Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbattuta

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

ARABELLA

663055
De Marchi, Emilio 1 occorrenze

Se cresceva un monello e se portava intorno i segni della pezzenteria, la colpa non era soltanto della povera mamma, stanca, abbattuta sotto il peso di tante cose e di tante disgrazie, ma ancora un poco di una certa monachella che colla scusa di contemplare gli eterni misteri del paradiso, non si curava dei bottoni e delle calze della sua gente. Domani, come una fata benefica delle leggende, essa avrebbe potuto con una parola trasformare quella rovina in una casa ordinata, ricondurre la pace, la speranza, la volontà nel lavoro e nel bene; prendere essa l'autorità, l'iniziativa, il comando, che viene dalla forza e dai mezzi, cambiare il bianco in nero, impedire che la rovina menasse la disperazione, e che i suoi fratelli andassero per il mondo come veri vagabondi, "Senti, Ara," disse Naldo, parlando sottovoce alla sorella "c'è stato due ore fa il sor Tognino, che ha lasciato un magnifico astuccio per te. Vedessi! è pieno di perle e di diamanti." "Dov'è?" "La mamma voleva che ti chiamassi, ma papà Paolino non ha voluto, perché dice che tu non hai ancor detto di sì. L'astuccio è di sopra nella tua stanza." "Sta zitto, vado a vedere." Arabella uscì senza dir altro. Il Pirello rosso e scalmanato agitò tre volte la polenta nel paiolo, riempiendo la cucina d'un buon fumo caldo. La famiglia era quasi tutta raccolta. La Pirella col secchiello in mano e la tazza nell'altra, versava il latte spumoso nelle scodelle di terra allineate sulla tavola. Gli uomini, che lavoravano in casa, prendevan posto sui sacchi, dove s'era messo in guardia anche Brill, un cane ricciuto che non si ricordava più di essere stato bianco. Mario, tornato da pochi giorni dal collegio, entrò colle gabbie e colla civetta e cominciò a litigar forte con Naldo, come al solito. Le donne che avevan fatto il bucato sedevan sotto il portico, al piccolo chiaro del crepuscolo, ciascuna colla sua scodella in grembo, e già tutti ormai avevano trovato il loro posto, il loro piatto, il loro cucchiaio, e le bocche cominciavano a essere occupate, quando l'uscio che mette sulla scala si spalancò e apparve Arabella, col lume in mano, coperta il collo, i polsi, il petto, i capelli, di perle, di diamanti, di braccialetti d'oro con grosse pietre di rubino e di smeraldo, una vera apparizione miracolosa della Madonna santissima, che sulle prime incantò tutti gli occhi, poi trasse un grido di meraviglia e di giubilo; tutti gridarono: "Viva la sposa!" Mamma Beatrice, a cui il marito aveva sussurrata una parolina in disparte, tocca nella parte più sensibile del suo orgoglio materno, corse verso la figliuola, se la prese nelle braccia, la baciò a lungo sui capelli, la condusse nel mezzo della cucina, dove uomini e donne e ragazzi, colla scodella in mano, si raccolsero ad ammirare quel non mai visto splendore di gemme. Accorsero altre ragazze dal cortile, il portico si affollò e Arabella dovette farsi vedere anche a quelli di fuori. "O santa, se l'è mai bella!" bella!" "L'è un splendor che scuriss la vista." vista." "Non se ne vede... " " "L'è la Madonna de la Salètta, Delaida." Delaida." "Con vun de quist " disse il Pirello, indicando colla punta del cucchiaio un grosso brillante dello spillone, "se pò mung la vacca anca al scur... " "Tutti vollero dire qualche cosa. Le bambine scalze e spettinate a cui Arabella soleva far la dottrina in chiesa, eccitate anch'esse da quell'apparizione, le baciavano il vestito e le mani. Papà Paolino scivolò via e si nascose nello stanzino della pesa al buio. Aveva bisogno di piangere forte e che nessuno lo sentisse.

Cerca

Modifica ricerca