Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fondamenti della meccanica atomica

445138
Enrico Persico 8 occorrenze
  • 1936
  • Nicola Zanichelli editore
  • Bologna
  • fisica
  • UNIPIEMONTE
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Infine, negli atomi con proprietà radioattive, si deve pensare che queste abbiano sede nel nucleo, come è confermato dal fatto che tali proprietà sono del tutto insensibili al legame chimico che altera il moto degli elettroni più esterni, ai raggi X che agiscono su quelli più interni, ed in genere a tutti gli agenti fisici che conosciamo, tranne gli urti di particelle o radiazioni estremamente penetranti.

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Si può dunque dire che per la misura di una coordinata, e per quella del corrispondente impulso (o componente di velocità), si devono adoperare dispositivi che si escludono mutuamente: è per questo che i due concetti di posizione e velocità, sebbene separatamente abbiano significato fisico preciso, non possono venire attribuiti simultaneamente in modo preciso alla stessa particella: questa particolare relazione logica tra i due concetti è stata designata dal BOHR col nome di complementarità (1) V. bibl. n. 21. Si vedrà più oltre che tale relazione si può estendere anche ad altre coppie di grandezze fisiche. .

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Quindi (anche indipendentemente da ogni ipotesi sulla forma della curva nella parte non sperimentalmente accertata) resta inesplicabile, dal punto di vista classico, come delle particelle abbiano potuto uscire dal nucleo, possedendo un'energia inferiore al massimo, , della barriera di potenziale che circonda il nucleo.

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. , che vi sia un solo valore con probabilità 1, e tutti gli altri abbiano probabilità 0; cioè che l'osservabile abbia al tempo un valore determinato: in tal caso evidentemente la meccanica quantistica permette di calcolare tale valore, partendo dai dati iniziali (risultati dell'osservazione massima), senza alcuna indeterminazione.

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Il caso, finora escluso, che le due particelle abbiano gli stessi numeri quantici , non dà luogo a degenerazione: si ha quindi in tal caso una unica autofunzione, che è simmetrica. Quando si tratta di particelle che obbediscono al principio di Pauli, questi stati sono evidentemente da escludersi.

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., le coordinate di un elettrone dell'atomo in un dato istante, la durata di una rivoluzione orbitale, ecc.) non sono mai state direttamente misurate e, dato che i ragionamenti su di esse fondati conducono alle note difficoltà, è lecito dubitare che queste quantità abbiano un effettivo significato fisico e siano in avvenire misurabili. Altre quantità invece (p. es., frequenze emesse, intensità, ecc.) sono direttamente osservabili. Perciò invece di cercare un modello geometrico e meccanico che permetta di ricavare i valori delle quantità osservabili da una struttura non osservabile, è meglio proporsi di collegare direttamente tra loro le quantità osservabili, senza far intervenire nessun modello.

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Questa coincidenza non era casuale, poichè ben presto lo stesso SCHRÖDINGER dimostrò che i due metodi, benchè abbiano avuto origine da concezioni diversissime, sono rigorosamente equivalenti, ossia rappresentano due forme diverse del medesimo procedimento matematico, e quindi debbono in ogni caso condurre ai medesimi risultati. Nella trattazione dei vari problemi si potrà dunque scegliere l'uno o l'altro metodo a seconda della opportunità: per una esposizione generale però il metodo di Schrödinger presenta il vantaggio di appoggiarsi maggiormente all'intuizione e di richiedere un apparato matematico meno eccezionale, e perciò noi ci serviremo di esso come introduzione ai metodi più generali della meccanica quantistica.

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E le sole questioni fisiche che abbiano un senso sono quelle nelle quali ci si domanda il risultato di una o più esperienze che, almeno concettualmente, si potrebbero eseguire.

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