno due gradazioni: i moderati, uniti con i cattolici a Roma, a Milano, a Bologna, a Venezia, a Torino, a Firenze ecc.; gli anticlericali che amoreggiano con i radicali e questi con i socialisti di qualsiasi tinta. Il resto sono coalizioni personali, che oggi si uniscono e domani si sfasciano.

Pagina 324

Rivoluzione e ricostruzione

398823
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 264-308.
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E mentre il socialismo, sia pure sgominato e ridotto, mantiene il suo posto di opposizione anticostituzionale (per usare oggi una parola meno esatta di ieri), la democrazia che ha perduto il potere dovrebbe logicamente formare l'opposizione costituzionale; e invece proprio la democrazia non manifesta alcun elemento vitale di resistenza, sia pure nel campo delle idee e delle posizioni politiche, sì da far credere che ormai sia una fase superata nella vita italiana, e che i fascisti abbiano fatto cadere solo un'impalcatura, dietro la quale c'era il vuoto.

Pagina 269

Tracciate così le linee della ricostruzione amministrativa, finanziaria, economica e politica dell'Italia, è superfluo riaffermare quel che abbiamo discusso, cioè che occorrono un governo e un istituto parlamentare che abbiano la fiducia del paese; però questa larga fiducia non può essere effettiva, né la ricostruzione basata su fondamento saldo e reale, senza la unificazione e la vivificazione della coscienza nazionale nei suoi valori morali e nella efficienza delle forze spirituali.

Pagina 297

La regione

399775
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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In questo stato di formazione e di sviluppo, la tendenza più sana è quella di non fissare le forze economiche vaganti contraddicentisi, in lotta di concorrenza (anche sotto l'aspetto politico) nei propri organismi autonomi e tecnici e nella loro caratteristica specializzata; ma dare a tali forze, attraverso rappresentanze locali, provinciali, regionali e nazionali, armonizzate con gli organi sintetici di politica locale o nazionale (comune, provincia, regione, stato), la voce necessaria affinché classi e interessi possano farsi valere, senza prevalere, ed abbiano veste propria libera e diretta, senza ricorrere a menzogne di rappresentanze burocratiche o a intrighi politici di corridoi e di gabinetti.

Pagina 227

È chiaro che l'audacia del progetto sta proprio in questo: far passare i contatti dei grandi sindacati, dei grandi trusts,dei grandi consorzi, attraverso rappresentanze pubbliche e organi diretti degli interessi locali, perché venga corretta la tendenza dell'annidamento di una serie di grandi e piccole speculazioni nello stato, e venga superata la tendenza di fare dello stato un ente economico; si guidi perciò e si controlli l'azione di queste grandi forze economiche e sindacali in un equilibrio di organismi e di interessi, che abbiano la diretta responsabilità morale e politica verso le masse elettorali rappresentate. Questa funzione di equilibrio, di organicità, di controllo oggi manca e deve crearsi. Né è a temere che queste grandi forze trovino ostacolo nel loro naturale sviluppo; al contrario, si avrà maggiore sviluppo quando da un lato lo stato rinunzia a fare il commerciante, l'industriale, l'agricoltore e a impacciare con l'intrusione burocratica la libera economia, quando gli organi decentrati sono mantenuti nei limiti di rappresentanza e amministrazione degli interessi pubblici locali, e i corpi tecnici ed economici mantengono la loro caratteristica di rappresentanze di interessi e di classi coordinate insieme. Pertanto è cómpito e dovere del partito popolare italiano affrontare questa nuova battaglia nell'interesse reale della vita organica e dello sviluppo economico e morale della nostra nazione.

Pagina 227

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400727
Murri, Romolo 10 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Vi sono delle anime, che si direbbero nate pagane, che il senso delle cose materiali e presenti empie ed occupa tutte: l'intuizione dell'universo nel suo insieme, la riflessione interiore giacciono come attitudini sopite nel profondo inconscio della psiche, senza che le voci comuni della vita abbiano forza di destarle. Anime religiose, invece, sono quelle che la finitezza delle cose visibili non empie di sé e che, riflettendo sull'universo e sul flusso della loro vita, si pongono gli oscuri problemi della ragione, dell'origine, del fine ultimo delle cose: quelle che bene giudicando delle miserie e degli errori di questa povera vita terrena, sentono il valore della coscienza che trascende il male e lo nega, portando di là dal mondo sensibile il pernio sia del governo delle cose umane sia delle proprie aspirazioni interiori.

Pagina 10

Il nostro punto di partenza è il senso di mistero e di divino che accompagna i processi della vita interiore e spirituale, appena essi abbiano raggiunto un certo grado di autonomia e di intensità. Questo primo istinto religioso è quasi un iniziale commercio fra noi e il divino, ed esso fa che una coscienza umana, quali che siano d'altra parte la sua fede e il suo rito, sia una coscienza religiosa: a chi non l'ha, inutilmente tenteremmo di ispirarlo. Anche la voce di Gesù e di Paolo non giungeva già all'animo di tutti, ma solo di quelli che il Padre chiamava; di quelli, cioè, la cui coscienza era già vigile ad una prima, remota, confusa voce di Dio, saliente a tratti dal profondo della coscienza.

Pagina 11

Un'altra conclusione noi possiamo anche trarre dal detto sin qui, ed è questa: che come per lo studioso lo studio delle religioni inferiori, sia che esse abbiano preceduto il cristianesimo, sia che coesistano a questo, così per ogni cristiano l'esame dei difetti che egli può notare nella vita religiosa intorno a lui può e deve aiutarlo a vedere quel che c'è di inferiore nella sua stessa religione. È noto come la vita di ciascun individuo ripete e riassume in qualche modo la vita della specie: così la nostra coscienza religiosa individuale riassume e ripete, in qualche modo, l'esperienza religiosa dell'umanità. Di molte tendenze e illusioni che hanno viziato o deviato la vita religiosa di questa noi possiamo trovare il germe e lo spunto in noi stessi: e l'errore altrui dovrebbe servirci per correggere in tempo le nostre inclinazioni. Come la vita religiosa è progredita nell'umanità per opera dell'attesa prima e poi della rivelazione del Cristo, così facciamo che essa progredisca in ciascuno di noi, per virtù del Cristo medesimo: molto più che le anime nostre sono, non già, come quelle di molti nostri fratelli, nelle tenebre dell'attesa, ma nella luce del Verbo venuto in questo mondo.

Pagina 16

Altri, cristiani tepidi e freddi, perdono quasi di vista Gesù; egli finisce per non essere più il centro ed il pernio della loro vita religiosa e spirituale; in casa non ne hanno l'imagine, benché abbiano quella di S. Espedito e della Madonna di Pompei; in Chiesa non pensano di lui ma vanno difilato all'imagine di madonna o di santo che promette al loro vano desiderio maggiore appoggio di grazie temporali; il Pater che egli ci ha insegnato non lo dicono che in onore di questo o quel santo; e quando onorano Gesù con le labbra, il loro cuore è lontano da lui.

Pagina 172

Oh meglio, in Italia, un piccolo gruppo di apostoli i quali abbiano veramente ricevuto lo Spirito! e meglio, se esso non soffia ancora sulle anime, pensare che la fede, divisa dalle opere, precisa dalle profonde origini dei volere e della vita, si va estinguendo nei più, e raccogliersi nei cenacoli ad aspettare ed invocare una nuova discesa dello Spirito santo, che ci crei e ci confermi cavalieri della verità e del bene!

Pagina 200

Adempiute che abbiano queste condizioni, i commensali che mangiano di quel pane e bevono a quel calice sentono come impinguarsi e dilatarsi l'anima loro e si levano alacri e confidenti alle opere della vita, delle pure gioie ascose, della bontà.

Pagina 208

E troppo spesso si dimenticò che il reddito di quei beni appartiene di pieno diritto alle comunità dei fedeli e che i sacerdoti, anche quando ne abbiano l'amministrazione senza controllo, prelevato che abbiano il sufficiente per sé, debbono il resto ai poveri della comunità ed al culto. Nei primi secoli era in uso non accumulare le ricchezze, ma distribuirle immediatamente: non era ancora introdotta la manomorta, né gli alti dignitari della Chiesa credevano necessario, come i cardinali del rinascimento, avere intorno una corte di avidi sfacendati.

Pagina 268

E questo appunto ci dice il giudizio universale:il ritorno di Gesù Cristo a giudicare i vivi e i morti; la rivendicazione e la giustificazione finale del piano divino sulle debolezze e sulle colpe umane, la assunzione alla gioia ed alla vita pura di tutti coloro che, in qualsiasi momento del faticoso cammino, abbiano associato la loro all'opera divina, preparato ed aspettato nel dolore il trionfo del bene.

Pagina 286

Quale e quanta parte abbiano queste anime nella nostra vita subconsciente, come esercitino il loro volere di bene, come soffrano nell'aspettare noi non sappiamo. E vi sono poi quelli la cui posizione morale nell'eternità non risulta da un atto del loro volere personale, perché non ebbero modo né tempo di porlo, né dall'ingresso nella solidarietà delle anime viventi in Dio, perché non furono aggregate alla comunione di queste. Di quel che il loro spirito sia ed abbia, di questo limbo di anime rimaste fanciulle, noi sappiamo, per argomentazione, assai poco.

Pagina 294

Ed essi non sanno anche come questa più profonda anima viva di fede, e solo di fede; e come questa fede non noi ce la siamo data un giorno bella e fatta, ma altri la siano venuta plasmando a nostra insaputa, e vi abbiano messo le loro idee, le loro abitudini, le loro passioni, le quali oggi fanno parte del nostro essere spirituale ed influiscono su tutta la nostra azione. Essi, questi cristiani e queste cristiane, fanno facile getto di una fede che, almeno, ha per sé il consentimento di milioni di uomini e di tanti secoli, che è forse la fede di coloro che essi amano ed apprezzano di più nella vita; ma forse con ciò si liberano da ogni fede?

Pagina 99

Il Mezzogiorno e la politica italiana

401461
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
  • Politica
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Ebbene, questa politica sarà la nostra, insieme a quella mediterranea: politica puramente economica, di lavoro, di scambi, di cooperazione, di pace, di dignità verso l'estero (affrettiamoci a chiudere la vertenza di Rapallo e Santa Margherita con la Jugoslavia); in cui le due parti dell'Italia, nord e sud, abbiano due centri di sviluppo e di convergenza, come un insieme economico, che spunta più chiaro dalle rovine della guerra; la quale, insieme alla sicurezza dei nostri confini e al completamento della nostra unità, speriamo ci abbia dato la coscienza della nuova posizione politica. Non certo quella di essere l'ancella o il terzo incomodo dell'Intesa (che nulla seppe dare a noi del bottino di guerra, cosa che oggi ci giova nella valutazione morale degli altri popoli); non certo quella di puro equilibrio nel gioco delle grandi forze internazionali in contrasto, come avviene oggi nell'urto dell'Inghilterra con la Francia; ma quella posizione centrale, che possa farci fare una politica di pacifica espansione mediterranea e adriatica, che valga a valorizzare la nostra economia e gli sforzi produttivi delle nostre industrie e dell'agricoltura. Così il sud un'altra volta, dopo l'unità morale e politica conquistata nel 1860, si ricongiunge al nord nella unità economica, intravista, iniziata e voluta nel tormento del dopo guerra.

Pagina 348

Oggi basta: i partiti nazionali debbono far sentire che la cerchia della vita politica è estesa dall'un campo all'altro d'Italia, che la solidarietà, invocata da Giustino Fortunato, non è un semplice ed assurdo altruismo di due popolazioni che abbiano interessi, mentalità, costumi diversi, ma una convergenza di politica e di economia, in uno sforzo restauratore della nostra vita nazionale.

Pagina 350

Agli altri partiti non neghiamo il merito di avere agitato da tanti anni la questione meridionale, benché nello stesso tempo non abbiano contribuito a formare una salda coscienza collettiva, per l'intristimento doloroso delle coalizioni e delle clientele. Ma noi popolari, arrivati da pochi anni nella vita politica, abbiamo avuto il merito della nuova impostazione, che oggi, in questo giorno che ricorda la nostra costituzione di partito, riaffermiamo, quale corollario degli sforzi fatti — alla camera e fuori, al sud e al nord — per destare fra noi e presso gli altri una vera coscienza della questione meridionale, in quanto problema nazionale e unitario.

Pagina 351

Il legittimismo in Italia

401489
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
  • Politica
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A ogni modo a me non preme che abbiano equivocato o voluto equivocare; anzi mi giova molto; e quell'equivoco legittimista,che tanti offende, potrà chiarirsi, dando a ciascuno le proprie responsabilità.

Pagina 246

Crisi e rinnovamento dello Stato

401917
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
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Sono rimasti al parlamento i dibattiti di politica generale; a parte il giuoco dei voti politici, non si ricorda da parecchio tempo che simili dibattiti abbiano mutato o modificato il corso degli avvenimenti; ma, strano a rilevarsi, le stesse maggioranze sono state quelle che hanno cambiato ministeri e modificato atteggiamenti, come fenomeno del momento assai più che come prodotto di direttive sostanziali.

Pagina 239

Pagina 256

La questione meridionale

401986
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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L'influenza dei diversi popoli, ma principalmente della Grecia prima, degli arabi e dei normanni dopo, i popoli che può dirsi si siano resi naturali sul nostro suolo o che per lo meno abbiano determinato vivamente la potenzialità della razza, non hanno fatto diminuire, ma accrescere e raffinare quel fondo speciale della psicologia elementare dovuta alla comunicazione immediati con una natura che si effonde, e con i suoi mille angoli di rifrazione, la sua molteplicità di figura, crea la percezione analitica dell'ambiente vario e mutevole.

Pagina 238

La stampa quotidiana e la cultura generale

402163
Averri, Paolo 1 occorrenze
  • 1900
  • Averri, La stampa quotidiana e la cultura generale, Roma, Società Italiana Cattolica di Cultura, 1900, IV-70.
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Noi esamineremo più sotto, in una seconda parte del lavoro, come i giornali abbiano più vivo o più tenue questo colore politico e come l'indole loro ne rimanga profondamente modificata: qui ci basta l'aver accennato ai rapporti che legano i giornali alla vita politica.

Pagina 24

Il Parlamentarismo in Italia e la funzione del partito socialista

402496
Murri, Romolo 4 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 166-191.
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Nel caso nostro noi abbiamo questo fatto: 508 cittadini del regno, scelti periodicamente dai maschi di una certa età e che abbiano certi requisiti, divisi in associazioni o collegi politici, si adunano in certi periodi dell'anno, designano alla corona uno di loro che assume la responsabilità del governo, danno a quest'uomo i coadiutori dei quali ha bisogno, e poi compiono, condotti da questo governo che è carne della loro carne, la funzione legislativa, e seguono, nelle discussioni dei bilanci e per altre vie, e controllano tutte le varie attività dello Stato. La conoscenza puramente storica e anneddotica si limita a seguire le discussioni parlamentari, le crisi ministeriali, gli intrighi di corridoio, per quanto appariscono; la conoscenza scientifica dovrebbe da questa attività esteriore e superficiale risalire ai suoi precedenti ed alle cause profonde; ristabilire intiero il processo della nostra vita pubblica, e, in questo, il nesso che lega- gli eletti agli elettori e questi a tutto il restante paese, e spiegare, con questo esame di tutte le varie condizioni dalle quali emerge e di tutte le attività private e sociali che ne determinano il corso, l'andamento della vita pubblica del paese.

Pagina 178

Ma condizione indispensabile perché questo avvenga, la quale assai raramente si verifica, anche presso i popoli più maturi alla vita costituzionale, è che questi elettori abbiano una sufficiente educazione politica, e che essi, collegio per collegio, costituiscano veramente un corpo. Ora un corpo elettorale è, già qualche cosa di molto simile a un partito o ad un certo plesso di gruppi e partiti politici; poiché è ovvio che interessi collettivi, se e quando sono veramente sentiti ed oggetto di riflessione, diano luogo a raggruppamenti politici, sorgenti per sostenere e promuovere quella, delle varie soluzioni possibili, che sembra più atta e più rispondente a quegli interessi.

Pagina 181

Chi, nel breve corso di quel ministero, aveva occhi per vedere ed orecchi per sentire quali fossero gli uomini e i giornali più decisamente avversi al ministero, C'è, specialmente, a Roma, un certo numero di giornalisti e corrispondenti di giornali, clienti pitocchi e parassiti di tutti i ministri i quali....non pare abbiano alcuna velleità di abolire i fondi segreti, e questi furono ferocissimi contro l'on. Sonnino. quali le accuse mosse contro di questo, quale la maggior parte degli uomini che quel ministero componevano, quali, infine, le sole possibili spiegazioni dell'ostilità parlamentare e del modo col quale il ministero fu rovesciato, modo che deve avere offeso l'on. Sonnino assai più del fatto stesso della caduta, deve riconoscere la giustezza di quello che noi, diciamo, non soli né primi.

Pagina 183

Se lo scopo di un tale partito di classe debba essere quello di trarsi nettamente fuori dalle competizioni, dai contrasti, dai tentativi varii verso il meglio cha dilaniano ed affaticano le classi borghesi, o se invece possano, nel seno di queste, venir designate delle tendenze e delle correnti che al partito socialista convenga promuovere, aiutare a venire alla superficie, ad organizzarsi ed a salire al potere, in opposizione a certe altre tendenze; se, in altre parole, il partito socialista debba accamparsi nella società presente borghese come un nemico che considera ogni danno di essa come un suo vantaggio e quindi ne fa solo il danno, per quante può senza tagliare i nervi a sé stesso e privarsi delle condizioni di agire; o se invece vi siano degli interessi e delle evoluzioni nelle quali la classe proletaria è solidale con le altre, e si imponga quindi un alleanza, anche parlamentare, di essa con quelle frazioni della borghesia le quali di questi interessi abbiano una visione precisa, e lottino onestamente per il trionfo di essi.

Pagina 186

Gesù contemporaneo

402614
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 179-211.
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Il Gesù in cui noi crediamo è venuto perché le anime nostre abbiano la vita — non delle formule, dei precetti, dei riti da accettare e applicare passivamente e quasi meccanicamente — ma la vita, e l'abbiano con più abbondanza. Tocca alle Chiese aggiustarsi con Lui.

Pagina 195

Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

402878
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
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È ovvio, quindi, che dal critico anno 1898 ad oggi i giovani si siano risolutamente levati, in nome della coscienza religiosa e della coscienza sociale, contro questa politica clericale e l'abbiano criticata e combattuta e messa a nudo, fra molto stridore di avversarii, e ne abbiano smantellato alcune fortezze e sventato alcuni giuochi. Anche oggi, quindi, essi sono contro questa politica, non in quanto pensino di poter impedire che gli uomini e i gruppi clericali vadano verso dove li chiamano i loro vincoli d'interessi e di abitudini politiche, ma in quanto cercano di svincolare il cattolicismo da una antica e vergognosa e dannosissima servitù politica. In Italia, fu già notato — assai diversamente che in Francia, dove il clericalismo è contro la repubblica — questo è invece monarchico e la monarchia, o meglio, i governi della monarchia, che hanno assai bene inteso questo si sono rigorosamente astenuti da qualsiasi passo atto a riaccendere la lotta religiosa, e se ne asterranno ancora, sino a che una crisi, che non par vicina. verrà a maturazione nella coscienza stessa del paese. E poiché la crisi della coscienza religiosa è — in qualunque modo essa ai manifesti o nel seno dei cattolici (come crisi della teologia, della casuistica, dell'esegesi biblica, della religione esteriore, dell'autorità, e via dicendo), o nella borghesia laica e nelle classi inferiori, — per necessità, rinnovatrice e quindi modificatrice di istituti e di rapporti, così l'intento concorde dell'alleanza clerico-moderata di soffocare per quanto è possibile quella crisi di svellerne le tenere manifestazioni, di comprimerne gli indizi: con che però acuiscono la crisi interiore e preparano più gravi e violente dilacerazioni; ma vivono, intanto. giorno per giorno Coloro che hanno una qualche conoscenza dei salotti dell'aristocrazia e dell'alta borghesia di Roma hanno potuto notare in questi ultimi anni che essa segue assai poco, e con preoccupazioni conservatrici, il movimento religioso contemporaneo..

Pagina 66

Appendice

403001
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 246-263.
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. - Quando in un luogo i soci abbiano raggiunto il numero di almeno cinque si costituiranno in sezione.

Pagina 252

È interesse delle due società che queste associazioni abbiano in certi casi carattere temporaneo, purché la devoluzione dei beni sia poi fatta secondo lo spirito dei fondatori e degli istituti.

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I cattolici e la questione politica in Italia

403127
Averri, Paolo 2 occorrenze
  • 1897
  • Averri, I cattolici e la questione politica in Italia, Torino-Roma, Giacinto Marietti, 1897, 4-31.
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Per quel che riguarda i criteri particolari di tattica: mantenendo il criterio d'una salda unità nel campo della organizzazione politico-religiosa alla quale provvede così felicemente l'Opera de' Congressi, e di una certa unicità nella direzione generale di tutto il movimento, da ottenersi, di fronte ad alcuni particolari istituti, per via di accordo più che per subordinazioni gerarchiche e burocratiche, non ingombrare o render difficile il campo alla multiforme attività locale, e favorire anche lo sviluppo di alcune grandi associazioni nazionali, che abbiano scopi ben distinti ed eccezionalmente gravi, come ad esempio lo sviluppo del credito popolare e rurale, l'organizzazione operaia, nella quale, accanto agli intenti politici e in maniera quasi di nasconderli, debbono essere costantemente promossi intenti economici-sociali, con esatti criteri dottrinali e libertà di movimento, ecc.; promuovere la fioritura di centri di pensiero e di azione cattolica nelle principali città italiane, e stabilire in esse un controllo superiore di pochi, una specie di probivirato autorevole; per la vigilanza sulle associazioni fondate e da fondare;

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Sono pochi che la questione politico-religiosa contemporanea l'abbiano considerata come argomento di studio storico e, per dire molto in una vaga parola, sociologico: sono più pochi ancora che abbiano considerato la questione non in qualche suo particolare momento od aspetto, come sarebbe, p. e. la non partecipazione alle elezioni politiche o questo o quel punto del programma politico, finanziario, sociale, ma che abbiano cercato di osservarne tutta insieme 1'estensione e il processo nella vita italiana, risalendo dalla superficie, talora ingannatrice, de' fatti, alle origini reali ed alla natura intima di essa questione.

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Il Partito Popolare Italiano

403400
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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La neutralità pontificia ebbe adunque motivi più profondi di quello che molti abbiano pensato; e non fu rotta neanche dai metodi di guerra tedeschi, dianzi ai quali, pure, il giudizio morale e religioso era molto più facile, e che provocarono solo ovvie riprovazioni generiche. Ma c'era un punto sul quale la condotta della S.S. doveva ritenersi predeterminata da una tradizione politica ininterrotta e tenace : quello che riguarda il giudizio della guerra nei rapporti con l'Italia. Qui gli interessi erano veramente antitetici. Quel che giovava all'Italia nuoceva al programma politico del Vaticano; e viceversa.

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I primi cattolici in Parlamento

403645
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Questo tacito consenso di ipocrisie è anche esso essenzialmente clericale; poiché noi non siamo qui dinanzi ad uomini che abbiano francamente operato la divisione del cattolicismo dalla politica, ma che, per opportunità di vario genere, nascondono parte del loro pensiero e del loro programma.

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Teogonie clericali

403906
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 108-137.
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Per volontà sua, in tutta la provincia di Ferrara non c'è una sezione della Lega,benché i giovani di questa abbiano avuto una parte decisiva nella nota elezione di Portomaggiore. Il Giornale d'Italia scriveva tempo fa che uomini del Centro e nazionalisti si agitano insieme perché Grosoli torni ora ad avere la parte che gli spetta nell'azione dei cattolici laici. La notizia è inesatta. I nazionalisti pensano che se ciò avvenisse, a parte altre questioni le quali non ci riguardano, il conte Grosoli non farebbe che sciuparsi. Sono di fronte due politiche inconciliabili, la clericale e la democratica, e conviene…decidersi fra le due.

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6° Infine, la Santa Sede ritiene che, essendo l'Italia un paese nella sua grande maggioranza ancora cattolico, ed inoltre essendo essa in particolar modo associata e quasi legata alla Chiesa cattolica ed a Roma papale, tutte queste sue esigenze e rivendicazioni abbiano massimamente luogo e ragione di affermarsi in Italia; cosicché i cattolici italiani hanno uno speciale dovere di combattere, anche politicamente, lo Stato laico edi volere che questo accetti e faccia suo il programma politico della Santa Sede.

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Da un Papa all'altro

404634
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1905
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 30-55.
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Un'altra forma di lotta potrebbe aver luogo per rivendicazioni d'ordine religioso, e in tal caso essa non potrebbe essere provocata che dallo Stato: a nessuno il quale conosca le condizioni interne presenti del cattolicismo e della Chiesa in Italia può venire in mente che i clericali abbiano ad assumere da un momento all'altro una politica di offesa e di riconquista, per riavere nel paese condizioni più favorevoli di libertà e di dominio. Essi potrebbero invece assai facilmente mobilizzare le loro forze quando il tentativo di leggi che paressero lesive dei diritti e delle libertà religiose venisse dallo Stato, come apparve nell'ultima campagna popolare contro il divorzio. Ma anche da parte dello Stato velleità d'offensiva sono ancora poco probabili; perciò esso verrebbe a trovarsi contro due troppo forti nemici, a destra e a sinistra, e sarebbe assai facilmente condotto dalle vicende della lotta a stringersi troppo all'uno o all'altro e rimetterci la sua libertà; cosa facile ad accadere in regime repubblicano, dove manca continuità di tradizione di governo, non facile in monarchia costituzionale.

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Clericalismo

404690
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Noi ne abbiano avute prove nella propaganda contro il divorzio, in quella per l'insegnamento religioso nelle scuole elementari, ed in genere in tutta l'organizzazione della attività pubblica dei cattolici, che apparisce clericale pel fatto dell'essere essa oggi ricongiunta al cattolicismo gerarchico immediatamente, per via di dipendenze burocratiche, e non già solo mediatamente, co¬me complesso di forme di attività distinte dalla religiosa e governate da loro principii tecnici, ma usate dai cattolici a rimuovere dei conflitti e delle tendenze positivamente anti-cristiane od a favorire l'applicazione pratica dei principii e dello spirito del cristianesimo.

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