buona illuminazione. In compenso distinguono i colori. Ne abbiamo tre tipi, per il verde, il blu e il rosso, i tre colori additivi fondamentali
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lì che si realizza la visione. Un bel paradosso: l’immagine di ciò che abbiamo davanti a noi si forma alle nostre spalle e, per via dell’incrocio dei
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abbiamo tempi di alcuni decimi di secondo, mentre la luce percorre tre chilometri in un centomillesimo. Galileo avrebbe concluso che la luce doveva
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unità di misura che abbiano nella Natura il loro fondamento, così da poter essere considerate universali. E poiché abbiamo 10 dita, decimali dovevano
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imprevedibili e di breve durata: comete (abbiamo osservazioni della cometa di Halley), sciami meteorici, bolidi, comparsa di stelle “novae”, macchie solari
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tratta del pianeta cercato. Encke ed io lo abbiamo confrontato con una stella di magnitudine 9 al telescopio di Fraunhofer (obiettivo di 23
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Cerulli (1859-1927), nel suo Osservatorio di Collurania, in Abruzzo, come abbiamo appena riferito.
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H-R divennero così uno dei più potenti strumenti della ricerca in astrofisica. Da essi abbiamo imparato gran parte di ciò che sappiamo su come si
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. Abbiamo già incontrato il suo nome. Si chiamava Subrahmanyan Chandrasekhar, detto Chandra.
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sono onde/fotoni con lunghezza d’onda compatibile con la distanza tra le piastre; intorno alle piastre invece abbiamo onde/fotoni di ogni lunghezza d
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prossima generazione guarderà, toccherà, frugherà e riporterà sulla Terra campioni raccolti durante l’esplorazione. Il mezzo secolo che abbiamo alle
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superficie calpestabile. Abbiamo poi un buon numero di pianeti (uno su quattro) simili a Giove ma caldi, troppo caldi per i nostri gusti. Anche questi sono
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Sappiamo poco del Niccolò Copernico privato perché l’uomo non amava l’autobiografia. Di lui abbiamo 17 lettere e un ritratto. Quindici lettere
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Praga il 10 ottobre la notò anche Johannes Brunowski, un allievo di Keplero. Poco dopo, ma non abbiamo date precise, fu la volta di Peiresc, che scrive a
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provenienti da un più antico antenato comune. Ma si può anche immaginare che Homo neanderthalensis e Homo sapiens non abbiamo avuto solo rapporti brutalmente
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Una traccia evolutiva si coglie nello sviluppo dell’embrione umano: a 4 settimane dal concepimento abbiamo una sola orbita, come i mitici Ciclopi
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