Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le buone usanze

195686
Gina Sobrero 1 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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I capelli falsi sono una cosa brutta ed inutile; si riconoscono a prima vista, e non hanno mai abbellito nessuno. Una signora d'età darà prova di eleganza, coprendo i suoi capelli di una trina. Per la nettezza della testa vi sono tante ricette quasi, quante persone; adesso la più in voga è il così detto shampooing di cui uso ci è venuto dall'Inghilterra. Si prepara anche in casa facilmente; in un litro d'acqua si fondono trenta grammi di bicarbonato di soda, quindici di sapone di Marsiglia, poi vi si versano alcune goccie di essenza, e trenta grammi di spirito di vino finissimo; lavati ben bene i capelli e la testa con questo miscuglio, si risciacquano nell'acqua tiepida, e poi si asciugano con biancheria calda. Prima di pettinarsi bisogna aspettare due o tre ore, per evitare che i capelli prendano quell'odore d'umido assai sgradito. Le bionde fanno meglio evitando le lavature all'acqua, che alterano sempre un poco la tinta loro delicata, e supplendovi col lavarsi con farina di meliga spazzolando quindi ben bene la chioma. Questa della spazzola è un'ottima abitudine, quando si sa servirsene bene; il leggero massaggio facilita la crescita dei capelli, e inoltre toglie le pellicole che dànno tanta apparenza di trascuratezza alla più bella testa. L'arrestare la caduta dei capelli non è più ufficio del galateo; bisogna però, in questo, ricorrere al medico e non fidarsi delle quarte pagine dei giornali. È pessima educazione grattarsi colle unghie il capo, il che inoltre stacca i capelli e facilmente ferisce la cute; nè mi pare migliore l'abitudine che hanno certi uomini, di passarsi continuamente le mani in testa con quel gesto ispirato, che, in certi casi, è proprio fuor di posto. Veramente ogni parte del nostro corpo richiederebbe consigli speciali, per conservarlo in quello stato di salute e di nettezza che forma la vera bellezza; mi limiterò peraltro a dire che sarebbe necessario introdurre in Italia, come in tutte le nazioni civili, l'uso del bagno completo quotidiano. L'acqua non manca certo nella nostra penisola; ma sui trentadue milioni di sudditi di sua maestà Vittorio Emanuele III, sono sicura che nemmeno centomila hanno questa abitudine. Non arrivo al punto di dire che la civiltà di un popolo sia in ragione diretta del suo amore alla pulizia, ma è certo che questa, forma un gran contingente di benessere, e dinota un grado elevato di educazione. Vorrei che nelle case di mediocre ricchezza si trascurasse un po' più il salotto, ma non si mancasse della stanza da bagno; che la padrona di casa avesse una veste di seta di meno, il padrone rinunziasse a qualche costoso capriccio, ma che entrambi pagassero la leggera sopratassa che permetterebbe di aver acqua sufficiente per le complete e giornaliere abluzioni di tutta la famiglia. Costano così poca fatica, e accrescerebbero tanto la salute e la bellezza! Chi non può avere una vasca in marmo, si contenti di quelle di zinco, di un recipiente rotondo per le spugnature; ma acqua, acqua, io grido, con tutto l'entusiasmo con cui gridava Pietro l'eremita famoso: Dio lo vuole! perchè questa, in favore dell'uso dell'acqua e della pulizia, è una vera e santa crociata. I denti vanno lavati almeno due volte al giorno, la mattina e la sera; è bene sciacquarsi la bocca ogni volta che si mangia; l'alito cattivo è una delle cose più disgustose immaginabili, e, quando non proviene da una malattia dello stomaco o dei denti, può evitarsi con una grande nettezza della bocca. I denti allora si conservano sani e bianchi; il che non è da disprezzare, giacchè il più bel voto non può parer tale, quando nel sorriso scopre due file di denti di dubbia nettezza. Si devono prendere sin da fanciulli queste abitudini, se non vogliamo aumentare le ricchezze di tutti i dentisti americani e tedeschi, che invadono l'Italia fidandosi appunto sulla nostra trascuratezza in questo ramo della toeletta personale. Mordere le labbra, bagnarle continuamente colla lingua è cattiva educazione e ne sciupa la freschezza, rendendole facili all'azione dell'aria fredda; non mi pare necessario di dire che non bisogna mettersi le dita in bocca, nel naso, nelle orecchie; è vero che monsignor Della Casa vi accenna nel suo famoso galateo, ma forse allora egli sentiva il bisogno di questi consigli ai suoi contemporanei, mentre ai nostri tempi oso qnasi supporre che nemmeno un bambino lattante abbia di questi volgari difetti. È meglio non portar mai le mani sulla faccia: le pelli delicate conservano subito l'impronta delle dita, e una bella carnagione è certo uno dei migliori pregi del volto. Anche le unghie richiedono una cura incessante; alcuni pretendono che non bisogna mai tagliarle ma limarle: io sono di parere che le due operazioni sono ugualmente necessarie; in ogni caso poi vanno tenute molto nette, e di giusta lunghezza se non si vuol farle sembrare artigli; tagliarle col temperino è cattiva educazione e si sciupano; occuparsi delle nostre dita è una funzione che bisogna fare nel proprio camerino da toeletta, mai in pubblico; le unghie si lucidano con un pezzetto di pelle scamosciata; vi sono polveri a posta per dar loro lucentezza e tinta rosea, ma in fondo io le credo inutili; una buona salute e molta pulizia sono i migliori rimedii. Quelli che hanno il brutto vezzo di rosicchiarle, non tardano ad essere puniti della loro sconvenienza; una volta presa la brutta abitudine, difficilmente, anche perdendola, torneranno ad avere unghie belle e lucenti. La signora cui sta maggiormente a cuore la bellezza delle proprie mani, non ha bisogno di rimanere oziosa per conservarla; adoperando larghi guanti vecchi riuscirà ad evitare il danno della polvere e a conciliare le occupazioni di una buona massaia con la cura di conservarsi le mani morbide e le unghie bianche. Del resto un po' di sugo di limone è ottimo per lavarsi le mani dopo aver terminato le mille piccole faccende domestiche. Per togliere le macchie d'inchiostro si usi la pietra pomice, oppure il limone, il latte, il sugo di un pomodoro, ecc. Il più grande scrittore, il più laborioso impiegato non vanno esenti dall'obbligo di conservarsi persone educate; e mostrarsi colle mani sporche d'inchiostro, è una cosa indecente e imperdonabile. Oltre questi brevi precetti di nettezza per conservarsi belli e attraenti il più lungamente possibile, l'igiene consiglia una quantità di ricette che mi porterebbe troppo in lungo l'accennare e che sarebbero fuori posto in questo libro. Le passeggiate regolari, la ginnastica moderata impediscono d'ingrassare; un cibo sano, semplice e nutriente, le veglie non troppo prolungate, la moderazione nei sentimenti, nelle passioni di qualunque genere, sono tutte buone abitudini che conservano il corpo sano e che noi non dobbiamo affatto trascurare, se vogliamo conservare la bellezza sortita da natura, e così adempiere un vero dovere, che, come ho già detto, ci incombe e verso noi e verso il prossimo.

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