Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbelliscono

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Le buone usanze

195562
Gina Sobrero 1 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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La moglie di un ufficiale; di un impiegato, i quali cambiano dimora secondo i capricci del Ministero della Guerra o degl'Interni, non può facilmente pretendere di avere tutti i comodi, i bibelots che abbelliscono le residenze stabili. Però per tutti è possibile il non commettere certi errori grossolani, quali per esempio collocare un armadio a specchio in sala, o in camera da pranzo quegli orrendi legni scuri scolpiti, a buon mercato e pretensiosi; assai preferibili i legni chiari purchè si tengano perfettamente puliti. Non sono certo del parere di quelli che riuniscono nella stanza destinata ai ricevimenti tutti i migliori mobili della casa trascurando le altre; ma tuttavia dico che, quando si può avere un salotto, è giusto abbellirlo quanto è possibile, per il piacere dei visitatori i quali si sentono subito in un ambiente ospitale e simpatico. Ammiro i gingilli, ma dichiaro di cattivissimo gusto ingombrarne tutti i mobili, sicchè non si sappia dove posare un oggetto qualunque, e trovo detestabile, per soddisfare la mania dell'ornamento, coprire le pareti di vecchi cenci, di litografie, stampe; ritratti sbiaditi così facilmente dal sole, dal calorifero, dalla polvere; mi pare subito di sentirmi in una portineria rispettabile, sì, sotto tutti i lati, ma certo non imitabile per il gusto. Chi possiede mobili di stile, non li confonda con oggetti di fantasia, a meno di avere uno di quei salotti senza pretesa, fatti proprio per viverci secondo l'uso inglese, e in cui è perdonabile l'accozzaglia più disparata di tinte, di forme, di epoche. In questo caso però bisogna avere un altro salotto, anche se minuscolo, destinato proprio agli estranei e dove lo sguardo si riposi sull'armonia più completa dell'insieme. La rivoluzione nel mobilio inglese ha consistito sopratutto in questo: a far sì che ogni oggetto avesse un fine di praticità, fosse appropriato all'uso, avesse insomma ragione d'essere in ogni parte o nell'insieme. È vero che non sempre si raggiunge il bello, ma si evita la demenza di certa nostra mobilia, e si è sulla via dell'arte. C'è un mezzo semplicissimo per rendere bella e attraente qualsiasi abitazione: empirla di fiori; costano poco, si rinnovano, e col loro profumo e con la loro grazia celebrano le lodi della padrona di casa. I fiori stanno bene nel salotto, sulla tavola centrale della sala da pranzo; stuonano nell'entrata, nei corridoi. Per questi luoghi sono più adatte le piante. Si mettano alle finestre o sui balconi, e siano piante scelte, curate, amate; si ricordi che tener le piante in camera, ambiente chiuso che ad esse riesce sempre malsano, non è amarle: è ucciderle. Il disporre i fiori nelle camere è tutta un'arte in cui si rivela la personalità di chi se ne occupa. Scegliere i fiori, tener conto dei loro colori e delle loro varietà nell'avvicinarli, nel dare ad essi un posto piuttosto che un altro, metterli in un vaso od un altro, è per i giapponesi un'arte ed una scienza: e da ciò risulta la bellezza originale dei vasi che ci vengono dal fecondo impero del Sole Levante. In camera da letto, poi, nè fiori nè piante; nuociono alla purezza dell'aria, e l'igiene è in molti casi una forma dell'educazione. Nelle case eleganti, oltre al gabinetto di toeletta, c'è quello destinato al bagno in tutte le forme dell'idroterapia moderna; ma quando quest'ultimo non si possiede, è indispensabile una vasca nel gabinetto di toeletta, che permetta complete e giornaliere abluzioni. Tornerò ancora sull'argomento della pulizia che mi pare indispensabile; intanto dal semplice lato della mobilia dico che giudicherei subito male una casa nella quale in un posto o nell'altro non scorgessi questa vasca, sia essa di metallo, di marmo, o d'altro. Nell'anticamera, se è possibile, si evitino gli armadi, i cassettoni, le casse, tutto ciò che serve per i comodi della vita; a quelli che ci visitano va riservato ciò che soddisfa la vista. Nell'entrata sono indispensabili un attaccapanni, un posa ombrelli (tanto più adesso che se gli uomini vanno in una casa per rimanervi un pezzetto, a pranzo, od in serata, depongono nell'entrata il cappello ed il bastone), un vassoio per posarvi le carte da visita della giornata, qualche bella pianta o qualche sedia. Tutto ciò poi può essere elegante e ricco quanto si vuole, ma deve serbare un carattere di serietà quasi solenne, perchè ne acquisti dal contrasto maggior gaiezza l'appartamento intimo. In molti appartamenti, o per vanità della padrona, il cui volto forse non può più sfidare la luce sfacciata, o per economia, affinchè il sole non sciupi e scolorisca le stoffe, o per seguire la moda, si mantiene una oscurità così completa che i visitatori corrono il rischio di sedersi sulle ginocchia dei primi giunti, d'incespicare, confondersi nel salutare, e rendersi ridicoli e magari scortesi dicendo cosa spiacevole o dolorosa agli altri ospiti non indovinati nelle tenebre eleganti. Le tende sono un bell'ornamento di ogni camera, ma debbono avere per iscopo di velare, non di escludere l'aria e la luce. La biancheria fa parte della mobilia di una casa, e va curata come cosa essenziale. La finezza, il valore, possono essere relativi, adattarsi alle rendite, ma l'abbondanza è indispensabile, perchè la nettezza è la prima delle eleganze, quella alla quale non rinunzia nemmeno il povero che tende la mano all'angolo della via, se ne ha l'istinto. Sarebbe assurdo dettar cifre per il numero dei vari oggetti; bisogna però pensare che nella casa più modesta la tovaglia e i tovaglioli vanno mutati almeno due volte per settimana, salvo il caso di accidenti; che le lenzuola richiedono il cambio almeno ogni otto giorni, che i servi hanno lo stesso diritto, e che la biancheria di cucina deve essere rinnovata soventissimo, se vogliamo pretendere dalla cuoca, o dal cuoco la pulizia piacevole a noi che ci pretendiamo raffinati. Bisogna prevedere i casi di malattia, in cui la più volgare medicina impone il cambio frequente di tutto ciò che avvicina l'infermo; non che i casi di nascite, giacchè nulla è più indispensabile della biancheria netta durante il puerperio. È molto fuori posto destinare la biancheria un pò sciupata per la cucina; sia ruvida e grezza la tela, ma comprata apposta e usata nuova; le vecchie tovaglie lasciano il pelo sugli oggetti che si asciugano, senza accennare che è molto più bello vedere una tovaglia di quella forte tela detta casalinga, che non di quella di fiandra rattoppata e rammendata. Le vecchie lenzuola, le tele liscie tornano utili per preparare i pannilini al bimbo futuro, per i casi di ferite, di piaghe, di scottature; vi sono poi tanti e tanti poveri, tanti ospizi di carità che giornalmente chiedono il nostro aiuto e ai quali possiamo offrire simili vecchiumi; non manca mai il mezzo di sbarazzarsi di tutti quegli ingombri! La cura della biancheria è affidata alla signora; per quanti servi vi siano in una casa, si può essere certi che essa sarà sempre trascurata da questo lato se non vi sopraintende, vigile e intelligente, l'occhio della padrona.

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Eva Regina

204184
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 2 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
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La collera è manifestata dalla contrazione delle sopraciglia, il dolore dalla loro depressione, la gioia dal loro rilasciamento. » Oltre essere una protezione per gli occhi, sopra i quali sono come un piccolo baluardo di difesa, le sopraciglia ne fanno risaltare lo splendore, ne abbelliscono le linee. Le donne tengono molto a questo ornamento naturale e ne correggono volentieri la scarsezza o la interruzione con qualche ingegnoso tratto di matita bruna. Certi tipi forti hanno le sopraciglia foltissime, prolungate, sino quasi a formare una linea non interrotta alla radice del naso. La voce popolare dice che è sintomo di gelosia. Deux longs sourcils noirs qui se fondent ensemble, così celebrò queste sopraciglia un poeta. Altre sopraciglia sono appena indicate da un tratto leggero, elegante; altre fuggono in alto agli angoli e conferiscono alla fisionomia un'espressione strana, che non dispiace. Si dice che le sopraciglia folte vicine agli occhi denotano un temperamento tenace, volonteroso; un po' collerico, anche. È raro che le sopraciglia non abbiano lo stesso colore dei capelli; ma quando sono diverse hanno una gradazione più oscura, mai più chiara. Così le bionde dalle sopraciglia brune sono bellissime, per il contrasto del volto bianco e dei capelli d'oro. Oh bei capelli femminili, degni « di poema magnifico e di storia » ! Come l'uomo ha l' ambizione dei suoi baffi e della sua barba, segnali di virilità, la donna ha l' ambizione dei suoi lunghi capelli, dolce prerogativa della femminilità. Chiome nere, folte, lucide come velluto, dai riflessi d' acciaio; chiome bionde, leggere come un nimbo d'oro ; capelli del candido e fosco colore delle foglie autunnali, ondulati come la sabbia del mare dopo il passaggio dell'onda: capelli fulvi come la fiamma e attorti in capricciose volute com' essa; pallidi capelli color del lino cadenti in treccie languide; capigliature riunite in tutte le gradazioni del bruno, sfuggenti ai piccoli pettini di gemme e d'argento: voi passaste certo nell'ultimo sogno del vecchio don Giovanni come uno dei più acuti rimpianti. Sarebbe uno studio poetico e gentile quello delle capigliature femminili che lasciarono ricordo di sè: dai prolissi capelli di Eva bionda che coprirono come un manto la sua nudità non più casta, alle chiome che i nostri poeti moderni celebrarono in rima nel ricordo delle loro amanti. E non bisognerebbe dimenticare nè i capelli biondi di Maddalena che asciugarono i piedi di Gesù, nè la chioma fulva delle eroine delle cronache cavalleresche, nascoste sotto l'elmo guerriero, nè i lunghi capelli che protessero il pudore di Lady Godiva quando il marito brutale le ingiunse di attraversare ignuda a cavallo la città di pieno mezzogiorno, nè i riccioli della sventurata amica di Maria Antonietta :

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L'uso degli anelli dovrebbe venir sottoposto alla forma della mano: certe mani si abbelliscono con gli anelli, certe altre no. Gioverà più avere pochi anelli ma ricchi, che molti e di poco valore o di gusto comune. Finora la moda delle lunghe maniche non è stata favorevole ai braccialetti, ma ora le maniche corte li rimetteranno in uso. Una signora di buon gusto preferirà i braccialetti leggeri, anche di lusso, ai braccialetti massicci, larghi, troppo sfacciatamente adorni. E una donna che possiede senso d'arte farà in modo di intonare lo stile dei suoi gioielli e il colore delle pietre al genere della propria bellezza. Ma, a questo proposito, ecco il curioso significato che gli antichi attribuivano alle diverse gemme. Servirà alle gentili superstiziose per guardarsi da alcune di esse o per ricercarle. L'agata e la corniola rallegrano. Il topazio consola e domina l' incostanza. Il diaspro guarisce le malattie di languore : la turchese impedisce ed attenua le cadute, è buona anche contro gli svenimenti e le malinconie. L'ametista vince l'ebbrezza. Lo zaffiro rappresenta le aspirazioni elevate dell'anima, conserva il vigore delle membra ed allontana la paura. La calcedonia rappresenta la carità o fa vincere nelle lotte. L'onice significa candore ; il berillo la scienza teologica; il rubino accheta la collera, lo smeraldo rafferma fede, la rende incorruttibile e si spezza non appena chi lo porta non è più casto. Le perle significano lagrime; l' opale parta sventura. La regina d'Inghilterra è la sovrana che possiede i più bei diamanti, fra i quali il kohinoor, che finora è considerato come la più fulgente fra le gemme. La regina Margherita è, come tutti sanno, innamorata delle perle. Ne possiede una collana di centoquaranta dalla quale non si separa mai. Anche l'imperatrice di Germania ha magnifiche perle; e una celebre collana di 186 perle nere fu ereditata dall'arciduchessa Valeria dopo la morte dell'imperatrice Elisabetta. L' imperatrice di Russia ha un tesoro notevole per il valore storico e la lontana provenienza delle sue gemme. Ogni nascita nella famiglia imperiale ne accresce la ricchezza, poichè lo Czar festeggia l'avvenimento col dono di brillanti e smeraldi. Si dicono miracoli dei gioielli delle principesse orientali, ma non è dato ad alcuno di ammirarli, ed essi scintillano nei chiusi harem tra i profumi e i vapori inebrianti, fra i veli del mistero.

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