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Ordinanze di manifesta infondatezza e manifesta inammissibilità: la giurisprudenza della Corte costituzionale nell'anno 1998 (Parte seconda) - abstract in versione elettronica

85855
Gambini, Federico 1 occorrenze
  • 2003
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Attraverso una lunga evoluzione giurisprudenziale (di cui abbiamo dato conto nella prima parte del presente contributo, pubblicata nello scorso numero di questa Rivista) tali ordinanze hanno via via riassorbito ipotesi in precedenza decise dalla Corte con altri tipi di pronunce, segnalandosi in particolare come un utile mezzo per lo smaltimento dell'arretrato. Nel corso del 1998 la Corte ha pronunciato ben 274 ordinanze (adottando la formula della manifesta infondatezza, della manifesta inammissibiltà o della restituzione degli atti al giudice a quo) su un totale di 412 decisioni relative a questioni proposte in via incidentale: in pratica due volte su tre la Consulta, per definire un giudizio, ha adottato la forma dell'ordinanza anziché quella della sentenza. Questo dato statistico, fra l'altro, risulta in controtendenza rispetto all'andamento degli ultimi anni in cui l'utilizzo delle ordinanze pareva essersi attestato intorno al 50% delle decisioni adottate dalla Corte. L'indagine sulle pronunce di manifesta infondatezza e manifesta inammissibilità si rivela dunque di grande rilevanza dal punto di vista dell'accesso alla giustizia costituzionale e, quindi, dei requisiti attualmente richiesti dalla Corte per la proposizione delle ordinanze di rimessione da parte dei giudici a quo.

Psichiatri e immigrati tossicodipendenti in carcere, ambiguità degli strumenti e relazione - abstract in versione elettronica

86187
Spensieri, Simone; Del Puente, Giovanni 1 occorrenze
  • 2003
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Partendo da alcune riflessioni relative ad una ricerca condotta nel carcere di Marassi di Genova col proposito di individuare le tappe, i percorsi e le storie dei pazienti extracomunitari che si presentano al Ser.T. interno, abbiamo invece rivolto la nostra attenzione verso fattori determinanti nel condizionare i fini e i modi operativi del lavoro dello psichiatra. Ci siamo soffermati a significare gli strumenti medici di cui disponiamo e che, all'interno del contesto carcerario, s'inseriscono in un dispositivo costruito su presupposti ideologici e sociali che intrappolano e confondono l'azione sanitaria in un intricato reticolo di interessi, allontanandola da ciò che s'intende come cura.

Sindrome di Lyell. Nuove strategie terapeutiche ed implicazioni medico-legali - abstract in versione elettronica

86231
Cortellini, M.; Bollero, D.; Stella, M.; Magliacani, G. 1 occorrenze
  • 2003
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Analizzando gli schemi terapeutici pre-sindrome, abbiamo riscontrato la difficoltà ad attribuire ad un farmaco la causa scatenante della malattia, visto che molti pazienti avevano terapie multiple, già in atto da lungo tempo. L'imprevedibilità della malattia, l'impossibilità di prevenzione pongono il medico che ha prescritto la terapia scatenante in una posizione di non imputabilità, non potendo egli prevedere una reazione così violenta ad una scelta terapeutica finalizzata e mirata alle condizioni del paziente.

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