Ma Attilio, con modo gentile: «Fratello, - disse ad Orazio, - abbi pazienza, lasciamolo parlare». Veramente spacciato Cencio, addio rivelazioni. Ciò era chiaro come il sole, onde la suggestione del capo dei trecento di Roma fu capita da Orazio e sciolse dalla gola di Cencio le sue mani frementi. «Se vi è cara la vita del principe T. - ripigliava il malvagio - andiamo insieme a farlo avvisato che un agguato di otto emissari del Sant’Ufficio lo apposta nei dintorni dell’Albergo Vittoria ove egli sta d’alloggio».