Il "mostro di Fuenti" in Campania ha resistito impavido per oltre vent'anni dalle prime denunce di "Italia Nostra", per essere infine abbattuto solo dopo alcune battaglie giudiziarie. Allo stesso modo i peggiori scempi urbanistici sono stati consumati con l'assenso delle amministrazioni locali. È possibile citare qui i casi di Monticchiello e Casole d'Elsa in Toscana. Le esperienze negative di questi comportamenti pubblici inducono ad assumere una posizione molto restrittiva, se si vuole veramente garantire la sopravvivenza e l'intangibilità di alcuni edifici e ambiti paesistici di valore universale e fondamentale anche per l'economia del turismo straniero.
È escluso, in modo condivisibile, che tra tali condotte lecite si possa ricondurre quella, del tutto estranea alla normativa del settore, di chi abbia detenuto e abbattuto animali senza necessità e al di fuori di ogni canale ufficiale per la vendita. Qualche perplessità suscita la qualificazione del fatto come maltrattamento aggravato dalla morte, stante la volontarietà dell'uccisione degli animali.