Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Della scultura e della pittura in Italia dall'epoca di Canova ai tempi nostri

251566
Poggi, Emilio 7 occorrenze
  • 1865
  • Tipografia toscana
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Non più che in tal guisa poteva rendersi con lo scarpello Omero e Virgilio; e penso che il Fedi nel rappresentarci quella stupenda scena, abbia cumulato la maestria ed il valore de’ più reputati antichi.

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E qual è l’artista che non abbia un fare tutto suo proprio? In ogni stile si nota una certa convenzione, e forse tante volte è per essa che una scuola si distingue dall'altra. E nelle vostre produzioni manca forse la convenzione, o pittori naturalisti? E se questa è da voi reputata in arte un errore, credereste forse emendarvene commettendolo sotto altre forme? Il solo artista privo affatto di genio non ha convenzione, ma chi lo possiede, lo manifesta usando di essa, ma però nelle debite misure. Senza convenzione; o accordo, non è composizione; senza di questa non è artifizio, ove manchi l'artifizio, l'arte è distrutta.

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E questo ottiene il giovane artista esercitando con intelligenza l’occhio alle più interessanti ricerche delle cose create, osservandole con studio profondo, e sempre in rapporto al concetto che si è fisso in mente per eseguire una scena, una statua, e raccogliendo, a similitudine dell'ape, le sparse variate bellezze della natura, comporne poi un tutto il quale non lasciando alcuna traccia di ricercato ecclettismo di parti, dimostri tutta la semplicità e naturalezza possibile, da far credere che la natura stessa abbia a lui posta innanzi quell'opera intera e perfetta, e come egli la presenta agli orchi del pubblico. Non facendo adunque questione sull'ammissibilità o no dell'idealismo nella estetica dell'arte, perchè tutti ne riconoscono la necessità, ecco dichiarato, secondo il mio concetto, come dovrebbe intendersi ed applicarci ,il bello-ideale rapporto alla scelta dei tipi e delle forme.

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. — E quell'idea non è volgare; ma secondo il modo di vedere della mente che la produce, ella è sempre la più nobile, la più elevata e la più atta a raggiungere il perfetto nella cosa che vuole eseguire, o venirne in possesso, sia abbia questa attinenza allo spirito, sia la abbia agli oggetti materiali.

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Però l'artista che abbia, come deve, educata e fornita la mente dello studio delle bellezze del creato e dell’arte, che nel resultato sono per lui ciò che per i letterati è lo studio de! classici autori, quando modella, disegna o dipinge una figura, non avrà bisogno, allorchè lavora col vero sotto gli occhi, che sia questo assolutamente perfetto, ma col tesoro delle sue vaste cognizioni, formatosi, come ho detto, collo studio dei buoni maestri, e dell'anatomia, ancorchè abbia davanti un modello che difetti in qualche parte del corpo, e manchi del carattere e della scelta di quelle forme che gli abbisognano, potrà e saprà come e dove abbiano luogo le correzioni onde rendere fra loro in armonia tutte le parti della figura e senza difetti.

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, dichiaro che io ebbi soltanto in mira di accennare le diverse fasi che subì questa bellissima figlia del genio dall'epoca dell’ultimo risorgi mento fino ai tempi nostri, nei quali è innegabile abbia operati grandi progressi da non dovere ella fra non molto invidiare i vantaggi della sua prediletta sorella, se i di le cultori, gelosi sempre del proprio onore, persisteranno nello studio delle buone scuole.

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Il parlare di estetica potrà essere utile per illuminare coloro che di arte nulla conobbero; ma perchè apprenda l’artista da teche parli di arte, è necessario che ragionando delle teorie di quelle tu lo conduca poi alla vera applicazione pratico; e con somma chiarezza è mestieri anco tu gli accenni come e dove abbia errato artisticamente nell'esercizio pratico rapporto all’estetica. Allorchè il critico osserva all’artista che tal gruppo o scena non è ben composta; che le figure sono slegate fra loro; che il tipo o il costume è sbagliato; che il disegno non è corretto; esagerato il contorno; il concetto non è bene espresso, vi è freddezza di sentii mento, i partiti delle pieghe ricercati e non veri; l’effetto vi manca, vi manca il rilievo; il colore è peso, è smorto o stride, è male inteso o spinto etc. etc. , bisogna sucessivamente che il critico stesso spieghi all’artista colla medesima chiarezza tecnica come avrebbe dovuto farsi, e addurre le ragioni perchè egli errò facendo in quel modo. La critica sterile e le isolate teorie irritano e confondono più che giovare all’artista.

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