Per tale ragione, abbiamo voluto dare spazio alle distinte opinioni di Edward Luttwak e Gianandrea Gaiani, a corollario del commento sopra riportato dell'autorità delegata.
In questo lavoro abbiamo articolato un modello di fondo rotativo quanto più possibile adeguato rispetto alla situazione italiana. Tuttavia potrebbe ritenersi non realizzabile, nella situazione italiana, l'erogazione di larghe somme da parte del settore pubblico ai fondi rotativi per gli investimenti nel settore idrico avente l'effetto di aumentare il debito pubblico. E' evidente peraltro che, con gli attuali vincoli al debito pubblico, gli investimenti pubblici nel settore idrico dovrebbero in ogni caso spiazzare altre tipologie di investimenti infrastrutturali: ciò nell'attesa della possibile adozione di qualche forma di "golden rule", la quale rappresenterebbe in realtà l'unica soluzione adeguata alla carenza di tutte le tipologie di infrastrutture pubbliche. Un'alternativa più realistica rispetto a quella dei fondi rotativi sembra essere quella dell'istituzione di fondi di garanzia, che risponderebbero delle obbligazioni assunte (attraverso le garanzie rilasciate) con il loro patrimonio che verrebbe escusso a richiesta delle banche finanziatrici al verificarsi dell'eventuale "default".
Le tecnologie della comunicazione stanno progressivamente ridisegnando il nostro modo di essere, le nostre relazioni e le forme e gli strumenti attraverso cui quotidianamente accediamo alle informazioni di cui abbiamo bisogno. Anche i musei sono coinvolti in tali evoluzioni ed il rapporto che può essere instaurato tra visitatore e museo attraverso i nuovi "media" digitali diventa quindi incredibilmente più ricco e complesso. Tanto il museo quanto l'individuo sono, quindi, portatori di una trama relazionale che diventa progressivamente più estesa, anche traendo beneficio dalla più recente evoluzione della rete Internet, caratterizzata dall'avvento e dalla diffusione del cosiddetto "web 2.0" e dei "social media". Ciò determinerà per i musei la necessità di sviluppare una consapevole strategia di presenza sui "social media", cioè una vera e propria "social media strategy", la quale rappresenta una porzione della più ampia "digital strategy" del museo. Inoltre, la diffusione sempre più ampia e pervasiva delle tecnologie mobili e dei dispositivi indossabili prefigura l'avvento di uno scenario in cui i visitatori dei musei modificheranno profondamente sia il modo con il quale stabilire una relazione con queste organizzazioni, sia le modalità concrete di fruizione dei servizi museali.
Partendo dalle suddette osservazioni, abbiamo voluto approfondire tali tematiche avendo come obiettivo della ricerca quello di verificare quali conseguenze l'abuso apporta nella vita del minore al fine anche di fornire un contributo per le valutazioni medico legali in tema di "child abuse". Pertanto a 30 minori ambosessi, inviati in assistenza, dai Tribunali per i Minorenni di una regione del sud di Italia, presso un Centro Convenzionato ed accreditato presso gli Uffici di Giustizia Minorile, per aver subito abusi e maltrattamenti, è stato somministrato un questionario, previa acquisizione del consenso dei genitori, il "Los Angeles Symptom Checklist", che ha la funzione di verificare, in un soggetto esposto ad un trauma, la presenza di segni psicodiagnostici riconducibili al Disturbo da Stress Post Traumatico. In 18 dei trenta minori esaminati sono stati riscontrati segni psicodiagnostici riconducibili al Disturbo su riportato. La tipologia di abuso maggiormente rappresentata è quella di profilo psicologico, riferibile a situazioni di estesa conflittualità coniugale e genitoriale. Le valutazioni di profilo medico legale, in tema di "child abuse" hanno quindi necessità di essere supportate da strumenti sempre più attendibili.
Utilizzando lo "z-score" (Roy, 1952; Cihak e Resse, 2002 e 2008; Beck, 2008), abbiamo analizzato i dati di bilancio delle BCC Italiane dal 2006 al 2011 e confrontato i risultati con quelli delle banche commerciali italiane. Mediante una regressione tra lo "z-score" ed una serie di fattori "bank-specific", l'analisi identifica le potenziali fonti di rischio/opportunità legate alla dimensione della banca ed alle specificità del credito cooperativo. I risultati mostrano che, in accordo con precedenti studi su altre nazioni, le BCC presentano un maggior grado di stabilità finanziaria. In particolare, esse risultano più capitalizzate rispetto alle altre ed investono in maniera ridotta in prodotti derivati, per cui si ritiene possano svolgere un ruolo di stabilizzatori del sistema durante la crisi.
Quest'ultima considerazione si muove esattamente nella direzione che, nel presentare il "Manifesto per una riforma di sistema delle società a partecipazione pubblica", abbiamo inteso indicare, o meglio che è necessario procedere ad riordino complessivo della normativa sulle società pubbliche sulla base della fondamentale distinzione tra società-imprese pubbliche e società pubbliche quasi-amministrazioni (in cui espresse e significative deviazioni legali dal tipo società di capitali suggeriscano una qualificazione pubblicistica). In altri termini, mentre nella prima ipotesi gli enti pubblici, che decidano di perseguire i loro obiettivi (di interesse generale) attraverso l'istituzione o la partecipazione al capitale di società commerciali, dovrebbero prendere atto che il regime delle società e quello delle loro attività sono delineati dal codice civile, nella seconda ipotesi il ricorso alla società di capitali costituisce soltanto lo strumento utilizzato dalle amministrazioni socie per conseguire efficienze aziendali.
Abbiamo quindi cercato di mostrare le seguenti tesi. 1. La problematicità della "Dichiarazione", anche nel suo ultimo aggiornamento. Essa infatti da una parte promuove il principio di beneficenza, specificando che i pazienti coinvolti nella sperimentazione devono essere trattati allo stesso modo dei pazienti ordinari (art. 4), e dall'altra legittima i Pct nel caso di "convincenti e scientificamente solide ragioni metodologiche" (art. 33). 2. La scarsa considerazione rivolta alla DoH o una sua interpretazione in senso ampio e permissivo riguardo l'uso del placebo, da parte delle due agenzie del farmaco "Food and Drug Administration" (Fda) americana, e "European Medicines Agency" (Ema) europea. 3. La nostra preferenza per la posizione dell'uso limitato del placebo, sia per ragioni scientifiche sia perché più consona alla tradizione etica dell'obbligo terapeutico alla cura, e del "principio di non disponibilità della persona". 4. L'ineccepibilità dal punto di vista teorico della DoH nella parte in questione - indubbiamente più vicina alla posizione dell'uso limitato del placebo - che però nella pratica risulta in una facile vulnerabilità a spinte economiche ed etiche lontane dallo spirito di beneficenza, che per 50 anni l'ha caratterizzata e distinta.
Abbiamo messo in luce tre accezioni del termine "Diritto": "res iusta", "Lex", "facultas". La tesi che ci proponiamo di sostenere consiste nell'affermazione, nel pensiero dell'Aquinate, della primazia della "res iusta" sulle altre accezioni del "Diritto" ("Lex" e "moralis facultas"), che acquistano senso e significato soltanto nella loro relazione con la "res iusta". L'aver posto la "res iusta" come "princeps analogatum" del Diritto consente a Tommaso di distinguere accuratamente i diversi piani della realtà della Morale e del Diritto e di abbracciare una visione unitaria del Diritto. In Suárez, invece, che pure professa una fedeltà di spirito alla dottrina dell'Angelico, viene meno l'ancoraggio ontologico alla "res iusta", con il risultato che il Diritto si frantuma in due blocchi contrapposti ("Lex" e "moralis facultas"), accomunati soltanto dall'essere entrambi l'espressione di un potere. Cerchiamo di prendere in esame il percorso storico-concettuale che conduce da San Tommaso a Suárez, autore che possiamo già considerare a nostro avviso come appartenente alla modernità giuridico-politica.
Del resto, abbiamo dimenticato che il nostro Paese è stato l'artefice del più avanzato livello (tecnico e concettuale) di forma e di firma digitale, prima di "avvitarsi" in costruzioni tanto complesse quanto di utilità relativa. Nel presente contributo si fornisce un quadro tra passato (non troppo remoto) e futuro di quanto accade nel mondo dei pagamenti "on line", con il rammarico di aver perso l'ennesima buona occasione.
Non è sorprendente che tuttora nel mondo delle professioni vi siano dei dubbi non minuti sulla rilevanza della disciplina anti terrorismo, sulla quale da diversi anni abbiamo portato dei chiarimenti che riteniamo di ribadire, alla luce della persistenza di interrogativi al riguardo.