Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Carlo Darwin

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Michele Lessona 14 occorrenze

L'uomo, in generale, ha creduto e crede che le forme dei viventi non abbiano mutato e che quelle che vediamo oggi non differiscano da quelle che le precedettero di generazione in generazione e non siano per differire quelle che di generazione in generazione terranno loro dietro.

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Questa analogia di forme le quali, a malgrado della loro diversità, sembrano essere state prodotte secondo un tipo comune, fortifica l’ipotesi che queste forme abbiano una affinità reale, e che vengan fuori da una madre comune facendoci vedere come ciascuna specie si riaccosti gradatamente a un'altra specie, da quella in cui il principio della finalità sembra meglio stabilito, vale a dire l'uomo, fino al polipo, e dal polipo fino ai muschi e alle alghe, infine, sino all'ultimo grado della natura che noi possiamo conoscere, fino alla materia bruta, d'onde sembra derivare, secondo le leggi meccaniche (somiglianti a quelle che essa segue nelle sue cristallizzazioni) tutta questa tecnica della natura, tanto incomprensibile per noi negli esseri organizzati che crediamo in obbligo di concepire un altro principio; "E permesso allo archeologo della natura di valersi dei vestigi che sussistono ancora delle sue produzioni più antiche, per cercare in tutto il meccanismo, di cui ha conoscenza o sospetto, il principio di questa grande famiglia di creature (perché questo è il modo in cui bisogna rappresentarsela, e questa pretesa affinità generale ha qualche fondamento)."

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Viaggio d'un naturalista intorno al mondo, che è certamente la cosa più bella che siasi mal fatta in tal genere, sebbene molti naturalisti, diplomatici, viaggiatori di vario genere abbiano pure narrato i loro viaggi in modo non indegno e talora anche degnissimo e per più di un verso piacevole e vantaggioso.

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Gli individui di una data specie di animali in natura si rassomigliano moltissimo fra loro; tuttavia una qualche differenza individuale c’è; in una località dove il clima si vada facendo più freddo, quegli individui di questa o quella specie di mammiferi che per avventura abbiano un po' meglio dei loro compagni folto e lungo il pelame, si troveranno in condizioni migliori e avranno maggior probabilità di campare e di invecchiare, di propagarsi, che non gli altri. Questi individui più riccamente forniti di pelo produrranno figli in pari modo, gli uni più e gli altri meno, privilegiati per un pelame più ricco e meglio protettore; quei figli che saranno meglio privilegiati avranno maggior probabilità di sopravvivere e trasmettere a loro volta il carattere benefico ai loro discendenti. Così a poco a poco, dopo molte generazioni, si avrà un cambiamento stabile per questo riguardo e i discendenti avranno sopportato un mutamento rispetto agli antenati, appariranno diversi da quelli, la specie avrà variato in natura, come varia in domesticità e si modifica la razza. In domesticità la modificazione segue mercè la scelta artificiale che fa l'uomo degli individui meglio forniti del carattere che si trasmette. In natura la scelta avviene da sé stessa col sopravvivere e propagarsi degli individui che hanno il carattere favorevole, e si ha quindi la scelta naturale. Tutti sanno che il colore del pelo, delle piume, delle scaglie, della pelle nuda, dello integumento degli animali, si conforma al colore del mezzo in cui questi vivono. La raganella che sta nel fogliame degli alberi e la cavalletta che sta nell'erba dei prati sono verdi, l'orso delle regioni polari è bianco come la neve, gli insetti son variopinti come i fiori in cui vivono, la lucertola muraiola ha il color dei muri, la steppa, il deserto, danno il loro colore agli animali che vi albergano. La stessa cosa è nel mare. Le alghe marine hanno belle e svariatissime tinte, sovente sfumature delicate e gradazioni da pareggiare i fiori dei prati e dei monti, ma dominano soprattutto tre grandi tinte, la verde, la rossa e la bruna. Quei pesciolini del mare che vivono fra le alghe e i nostri pescatori denominano collettivamente col nome di pesci di scoglio, son bruni, verdi, rossi, variopinti, conformemente al color delle alghe in mezzo alle quali s'aggirano guizzando; così hanno il color delle alghe le chiocciole e le limacce marine, i gamberelli, e via dicendo. Ciò segue mercè la scelta naturale. Se in un prato vi fossero cavallette di varii colori, alcune verdi, altre rosse, altre gialle, altre bianche, più facilmente senza dubbio le prime si sottrarrebbero alla vista degli uccelletti che ne fanno loro pasto, più facilmente le altre sarebbero beccate. Così a poco a poco verrebbero a scomparire le cavallette colorite altrimenti che non in verde, mentre quelle colorite di questo colore si salverebbero. Alla lunga, il color verde finisce per rimaner solo in campo scomparendo tutti gli altri mercè l’opera irresistibilmente efficace della scelta naturale. Lo stesso si dica per gli altri esempi citati e per gli innumerevoli che si potrebbero citare. Gli animali da preda, le fiere, gli uccelli rapaci, e tanti altri animali più piccoli, ma non meno fieri predoni, debbono lottare fra loro di forza, di Velocità, altrimenti, per campare la vita. Data una località dove i predatori siano numerosi e le vittime vi vadano, per una delle tante cause che possono produrre questo effetto, facendosi più scarse, i più deboli fra i predatori soccomberanno, mentre i più forti persisteranno, e questi saranno i più veloci, i meglio armati, quelli per qualsiasi carattere più favorevole in condizioni migliori per vincere, e questi caratteri favorevoli si verranno sempre più sviluppando e seguirà nella specie una trasformazione.

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Forse avrebbe ritardato indefinitamente, forse, come quei grandi artisti ignorati di cui taluno narra che abbiano accarezzato tutta quanta la vita un concetto senza mai incarnarlo, avrebbe proseguito sempre nelle sue ricerche senza creder mai di essere arrivato al punto di poterne parlare, se non fosse sopraggiunta una circostanza, la quale fece si che i suoi amici insistessero presso di lui più del consueto ed egli finisse per arrendersi.

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Fa bollire il sangue, tremare il cuore, il pensiero che noi inglesi ed i nostri discendenti americani, col loro vantato grido di libertà, abbiano compiuto e compiano ancora simili delitti; ma è una consolazione pensare, che noi almeno abbiamo fatto un sagrifizio maggiore, non mai fatto da nessuna altra nazione, per espiare il nostro delitto."

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"I lombrici sono meschinamente provveduti di organi di senso; perché non si può dire che abbiano la vista, quantunque possano distinguere tra la luce e l'oscurità; sono interamente sordi, e hanno poco odorato; solo il senso del tatto è bene sviluppato. Possono quindi conoscere poco di ciò che sta loro attorno nel mondo esterno, e fa meraviglia come possano mostrare una certa abilità nello spalmare le loro buche coi loro rigetti e colle foglie, e, nel caso di alcune specie, ammucchiare i loro rigetti a mo’ di edilizi torreggianti. Ma è ancor più sorprendente che possano mostrare un certo grado d’ intelligenza invece di un semplice impulso dell’ istinto nel modo di turare le bocche delle loro buche. Operano quasi nel modo stesso come farebbe un uomo il quale avesse da chiudere un tubo cilindrico con varie sorta di foglie, di picciuoli, di triangolini di carta, ecc., perché ordinariamente ghermiscono questi oggetti per la parte più aguzza. Ma gli oggetti più sottili sono tirati dentro per lo più per le estremità più larghe. Essi non operano nello stesso modo in tutti i casi, come fanno molti animali inferiori; per esempio, non tirano dentro le foglie pel loro picciuolo, a meno che il gambo sia tanto sottile quanto l’apice, o più stretto di questo.

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Si può mettere in dubbio se vi siano molti altri animali i quali abbiano avuto una parte tanto importante nella storia del mondo quanto quella avuta da questi esseri dall’organismo tanto basso. Tuttavia vi sono altri animali, di una organizzazione ancora più bassa, vale a dire i coralli, che hanno compiuto un'opera ancor più cospicua, avendo costrutto un numero sterminato di scogliere e di isole nei vasti oceani; ma questi sono quasi tutti limitati nelle zone dei tropici."

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Ve ne hanno tuttavia ancora alcuni, i quali ritengono che le specie abbiano potuto produrre repentinamente con mezzi del tutto sconosciuti delle forme valenti all'idea di modificazioni grandi e repentine. La ipotesi che nuove forme siansi sviluppate dalle vecchie e interamente diverse in modo subitaneo e con mezzi sconosciuti, considerata come punto di vista scientifico e come introduzione ad ulteriori indagini, non può recare che un ben piccolo vantaggio di fronte alla credenza che le specie siano nate dal fango della terra.

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Ma io mi permetto di domandare a questi signori, piuttosto domando a me stesso, se veramente essi abbiano letto l’Origine delle specie, l’Origine dell'uomo e le altre opere del Darwin.

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Da quel tempo in qua si è fatto più che mai un gran parlare di Carlo Darwin, in male e in bene, ma pochi fra quelli che ne hanno parlato e ne vanno parlando, interrogati se lo abbiano letto, quando volessero essere sinceri, potrebbero rispondere affermativamente. Eppure nessun libro è più ammaestrativo dei libri di Carlo Darwin, nissun libro può produrre più vario e più grande frutto dalla sua lettura. Come si facevano nel medio evo ammaestramenti sopra Aristotele, come in Germania si fa anche oggi un insegnamento su Dante (si fa anche in Italia per verità, ma si dovrebbe fare assai più), così vorrei che in ogni città italiana si facesse un pubblico insegnamento su Carlo Darwin, salvo a decidere sul miglior modo in cui dovrebbe essere fatto e sulla migliore scelta di chi lo dovesse fare. Dico ciò perché se il ministro della pubblica istruzione dovesse dare l'incarico, andrebbe incontro al rischio di incaricare, in buona fede, di insegnare il darwinianismo un di quei tali che parlano di Carlo Darwin senza averne mai letto i libri.

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Questi due uomini, sebbene per molti riguardi abbiano le stesse occupazioni, hanno costumi e aspetto differenti; e le particolarità di ognuno sono universali ne’ loro rispettivi paesi. Il gaucho sembra far parte del suo cavallo e disdegna qualunque esercizio, tranne quello che fa cavalcando; il guaso può esser preso a giornata per lavorare nei campi. Il primo vive interamente di cibo animale, il secondo quasi tutto di vegetale."

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Io posso appena mettere in dubbio che questi topi (come il topo comune, che si è rinselvatichito), non siano stati importati, e come alle Galapagos, abbiano variato per effetto delle nuove condizioni a cui sono stati esposti; cosi la varietà della cima dell'isola differisce da quella della costa."

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