Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 378 in 8 pagine

  • Pagina 1 di 8

Come devo comportarmi?

172628
Anna Vertua Gentile 4 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Cosi pure durante i viaggi, in ferrovia, devono, se appena possono, procurare ch'essi abbiano il posto d'angolo; e abbassare e rialzare per essi i vetri quando ne mostrano desiderio. Son piccoli atti di cortesia che non costano nulla o ben poco e spesso procurano la compiacenza di un sorriso o di un ringraziamento, che sono una lode e una benedizione insieme. Le signore giovani e le signorine poi, hanno l'obbligo di usare con le persone attempate, gli stessi riguardi che gli uomini educati usano ad esse medesime. «Uno dei piaceri della vecchiaia - mi diceva un gentiluomo al di là degli ottant'anni - è di vedersi fatti segni di attenzioni e circondati da premure gentili dalle persone di garbo. Quando poi una donna giovine e Bella usa delle cortesie è una vera orgogliosa tenerezza!»

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E questa razionale tolleranza, fa ch'egli si trovi bene dovunque con tutti, e che le persone a modo abbiano per lui la deferenza, che si meritano gli uomini dalla mente sgombra di pregiudizi, dal sentimento schietto e superiore.

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Le mamme poi non abbiano facilità a lasciar andare i loro figliuoli nelle case degli altri, fossero anche su lo stesso pianerottolo.

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Così non apre lettere dirette al marito, al padre, alla madre e anche ai figli ed alle figlie quando abbiano raggiunto l'eta maggiore o siano ammogliati o maritate. E non le legge nè pure se le trova su i mobili della casa, aperte e dimenticate. Quella di leggere e peggio di aprire le lettere di altri, è un'indelicatezza bassa, anzi, vile, che dice un'anima piccola, avida di curiosità, di pettegolezzi, di intrighi.

Pagina 304

Il successo nella vita. Galateo moderno.

174250
Brelich dall'Asta, Mario 15 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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Sebbene abbiano delle esigenze speciali in questioni di toeletta, sono sempre i più graditi.

Pagina 155

contratte in campagna vengono coltivate in seguito soltanto in caso che entrambe le parti ne abbiano espresso il desiderio.

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Per persone che abbiano una predisposizione ad ingrassare, il raccogliere nel proprio organismo del grasso non significa alcuna difficoltà; invece per persone tendenti alla magrezza, l'ingrassare è in ogni caso una questione molto più grave, che non il dimagrire per persone grasse. I metodi di cura che si devono seguire per ingrassare, si possono dedurre facilmente da quanto fu detto precedentemente. Essi consistono anzitutto in una modificazione della nutrizione, indirizzandola ad un consumo più abbondante di cibi, che in pari tempo siano anche più ricchi di calorie, dunque: molto grasso, molto latte, cioccolata, carne grassa, spessi ed abbondanti pasti. Si devono evitare le fatiche, sia fisiche che intellettuali, e si dedichi abbastanza tempo anche alla dormitina del dopopranzo; non starebbe bene però di tralasciare del tutto la ginnastica. Moderati esercizi del corpo sono utili e consigliabili dunque anche durante a cura d'ingrassamento, per conservare l'agilità, la salute e il buon umore.

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Se non vi è altra occasione che i partecipanti abbiano ad allontanarsi dalla sala, bisogna pregarli di farlo un momento, attendendo fuori della porta. Quando i partecipanti rientrano, ognuno si mette alla ricerca dell'oggetto enunciato e nascosto. Chi lo vede non deve prenderlo ma fare ancora un giro nella stanza come se lo cercasse ancora e poi andarsi a sedere: il suo compito è finito. Si darà la baia a gli ultimi che non hanno trovato l'oggetto, oppure si fisserà una penitenza per l'ultimo che non lo trova ancora. La ricerca può esser resa più interessante accompagnandola con la musica. Un piano si presta ottimamente e la persona che si mette a suonarlo darà maggior vigore alle note quando qualcuno si avvicina all'oggetto, affievolendo la musica quando tutti sono lontani. Avverrà così che, finchè non si chiarisce la situazione, ognuno in principio riterrà di essere vicino all'oggetto ricercato e quando crede di esser prossimo a trovarlo la musica si affievolisce o tace e deve allora cercare da un'altra parte.

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D'altra parte è indicato di fare questo gioco solo con persone non troppo in età e che possano stare allo scherzo, sia perchè non abbiano a farsi male, sia perchè non abbiano ad aversela a male. L'organizzatore terrà ai partecipanti il seguente discorsetto: « I signori e le signorine coraggiose che vogliano veder apparire il fantasma si mettano in una fila, spalla contra spalla, stretti l'uno vicin all'altro, per avere la forza di reggersi quando il fantasma apparirà! « L'unione fa la forza!» - « Viribus Unitis » e così via. Io mi metterò poi a capo della fila e comincerò il gioco. Io comincio con l'affermazione: « Io vedo un fantasma! » Poichè nello spiritismo per vedere bisogna credere ed affermare con intima convinzione ed allora... chi crede, vede! Dunque: Io vedo un fantasma. Il mio vicino deve domandarmi: dove? ed io allora mostrerò una direzione là! rimanendo sempre poi col braccio teso in quella direzione. Poi il secondo afferma: Io vedo un fantasma! ed il terzo chiede: dove? Il secondo risponde: là! e resta nella stessa posizione che sono rimasto io. Finita la riga ricomincerò: Io vedo un fantasma! dove? là! restando teso col braccio sinistro verso lo stesso punto e così tutti. Finita la seconda riga, l'organizzatore ricomincia: Io vedo un fantasma! e si accoccola sulle ginocchia con le braccia tese, magari protendendo un piede nella stessa direzione delle braccia, affermando che per vedere il fantasma il corpo deve essere tutto proteso verso lo spirito. Finito anche questo terzo giro, l'organizzatore ricomincerà: Io vedo un fantasma! - La comitiva nell'equilibrio instabile comincerà a ridere, magari osservando che alla quarta domanda bisognerà stendere anche l'altra gamba. Io vedo un fantasma! Dove? Là! e l'organizzatore darà al suo vicino una piccola spinta sicchè in un attimo tutti i partecipanti sono andati a vedere il fantasma... per terra. Ed il gioco è finito salvo per l'organizzatore che farà bene a svignarsela per mettersi al sicuro delle vendetta degli altri partecipanti gabbati.

Pagina 289

Per questi giochi si deve provvedere che tutti i giocatori abbiano una matita e ci siano disponibili foglietti di carta in numero sufficiente. Non è consigliabile scrivere colla penna, sia per il pericolo di macchiare sia per la necessità di dover asciugare ogni volta con carta assorbente.

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I partecipanti devono servirsi di tutte o di parte delle lettere della parola dettata per comporre altre parole che abbiano un senso comune. In questo gioco viene fissato un tempo massimo, diciamo cinque minuti; chi ha saputo formare più parole ha vinto. Ad esempio: « candidato »: canto, candido, dato, dito, condita, cinto, cito ecc.

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Vince il partito degli attaccanti, se ha più individui che abbiano presa la bandiera, senza farsi toccare; vince il partito dei difensori, se la maggior parte di essi è riuscita a toccare gli attaccanti, prima che abbiano portata la bandiera nel loro campo.

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Per quanto per l'esecuzione della rappresentazione non vi sia bisogno di un palcoscenico, pure sarà bene che gli attori abbiano a muoversi su un podio rialzato che potrà esser fatto mediante casse vuote non adattandosi a ciò generalmente il tavolino perchè troppo alto. Il locale però dove si muovono gli... « artisti » deve essere sufficientemente profondo allo scopo di disporre la sorgente di luce alla massima distanza possibile col che si ottengono delle ombre nitide e col margine disegnato in modo preciso. Certo che la maggior distanza della sorgente di luce richiede anche una maggiore intensità di luce che si può anche ottenere disponendo dietro alla lampada uno specchio parabolico oppure semplicemente un altro lenzuolo bianco. Sia infine rilevato che alle due parti della porta deve essere ancora sufficiente spazio per accedere e scendere dal podio senza che tali movimenti abbiano ad esser visti sullo schermo. Ed ora al programma: Persone colte e di spirito potranno inscenare facilmente e con ottimo successo programmi senza bisogno di avere suggerimenti. D'altra parte si potrà prendere lo spunto da opere teatrali recentemente viste da ricorrenze storiche oppure da piccoli aneddoti successi alle persone che assistono al divertimento. Va da sè che gli attori abbiano a tenersi sempre di profilo. Alcuni programmi vengono indicati più sotto:

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Si fendono con un temperino due fiammiferi in modo da poterli incastrare l'uno nell'altro ed a questo cavalletto si appoggia il terzo fiammifero in modo che abbiano a stare in piedi, formando tra di loro un angolo di 45° circa. Col quarto di fiammifero si sposta leggermente il cavalletto formato dai due fiammiferi fissati tra di loro in modo che il terzo fiammifero appoggiato contro abbia a cadere sul quarto

Pagina 316

Si fa porre sul mazzo la carta prescelta e poi si taglia il mazzo rimettendo il mazzetto inferiore su quello superiore e lasciando che gli altri abbiano pure a tagliare le carte ripetutamente. E' difficile che le carte abbiano ad essere tagliate nello stesso punto un'altra volta e quindi dopo si fa finta di fare i calcoli più profondi od evocare le magie più misteriose, facendo passare le carte ad una ad una fra le mani, in effetto invece si cercherà la carta che era sotto il mazzo e che ci si è impressi nella mente, subito dopo la quale si troverà la carta levata dal mazzo.

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Il giuoco si presenta simile a quello spiegato precedentemente per la sparizione dell'asso di picche, solo che qui non si ha bisogno di « truccare » la carta, ma prendendo il 3 di quadri e gli altri assi di fiori, cuori e picche, si dispongono questi in modo nella mano che abbiano a nascondere il primo ed il terzo quadro del 3 di quadri facendo così sembrare che sia l'asso di quadri. Il compare avrà in tasca l'asso di quadri o lo avrà infilato nella tasca di un'altra persona, facendo segno all'artista il quale, presentati così i quattro assi, li poserà sul tavolo in modo che non abbiano a scoprirsi e scoprire così il trucco. Allora egli stesso getterà il mazzo di carte sopra quattro assi, oppure lo farà gettare da altra persona con le figure delle carte rivolte all'insù e poi, raccoltolo, lo farà mescolare da qualcuno, scoprendo poi la sparizione dell'asso di quadri ed infine designando la persona che lo ha in tasca.

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Da ciò la importanza della prima carta da giuocare, perchè è soggetta a vari casi: a) quando il compagno non ha dichiarato, e gli avversari hanno dichiarato senza atout; b) quando il compagno ha dichiarato un giuoco anche di seconda o di terza mano; c) quando sulla dichiarazione precedente gli avversari abbiano persistito nel senza atout; d) quando le dichiarazioni di due compagni sono in contrasto; e) l'uscita sopra una dichiarazione generica di colore o di senza atout; f) l'uscita sopra una dichiarazione di atout o di senza atout doppiata dal proprio compagno. Regole e particolari, da apprendersi in pratica, disciplinano l'uscita nel giuoco. Attacco con la quarta carta migliore Consiste nel giuocare la carta che occupa il quarto posto dopo aver diviso le proprie carte per colore e valore.

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L'uno e l'altro abbiano il manico ricurvo. L'ombrello sia di seta o mezza seta. Si tenga debito conto del modo col quale si porta l'ombrello, per le vie, nei luoghi pubblici, in treno, nei trams. Sarà bene ricordarsi quanto sia ridicolo il giovinotto di campagna che arrivi in città con l'ombrello sotto il braccio, imbraccialato o a tracolla per evitare di prendere atteggiamenti del genere per le vie della città. A contatto delle persone si guarderà bene di non fare colare l'acqua addosso a chi ci sta vicino, nè andare a cozzare con la punta contro i passeggeri che ci vengono incontro. In quanto al bastone, con un vestito da sport e fuori di città, sarà bene addottarne uno più grosso di quello che si usa in città. Con la pelliccia non si usa bastone. Come per l'ombrello, bisogna ricordarsi che un bastone portato male non aggiunge nulla all'eleganza di chi lo porta.

Pagina 75

Le Signore che hanno il collo del piede alto possono portare anche scarpette senza cinturino di cuoio verniciato con tacchi alti, mentre le signore che abbiano i piedi piatti faranno più bella figura con le scarpe fornite di cinturino. Le scarpe molto chiare fanno apparire i piedi più grandi ed esigono una pulizia e una cura straordinaria. Le scarpe da sera, con tacchi alti alla francese, rendono più grazioso il piede. Non è nè decoroso nè elegante fare vedere lacci o nastri sulle scarpe. Una signora distinta si guarderà bene dall'uscire in strada con scarpe da casa.

Pagina 80

Enrichetto. Ossia il galateo del fanciullo

179025
Costantino Rodella 1 occorrenze
  • 1871
  • G.B. PARAVIA E COMP.
  • Roma, Firenze, Torino, Milano
  • paraletteratura-galateo
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Quantunque niuna pena abbiano ordinato le leggi alla spiacevolezza ed alla rozzezza dei costumi, noi veggiamo nondimeno che la natura istessa ce ne castiga con aspra disciplina, privandoci per questa cagione del consorzio e della benevolenza degli uomini. - GIOVANNI DELLA CASA.

Pagina 5

Per essere felici

179645
Maria Rina Pierazzi 4 occorrenze
  • 1922
  • Linicio Cappelli - Editore
  • Rocca San Casciano - Torino
  • paraletteratura-galateo
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Non è da credersi che simili matrimoni abbiano da essere meno fortunati di altri, avvenuti talora per capriccio. La vita è lunga; lungo il suo cammmino e doverlo percorrere in due, d'amore e d'accordo, è cosa non sempre facile se mancano la buona volontà e lo spirito di sacrificio e di sopportazione. L'equilibrio di due caratteri e di due volontà può condurre qualsiasi unione a quella vera felicità tranquilla che è la base più sicura della famiglia, che è il pegno di un avvenire sereno per i figliuoli. L'amore giovanile che lascia il posto all'affezione, alla stima e alla fiducia reciproche, è come una bell'aurora cui segue una giornata serena.

Pagina 122

Nei giorni festivi l'escita è obbligatoria; ma se vi sono nella casa più domestici, le ore di libertà dovranno essere distribuite in modo tra loro che i padroni non abbiano a restare soli. Se invece non si tratta che di un'unica persona, allora le si lascieranno almeno quattro ore del pomeriggio perchè ella possa usufruire del suo riposo. Qualora la padrona di casa ricevesse la domenica, si sceglierà per l'escita della domestica un giorno entra la settimana.

Pagina 224

La signora riceverà sulla soglia della sala i suoi ospiti; il padrone accompagnerà le dame a prendere posto: se si tratta di un ballo nel vestibolo saranno collocati dei grandi vassoi pieni di "carnets„ tra cui le invitate ne sceglieranno uno a meno che lo abbiano portato esse stesse. Prima di entrare in sala le signore saranno fatte passare in una stanza adibita a guardaroba ove poseranno sciarpe, mantelli e pelliccie. Alcune cameriere saranno ai loro ordini; accanto alla guardaroba si preparerà un gabinetto da "toilette„ affinchè le dame possano rinfrescarsi e ravviare le acconciature scomposte durante la danza. Dovranno essere preparati, su apposito piano, pettini, spazzole, forcine d'ogni colore, scatole di cipria, boccie d'acqua di Colonia, fiale di aceto aromatico, infine tutto ciò che potesse eventualmente occorrere alle invitate.

Pagina 256

Se il padrino e la madrina non si conoscono ancora, bisogna che sieno invitati alcuni giorni prima del battesimo a trovarsi insieme nella casa del neonato, onde abbiano modo di fare amicizia per non andare come estranei al fonte battesimale. È bene che il compare e la comare sieno scelti fra persone della stessa condizione e della stessa educazione. Alla scelta del nome provvedono quasi sempre i genitori; ma ciò non vieta che al neonato vengano imposti anche quelli del padrino o della madrina. La questione del nome è sempre scabrosa. Vi sono certi nomi di "razza„ così inestetici che fa male al cuore imporli a quei poveri innocenti; si può, senza far torto alla tradizione familiare, sceglierne dei più moderni, avendo però gran cura di evitare quelli barocchi che costituiscono una vera calamità a quei poveri diavoli che devono portarli... e sopportarli.

Pagina 270

Le belle maniere

179961
Francesca Fiorentina 1 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
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"Se dentro il mangiare tu vedessi qualcosa di schifoso, non lo dire agli altri:vedendo nel mangiare o mosca o altra sozzurra, taci perchè non ne abbiano schifo gli altri convitati.

Pagina 106

Il Galateo

180971
Brunella Gasperini 1 occorrenze
  • 1912
  • Baldini e Castoldi s.r.l.
  • Milano
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Eppure chi è portato a osservare il comportamento dei suoi simili scopre che ci sono molte persone, anche tra la gente abusivamente chiamata «bene», cui un semplice buongiorno o un cenno della testa sembra costare moltissimo: quasi che abbiano paura, salutando, di sprecarsi, di sminuirsi. Questa è gente che non ha capito niente. Il saluto oggi non è una forma di omaggio, o di servilismo, o di confidenza: è semplicemente una forma elementare di civiltà. Quindi il non salutare, o salutare gelidamente o con riluttanza, non è segno di riservatezza e distinzione, bensì di brutto carattere, diffidenza, timidezza patologica o altri poco eleganti «disturbi dell'inconscio». Ma non dovrebbe esserci bisogno dello psicanalista anche per imparare a salutare.

Pagina 52

Il tesoro

181899
Vanna Piccini 1 occorrenze
  • 1951
  • Cavallotti editori
  • Milano
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Accogliere alla nostra tavola persone che per la loro qualità non possono che onorarci, è un piacere: ma perchè questo piacere sia completo, occorre che i padroni di casa abbiano previsto tutto, sicchè la gioia dello stare a mensa in buona compagnia venga gustata a pieno da tutti i convitati, senza alcuna ombra. I pranzi di cerimonia oggi sono rari e se non vogliamo chiamarli così, diciamo pranzi d'importanza, per occasioni che possono presentarsi talvolta. Come per i ricevimenti, chi invita non trascurerà nessun particolare affinchè l'armonia della mensa e dell'ambiente riesca completa. La decorazione della tavola sarà fatta con gusto, gusto che non s'insegna, perchè è cosa innata in una persona, ma può sorgere con l'osservazione. I padroni di casa assegnano a ciascun convitato un posto che si adegui alla sua qualità, mentre nessuno deve pensare di esser sacrificato. Se il pranzo è dato in onore di una persona per circostanze particolari, ad essa la precedenza. Ovvero alla persona che riveste una carica importante o a quella verso cui si hanno speciali obbligazioni. L'età dà diritto alla precedenza, non meno che i meriti personali. Bisogna alternare una donna con un uomo; marito e moglie non si mettono vicini; i giovani vanno messi in fondo. Due fidanzati si mettono uno accanto all'altro. Il posto d'onore è a destra della padrona di casa.

Pagina 589

Galateo popolare

183527
Revel Cesare 1 occorrenze
  • 1879
  • Vinciguerra
  • Torino
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Le molte volte accade che si abbiano in niun conto, non forse per mancanza d'affetto, ma per quel fare rozzo ed incivile proprio dei più, che si abbiano come peso e dieno noia per doverli, se più giovani custodire, proteggere e prestare loro l'opera nostra. Quanto alle sorelle, quanti che in società s'atteggiano a zerbinotti, eleganti damerini corteggiando le civettuole o facendo il cascamorto per tale o per tal altra signora, mentre in casa non hanno che durezze, che mali trattamenti che parole scortesi e grossolane per esse da cui vorrebbero essere serviti come tanti padroni negando loro ogni legittimo passatempo, trovando sprecata ogni spesa fatta in loro vantaggio. Egoisti! vili! Esseri condannevoli sotto ogni riguardo, leggete questa pagina di galateo, scritta appositamente per voi. Non nacquero esse dai vostri genitori, non furono allevate con voi, non portano il vostro nome, non formano col padre colla madre e con voi una sola famiglia? Negate tal vero e vi darò allora ragione.

Pagina 21

Come devo comportarmi. Le buone usanze

185111
Lydia (Diana di Santafiora) 1 occorrenze
  • 1923
  • Tip. Adriano Salani
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
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I figli verso i genitori, i giovani verso i vecchi, abbiano cura di non dimenticare questi giorni: i vecchi specialmente, quando vedono i loro figli o nipoti lasciar passare la loro festa del nome o degli anni senza una parola d'augurio, ne provano una profonda tristezza; e non è bene rattristare coloro a cui resta ormai poco da vivere e che hanno rinunziato a quasi tutte le soddisfazioni della vita. A persone di riguardo o ad amici intimi si usa mandare o portare gli auguri per il loro onomastico. Agli auguri giunti per iscritto si risponde ringraziando.

Pagina 185

Il saper vivere

186868
Donna Letizia 2 occorrenze
  • 1960
  • Arnoldo Mondadori Editore
  • Milano
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In generale, chi dà un ballo invita a pranzo, prima, un certo numero di amici, affinché quando arrivano i primi invitati non abbiano a trovarsi spersi in un salone semivuoto. Appena incomincia la grande affluenza, i padroni di casa accolgono gli ospiti sulla soglia del salone. Una volta era il maggiordomo che li annunciava, ma ora, senza quell'aiuto, la signora è costretta a riconoscere da sé, o per lo meno a fingere di riconoscere, ognuno dei suoi numerosi invitati via via che la salutano. Finita questa prima fatica, dovrà, aiutata dal consorte, passare di gruppo in gruppo, presentare tra loro gli ospiti e ballare col commendator X che ha la grazia di uno schiacciasassi, mentre suo marito ballerà con l'intramontabile tardona, scrupolosamente evitata da tutti.

Pagina 197

Prima di dare il "via" dalla sala da pranzo, si accerterà che tutti gli invitati abbiano finito di mangiare.

Pagina 99

Galateo per tutte le occasioni

187795
Sabrina Carollo 1 occorrenze
  • 2012
  • Giunti Editore
  • Firenze-Milano
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La padrona di casa si assicurerà che tutte le persone, una volta servitesi, abbiano un posto dove sedersi, sparpagliate tra il divano, l'eventuale giardino o terrazzo, il tavolo d'appoggio e così via. Importante è tenere presente che il cibo deve essere "maneggevole", dunque niente carni da tagliare con il coltello, pesce da sgusciare e così via. Gli ospiti devono ricordare che sono tenuti alle regole della buona educazione, che non devono sporcare in giro né abbandonare piatti e bicchieri ovunque, ma riportarli al tavolo principale.

Pagina 114

Il pollo non si mangia con le mani. Galateo moderno

189082
Pitigrilli (Dino Segre) 1 occorrenze
  • 1957
  • Milano
  • Casa Editrice Sonzogno
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Non abbiano le mani attaccaticce, sudaticce, umidicce. Se le lavino spesso; non abbiano la frenesia di tendere la mano; non è necessario. Sopprimano gli occhiali affumicati verdi. Non diffondano le notizie tristi; se in un disastro ferroviario sono stati, secondo un giornale del mattino, venticinque morti, non dicano che in un giornale della sera sono saliti a trentatré. Prendano le cose alla leggera (take it easy); affrontino le circostanze sorridendo (keep smiling). Le musiche in gran voga dopo qualche tempo si fanno la fama di portare iella, ma questo accade alle canzoni tristi, alle gnole. Non accadrà mai al Tamburmaggiore della Banda d'Affori, né a Funiculì-Funiculà.

Pagina 269

Nuovo galateo

190276
Melchiorre Gioja 2 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
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Altri credono che l'onore dell'anticamera richiegga che la servitù vi si arresti sempre ad ora avanzata, benchè non ne abbiano più bisogno; ed altri si mostrano persuasi che

Pagina 246

Qualunque potere, qualunque autorità abbiano gli altri sopra di noi, non ci possiamo giammai persuadere che abbiano il dritto di sprezzarci. Noi perdiamo de'gradi di stima o restiamo esposti al disprezzo, I.° Quando alcuno svela agli altri le nostre imperfezioni; 2.° Quando ci attribuisce delle imperfezioni di cui siamo esenti; 3.° Quando ci nega le perfezioni che possediamo; 4.° Quando ci pospone ad altri che hanno perfezioni minori delle nostre. Qualunque atto o detto che volontariamerite e illegittimamente ci toglie l'altrui stima o ci espone allo sprezzo, si chiama ingiuria. Si vede dunque che l'ingiuria debb' esser calcolata sopra due elementi principali: 1.° Gravità; il che dipende dalla qualità delle imperfezioni, vizi o delitti che ci vengono attribuiti, o delle perfezioni che ci si negano ingiustamente; 2.° Pubblicità; il che dipende dal numero e dalla qualità delle persone alla presenza delle quali veniamo ingiuriati: circostanza che giunge al grado massimo, quando l'ingiuria consiste in iscritti o stampe visibili a tutti. Supposte queste nozioni preliminari, e rientrando nell'argomento dell'inurbanità, possiamo, riguardandola dal lato dell'amor proprio, a due classi ridurla. La prima contiene quegli atti o detti che ci attribuiscono imperfezioni, vere o false che sieno; e li chiameremo atti assolutamente inurbani. La seconda contiene quegli atti o detti che ci negano le nostre perfezioni, o le fanno supporre in minor grado di quel che sono; e li chiameremo atti relativamente inurbani.

Pagina 50

Galateo morale

197300
Giacinto Gallenga 4 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
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Conducendole al caffè, al teatro od in altri pubblici luoghi, prenderai le tue misure onde non abbiano a rimanere in piedi, o disagiate: e procurerai eziandio che fra i vicini non si trovino persone scostumate le quali possano coi loro atti, colle parole loro, coi loro sguardi dare ad esse argomento di arrossire: spiega loro, per quanto puoi chiaramente e pulitamente il senso dell'azione che viene rappresentata.

Pagina 131

Pagina 285

È difficile che un poeta, uno scrittore, un pittore, un maestro abbiano la modestia di credersi, o almen di dirsi mediocri; ma è più difficile ancora che quella abilità e quella fama che si sono procacciata vogliano riconoscerla dovuta allo studio, alla perseveranza adoperata ad acquistarsela; no, essi la devono unicamente, senza verun loro sforzo, al genio che li inspira, alla scintilla che li accende, all'estro che li trasporta. Questa melanconia che in certuni non è che ridicola, perché non li distoglie dallo applicarsi a mantenere ed accrescere quella riputazione che il mondo ha già ammesso in loro, e funestissima in altri i quali, abbandonandosi alla dolce illusione di essere creature privilegiate, trascurano di assecondare, lavorando, quelle qualunque fortunate disposizioni che possono aver sortite da natura, e si cullano in un soave far nulla che li conduce poi miseramente a cadere nel marasmo e nell'apatìa dello scoraggiamento.

Pagina 321

Non aspetterai che ti sia porta la sedia dai padroni o da altre persone che ti abbiano preceduto nella casa; e se non si trovano servi in camera, prendila tu stesso. Uomo, non ti metterai a sedere sul divano accanto alle signore, né spingerai loro addosso la tua sedia fino a toccarne le vesti coi piedi. Non ti metterai a sedere prima delle signore, del vecchi o di persone che occupino in società grado più elevato del tuo. Seduto e non sdraiato, nemmeno in casa del tuo amico. Non tenere arrovesciato il capo e la persona, le gambe allargate smisuratamente o accavalciate l'una sull'altra, tanto meno poi prendersi una gamba o un piede ad accarezzare; non cacciar le mani in seno o nei calzoni, né poggiar gomiti o braccia sui tavoli, né far telegrafo delle mani parlando, né dimenarsi sulla sedia a rischio di scivolartene in terra. Guardati nelle tue visite dai profumi di aglio, di cipolle ed altri cibi indigesti, come da quelli degli unti e delle manteche che possano eccitare in altri la nausea e le convulsioni. Nemmeno non farai in conversazione rumori importuni, stamburando a mo' d'esempio colle dita sui mobili, graffiando i cristalli delle finestre, battendo il pavimento co'piedi, ecc.

Pagina 433

Signorilità

198640
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 3 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
  • paraletteratura-galateo
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Perchè la domestica, o i domestici o le domestiche si affezionino alla casa, essi abbiano tutte le comodità nella loro stanzetta; ora che tutti hanno qualche buon vestito, vi abbiano modo di appenderlo, sia mediante un ripostiglio a tenda, dal tipo descritto per lo stanzino da «toilette», sia mediante un rudimentale armadio, composto da qualche lista di legno, colle pareti di cretonne. Non vi manchi un'immagine sacra, nè uno scendiletto per l'inverno, nè la chiave ai cassetti, nè una cassettina per mettere la roba da lavare - e ciò perchè anche la servitù ha diritto a un certo benessere, e perchè questo benessere tornerà tutto a vantaggio dei padroni, e del buon andamento generale della famiglia.

Pagina 200

I fiori per adornare la casa vanno colti o di buon mattino o di sera, e vanno recisi con un taglio netto di buon temperino; durano più a lungo quando abbiano un pezzetto di carbone in fondo al vaso. Quando essi tendono ad appassire, e la padrona di casa voglia averli ancora freschi per almeno qualche ora, li può rianimare immergendoli per qualche momento in acqua calda. Nè piante nè fiori vanno tenuti nelle camere da letto, sia perchè essi odorano più fortemente durante la notte, sia perchè la terra del vaso contiene una grande quantità di microrganismi. Nelle città grandi è consigliabile, per chi possa avere la casa sempre fiorita, di combinare un abbonamento con un orto botanico; nei piccoli centri e in campagna, è sempre possibile avere in casa almeno sempreverde, edera, bacche... come nota fresca e gentile.

Pagina 202

Si abbiano 6 tovaglie e 48 tovaglioli. Oltre a questo, è bene avere 2 servizi da 12 persone da adoperarsi con più riguardo. La bella Fiandra lucida e autentica va sempre; ora, però, la moda consiglia tovaglie e tovaglioli in grossa tela di scuro lino, ricamata a motivi antichi in filo o cotone color crudo, i cui tovaglioli siano cm. 45 per cm. 45. Occorre, poi, una tovaglia da thè della misura di 12 persone (m. 1,70 per m. 3,30), una bianca della misura di 8 persone, 2 (almeno) ricamate a punto Assisi, o secondo la moda, con i tovaglioli analoghi. Bellissime e sempre di moda, ma adatte solo a chi possegga un castello, sono le tovaglierie di puro lino, con lo stemma della famiglia intessuto.

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Eva Regina

203414
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 1 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
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Purchè, s'intende, abbiano l' età del discernimento e possano sfidare qualche piccolo strapazzo senza risentirne danno, acquisteranno più cognizioni in un viaggio e le riterranno meglio che non con lo studio di cento libri imparati a memoria. Certo che bisogna, al solito, sacrificare il nostro al loro piacere ; guardare che non si stanchino, che la loro mente non affastelli troppe imagini ; procurare che ricordino con ordine, con chiarezza : metterci in grado di fornir loro spiegazioni esatte e adatte alle loro intelligenze. Durante il viaggio faremo osservare ai bambini, anche a quelli di minor età, se un caso qualunque vuole che li portiamo da un luogo all' altro, le regole del galateo: giacchè nulla di più insopportabile, nei vagoni, dei bambini male abituati, che saltano adosso, che pestano gli abiti, che non stanno fermi un momento e hanno mille bisogni e mille esigenze. Per questo bisogna che l' educazione abbia un po' di fondo spartano : che i bambini sappiano sopportare la sete, la fame, e reagire contro il sonno e la stanchezza. Incoraggiamoli a queste piccole vittorie sulla parte materiale del loro organismo, facciamone veder loro la bellezza e l' utilità.

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Lo stralisco

208593
Piumini, Roberto 1 occorrenze
  • 1995
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
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. — A volte mi sembra, Filippo, che nemmeno i sapienti teologi, o i filosofi, abbiano avuto parole per parlarne compiutamente... — Io, invece, ne sono certo, Diamante, — disse il pittore, spingendo lo sguardo oltre la caligine fino alla dolce ingobbatura del monte Albano. — E anzi credo che non abbiano parole per farne nemmeno uno schizzo decente: come quando si sente raccontare una pittura da un carrettiere: «E lí, sai, c'è uno che fa cosí, e un altro che fa così...» Uno stormo strillante di rondini graffiò il silenzio del cielo sulle loro teste. Scendevano dall'aria del monte, insieme, come una svelta banda di predoni sulle farfalle del grano. Quasi fosse un segnale, i frati si alzarono, e in silenzio si incamminarono per la stradicciola polverosa che portava a Prato. Un cagnetto del borgo che, un'ora prima, si era allegramente associato alla passeggiata, e li aveva osservati da lontano mentre conversavano, sdraiato al fresco di una quercia, si alzò e li precedette scodinzolando, felice del ritorno.

Pagina 176

I mariti

224780
Torelli, Achille 1 occorrenze
  • 1926
  • Francesco Giannini e Figli
  • Napoli
  • teatro - commedia
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- E credete che gli altri non ne abbiano di nervi?

Pagina 62

Un eroe del mondo galante

228165
Alberti, Luigi 1 occorrenze
  • 1876
  • Successori Le Monnier
  • Firenze
  • teatro - commedia
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Senza ricordarsi che quando si tratta di donne che abbiano vero cuore, noi preferiamo sempre gli uomini savi, generosi ed onesti, a certi ridicoli Eroi del mondo galante.

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Un letto di rose

237649
Adami, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1924
  • Arnoldo Mondadori editore
  • Milano
  • teatro - commedia
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È strano come gli orari non abbiano mai un'ora che sia senza minuti... Tutte ore con la coda, gli orari!... Dunque, Giacomo mio, questa sera - lo sai - sono occupatissimo...

Pagina 63

Come le foglie

240570
Giacosa, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1921
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • teatro - commedia
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Che abbiano macchinato non so, ma lei, lei che prima era pazza per andare domenica a Chamonix e mi aveva rimbeccata per certe mie osservazioni, dopo.... hai sentito.... la saviezza! Ah, che anima bassa! E io ho passato una settimana a fare l'odioso e stupido mestiere di cane da guardia. Ho fatto questa ridicola cosa. Te la immagini eh? Una ragazza della mia età, che prende in custodia la virtù della sua matrigna.... Ti stupisce ch'io parli così? Non devo sapere? Non devo vedere? Ah! Tutte sanno e tutte vedono. Va là. Le commedie che c'inibiscono in teatro, le vediamo in casa, in casa, in casa. Solo mi fa meraviglia che m'offendano ancora. Di' la verità che ti sembro un piccolo essere corrotto e grottesco! Che pietà! Che ribrezzo! Che pensi di me, Massimo.... che pensi di me?

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Ma non puoi pretendere che tutti abbiano la mia saggezza. La domanda sull'età, te l'ho spiegata. Nelle case dove non ci sono sale di ricevimento, è naturale che la madre rimanga nel tinello, anche se il figliuolo ci sta imparando l'inglese da una bella signorina italiana, e finalmente quella voleva la grammatica perchè a' suoi tempi le lingue si studiavano così e perchè l'ha studiata e la sa.

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La ballerina (in due volumi) Volume Secondo

247769
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 1899
  • Cav. Niccolò Giannotta, Editore
  • Catania
  • Verismo
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Ha un intuito felice questo editore, come appare dai volumi editi Vuol fornire letture eleganti e di fine gusto, e vuole lettori, che abbiano l'una e l'altra qualità; lettori, che non chiedano al libro solo il modo di passare il tempo, ma di passarlo con quel godimento, che oggi chiamano spirituale, per cui non escano dalla lettura digiuni del nutrimento, che é proprio loro, l'intelligenza e il sentimento. E scritti di tal natura pochi oggi in Italia possono darne come il Fogazzaro, forse nessuno meglio di lui; ingegno, cui la natura ha dato, e non avaramente, così la potenza di dar colpo a fantasmi, come forma scienziale a concetti reconditi. La provincia di Teramo, 18 giugno 1899.

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