Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbattere

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Le belle maniere

180181
Francesca Fiorentina 3 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Chi non è forte a sopportare il male fisico, si lascia facilmente abbattere anche da quello morale. Alcuni scattano o piagnucolano per una sciocchezza:una parola pigliata a frullo, uno sguardo di sbieco, un saluto tepido, perfino un'osservazione amorevole fa montar loro la mosca al naso:e giù smusate a tutt'andare! Se poi il dolore è reale e sincero, non sanno più tenersi, e s'afflosciano come cenci, tremano come foglie sotto il turbine che passa; e allora rinnegano le più soavi idealità, o annullano tutto un passato di bontà, di devozione, per dar libero sfogo all'insoffribile angoscia, a cui maledicono come a un'ingiustizia. La piccol'anima, non temprata dall'esperienza, viene a galla in queste manifestazione di dolore. No, care, il dolore non si deve sbandierare a tutti i venti. La sofferenza vera ha il suo pudore. - Eh, ma chi raccappezza più qualche cosa in que' momenti? Se vi foste avvezzate a contenere un po'le piccole passioni, ora questa forte e vera non vi riboccherebbe così infrenabile che il cuore par che vi scoppi. Tutti, più o meno, sappiamo lo schianto d'un penoso estremo distacco, nè voi parlate a sordi, quando dite:"Se sapeste quant'ho sofferto! Ero fuori di me! ". E' vero, sembra che ci strappino violentemente le vene, e che il sangue nostro per esse voglia fuggirsene via fino all'ultima goccia; oppure ci prende un impeto di ribellione contro tutti e contro tutto, come se tutto e tutti fossero responsabili del nostro strazio. Allora, quando la ferita è ancora viva, ogni contatto sembra che ne rattizzi l'ardore, e ce ne stiamo lì tutti rattrappiti su noi stessi, per tema che altri ci s'accosti, e guardiamo sospettosi e crucciati e scattiamo d'ira, se ci balena il pensiero che meschina curiosità o falso rispetto umano conduca alcuni fra gli estranei vicino al nostro povero morto. Che cos'è tutto il mondo degli altri davanti a quel piccolo mondo nostro che s'è rinchiuso nella bara ancora scoperta? Che c'importa dell'altre persone, se quella che più amavamo è fuggita via? Le convenienze sociali ci sembrano un'insostenibile catena, che noi vorremmo spezzare con forza brutale. Distraendoci da quell'unico pensiero, ci par di mancare verso la creatura che, morta, sentiamo d'amare mille volte di più. Quanta forza bisogna in quei momenti! Lo so, si preferirebbe essere soli col nostro cuore ferito, anche perchè ci sembra di sentirci portar via, da ognuno che s'avvicina, qualcosa che toccava a noi soli, ch'era tutta nostra. Ma anche quello degli amici, figliole mie, è un tributo al povero morto; e son pochi, rarissimi coloro che, avvicinandosi a una bara, non si sentano compresi di gran pietà e di dolore vero, e non piangano sinceramente con noi, dimenticando le piccole passioni umane. Purtroppo càpita di vedere, in un corteo funebre, qualcuno che dimentica dietro a chi cammina, e si lascia andare a chiacchiere vane, o combina affari, o chiede un parere, o approfitta d'essersi ritrovato dopo tanto con un suo conoscente per aver notizie della famiglia perduta di vista, o, perfino, dice male della persona defunta. Ma voi non sarete così! Se siete obbligate voi pure a seguire una bara, posate lo sguardo sul feretro nero che vi precede, sul cero che, simbolo della vita, si consuma nella vostra mano; immaginate che l'anima separata da quel corpo portato al cimitero chieda l'aiuto d'una vostra preghiera, e allora vi passerà il ticchio di ciarlare di cose vane, di voltarvi in qua e in là, di curarvi della figura che può fare il vostro vestito:pregherete.

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E pazienza se si contentasse di masticar agro per conto suo e di veder nero co'suoi occhi, ma prova un gusto matto a far da spegnitoio all'allegria del prossimo e, come un velenoso microbo, pènetra nell'anima altrui per abbattere un'illusione, troncare un sogno, distruggere una felicità. Le confidi una speranza luminosa di cui il cuore ti ribocca? Un sorriso ironico, una parola pungente ti converte la speranza in un dubbio che tu non accogli intero, ma di cui un rimasuglio indugia nella tua anima. Le parli del bene ricevuto da una tua amica diletta e della dolcezza che tale intimità ti procura? Lei ti mette in guardia contro tale amicizia dimostrandoti come due e due fan quattro, ch'essa è fragile o interessata. E tu resti con in gola un non so che amaro. Se tu le dai un po'di braccio, lei diviene la regolatrice de'tuoi interessi, della tua volontà, della tua esistenza. Non conoscerai più entusiasmo, nè amicizia, nè ribellione, nè audacia: con le trecce sulle spalle, sarai vecchia. E, a forza di guardarti da'pericoli, inciamperai in essi e ti romperai il collo. Dio ti procuri un'amica che temperi i moti irriflessivi della tua anima e ne acqueti l'esaltazioni intempestive, che t'impedisca dal mettere un piede in fallo, ma ti liberi dall'imbatterti in madamigella"Prudenza! "

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V'accadrà, intanto, più raramente di dover tacere, quand'altri parlano, per ignoranza dell'argomento, o di pigliare lucciole per lanterne, o di non poter difendere un'opinione retta che sentiate abbattere o disprezzare. Un altro vantaggio sarà questo, che acquisterete una maggior precisione di linguaggio, di cui mancano assolutamente quelle vanerelle pettegole che non hanno un'idea propria o netta nella mente. Fidandosi delle ciance che raccolgono qua e là e non sapendole valutare con la propria testa, le ripetono come pappagalli, con entusiasmo o lode o disprezzo o biasimo eccessivi, adoprando superlativi ridicoli e iperboliche espressioni, servendosi di piccole astuzie, di giri di parole per dissimulare l'ignoranza dell'argomento. E quanto bene potrete fare! Le donne hanno il merito, riconosciuto anche dagli uomini, di possedere una più pronta intuizione delle anime, un tatto più fine, una sensibilità più squisita; con queste doti, congiunte al buon senso e a una cultura seria e non superficiale, voi, giovinette, potrete unire alla carità materiale, o sostituire a questa che sempre non ci è dato di fare, l'altra, più eletta e più vera, della parte più nobile di voi. Potrete educare più illuminatamente chi vi avvicina, ispirare la sete di tante cose belle a cui molte anime sono cieche; o, se a questo non riuscirete, vi sarà possibile almeno allontanare il male da voi e dalle persone più care. Non vi date pose, soprattutto! E poi siate pure intellettuali, nel senso buono dell'espressione. Del resto, v'assicuro che, anche se sulla parola"intellettualità"si spargesse un pizzico di quell'ironia che generalmente le va congiunta, il suo significato sarebbe sempre preferibile a quello di ozio e di frivolezza.

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