Laonde spero vorrà sospendere quelle trattative, che mi auguro non lo abbiano impegnato fino al punto da non poter recedere.
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Ma, se codeste rappresentanze sono vittime di tanti oneri, a me pare che sia anche giusto che abbiano il diritto di risolvere tutte le questioni, la decisione delle quali si collega alla loro responsabilità.
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Ora questo felice risultamento puossi ottenere mercè i comuni, le cui relazioni personali e morali verso i contribuenti loro concittadini mitigano l'asprezza delle relazioni finanziarie, che sono le sole che abbiano gli agenti nominati dai Governo, contro i quali perciò, ed indirettamente contro il povero ministro delle finanze, sono dirette tutte le maledizioni dei contribuenti.
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Ecco perchè all'articolo 12, che tratta appunto di una di queste eccezioni, la Giunta ha creduto di stabilire che, quando riesca inutile il secondo esperimento e il comune non abbia fatto uso della facoltà di eleggere sopra terna, nel qual caso dovrebbe limitare il suo aggio al tre per cento, quando cioè non abbiano potuto seguirsi le prime regole, possa la nomina dell'esattore essere fatta anche per un tempo minore di cinque anni, e la misura massima dell'aggio superale il tre per cento.
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Io dunque dico che sarebbe giusto, e lascio alla Commissione di esaminare meglio la cosa, che almeno una parte di queste spese di riscossione (non dico per intero, perchè una parte è necessaria per la stampa e per altro), almeno una parte andasse a benefizio dei comuni, affinchè non abbiano il danno e lo scherno di pagare l'aggio sull'aggio.
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Infatti, non è ufficio facile e senza grandi responsabilità quello dell'esattore quale questa legge richiede, e specialmente nei piccoli comuni non possono essere molti quelli che abbiano la volontà ed il potere di attendervi, e di concorrere a ribasso per ottenerlo.
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gestione; che per legge o per decreto del giudice non hanno la libera amministrazione dei loro beni; che sono in issato di fallimento dichiarato, o hanno fatta cessione dei beni, finchè non abbiano pagato intieramente i loro creditori: i condannati a pene criminali o a interdizione dai pubblici uffici, i condannati a pene correzionali per furto, per falsità, per truffa, per appropriazioni indebite o per altra specie di frode, per prevaricazione ed altri reati degli ufficiali pubblici nell'esercizio delle loro funzioni.»
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Ministero nè la Commissione abbiano sciolto in modo soddisfacente quel problema della libertà della Chiesa che fa per tanti anni lo scopo delle nostre aspirazioni. Certo avrei votato con grande animo un disegno di legge veramente fondato sui princìpii di libertà e dove si fossero cancellate quelle restrizioni che la Commissione ha creduto dover introdurre.
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Accademia della crusca
