Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbattere

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Il pollo non si mangia con le mani. Galateo moderno

188732
Pitigrilli (Dino Segre) 2 occorrenze
  • 1957
  • Milano
  • Casa Editrice Sonzogno
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Clemenceau scrisse che un libro è la morte di un albero, che cioè si è costretti ad abbattere un pioppo per estrarne la cellulosa necessaria a produrre quei quintali di carta. Ma per lo meno un libro è un libro, e se il lettore non avrà nulla da imparare e se il compratore si arresterà alla prima pagina, il suo autore ci avrà messo della speranza, dell'illusione, della buona fede. Pensate invece alle foreste che si spogliano ogni anno per mandare attraverso le terre e gli oceani tante parole d'amore senza amore, di ricordo senza concentrazione, di invocazione senza fondamento, che sono la replica di ciò che tutti dicono, la stereotipia di ciò che tutti fanno, la squallida manifestazione della pigrizia del cuore, mascherata di entusiasmo e di esuberanza, per formulare un augurio, questo collettivo ed epidemico controsenso escogitato dagli uomini per occultare malamente che «chaque instant de la vie est un pas vers la mort». E' un verso di Casimir Delavigne. Concludendo: 1°: non si mandino lettere e biglietti di augurio. 2°: avendone ricevuti, non si risponda. Le trecento persone che non avranno ricevuto il ringraziamento che aspettavano, non si raduneranno tutte trecento per stigmatizzare il vostro contegno. Ciascuno penserà che la lettera sia andata smarrita. Dopo sei anni capirà che è un vostro sistema; non so come lo potrà giudicare, ma avrete contribuito col vostro assenteismo a far avanzare di un dente la ruota della civiltà.

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Disgustevole e volgare è il gesto tedesco di abbattere le due mani in avanti come per schiacciare simultaneamente due mosche contro la parete, e di rovesciare la destra e sventolarla verso l'esterno per respingere una proposta o criticare un'idea o scartare un affare. Spigliato e vivace è invece il movimento delle due mani aperte dal basso verso l'alto delle donne francesi per dire che hanno «balancé» l'innamorato che cominciava a essere attaccaticcio o che hanno abbandonato per sempre un proposito, un programma o una carriera. In fondo non si tratta che della posizione delle mani, ma fra il gesto teutonico e quello francese c'è la differenza che corre fra il brutale «Diktat» del quartiere generale prussiano e il sorriso di una mannequin di Christian Dior. Sedersi. Se la donna è bassa di statura, eviti le sedie alte. Quelle gambette che oscillano comicamente dall'alto di uno sgabello di bar le conferiscono un'aria di marionetta. Cerchi le sedie basse, butti sul tappeto un cuscino, o si collochi sopra un'ottomana, ma non faccia ciondolare le gambe. Gli uomini non avvolgano i piedi come gli acrobati sospesi al trapezio intorno ai piedi della sedia. Accavallare le gambe è facoltativo per le donne; incrociarle obbligatorio. Il sedersi sulle tavole o il cavalcare «all'amazzone» i braccioli delle poltrone pretende ostentare una certa disinvoltura, ma l'ostentazione di disinvoltura è una confessione di timidezza. Utilissima, per l'educazione del gesto, è una scuola di danza. Abituando l'orecchio alla disciplina del ritmo, i movimenti si misurano e si controllano: e il dover interpretare con gli atteggiamenti del corpo il significato della coreografia, conferisce al gesto un'assidua coordinazione con la parola. Nessuna donna cammina con tanta grazia come le danzatrici classiche; nessuna donna si siede dignitosamente e castamente come le attrici. Osservatele. Esse non piombano violentemente sulla sedia; non cercano col corpo il sedile; non si muovono come i cani che si scavano una nicchia nella paglia. Le attrici incrociano le gambe, ne flettono una, scendono lentamente verso il sedile; senza lasciarsi cadere. Obbediscono alla forza di volontà, non alla forza di gravità. Né il proprio corpo né gli oggetti debbono essere buttati. Gli oggetti si posano. Anche un mozzicone di sigaretta, an- che il nocciolo di un'oliva. Ricordate il verso di Baudelaire nel sonetto «La Beauté»: io odio il movimento che sposta le linee : «Je hais le mouvement qui déplace les lignes:...» e non dimenticate che nella Francia degli ultimi grandi Re, alla corte di Versailles, quando si ordinava a qualcuno di chiudere una porta, gli si diceva : «conduisez cette porte», conducetela, accompagnatela. Si deve «accompagnare» la porta, e non sbatterla, anche quando la chiudiamo in faccia a qualcuno o quando la chiudiamo per sempre dietro di noi.

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