Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbastanza

Numero di risultati: 8 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Otto giorni in una soffitta

204551
Giraud, H. 8 occorrenze
  • 1988
  • Salani
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

La mamma ne ha abbastanza della sua cura ad Aix-les-Bains, e soprattutto di esser separata dai suoi bambini, e si propone di tornare presto a casa, senza però dire in qual giorno: farà una sorpresa. La prossima lettera sarà per Alano. - Che fortuna!... - esclama Maurizio saltando come un capriolo. - Scommetto che la mamma arriva senza avvertirci, forse domani. - Domani no, - replica Alano - poichè dice che la prossima lettera è per me, e ci vogliono ancora due giorni. - Quando la mamma sarà qui, le diremo di Nicoletta? - chiede Maurizio. Francesco è pensieroso. - Certo, a lei non potremo nasconderla, - dice. - Prima di tutto perchè le diciamo ogni cosa, e poi perché è quasi sempre con noi. E inoltre, credi che a tavola potrai riempire il sacco come fai ora sotto il naso dello zio Fil e di Maria? La mamma lo vedrebbe subito. - Che cosa penserà? - Anche Alano è inquieto. - La mamma ha sempre detto che non voleva delle bambine e che era molto più contenta coi suoi ragazzi, e forse sarà seccata di aver Nicoletta. - Soprattutto avrà paura di qualche storia con lo zio Fil, - riprende Francesco. - E se quella vecchia strega vede che Nicoletta è qui, verrà a riprenderla, - aggiunge Maurizio. Tutto ciò è molto preoccupante per quei tre giovani babbi. Essi rimangono un momento silenziosi, accasciati sotto il peso di quel tormento; ma Francesco pronunzia finalmente la formula magica, che ha servito sempre a consolarli: - Ci penserà la mamma. - La seconda seduta di pettinatura è ancora più laboriosa della prima. Francesco ha corso il rischio di perdere la pazienza e Nicoletta ha le lacrime agli occhi. Ma Nicoletta è risoluta a chiedere l'aiuto di Maurizio, e quando viene, un momento dopo, gli espone il suo desiderio. - Capisci, - gli dice - così non può durare. Francesco mi fa troppo male, e poi si arrabbia. Mi domando a che cosa mi, servono tutti questi capelli. - Anche Maurizio è dello stesso parere. - Del resto, - aggiunge egli - tutte hanno i capelli corti, anche le signore, anche le signore vecchie. - Anche la tua mamma? - No, ma ne parla sempre. Lei è tanto carina così, i suoi capelli le fanno come una corona intorno alla testa. - Ascolta, Maurizio, io starò molto meglio coi capelli corti; dovresti andare a cercarmi un paio di forbici e tagliarmeli. - Se si domandasse un parere anche a Francesco? - chiede Maurizio un po' inquieto per questa responsabilità. - No, no, rifìuterebbe. Se hai paura, dammi le forbici, proverò da me.

Orsù, abbiamo chiacchierato abbastanza, e m' impedite di fare il mio lavoro. Signor Francesco, siate ragionevole: fate lavorare i vostri fratelli. - È molto difficile fare problemi e analisi quando si hanno delle preoccupazioni, e i tre ragazzi pensano assai più alla loro «figlia» che ai compiti. La « figlia » è molto savia, e Francesco la trova a cantar la ninna-nanna alla bambola. Egli giunge con un pettine, una spazzola e un gran libro. - Qui son descritte le avventure di Beccaccino, - dice. - Ma tu non sai leggere e non ti divertirai tanto. Se vuoi, t' insegnerò a leggere. - Oh, sì! - dice Nicoletta. - La mamma voleva farlo, ma era sempre malata e non aveva la forza di muoversi. - T' insegnerò io, - ripete Francesco. - Intanto ti pettinerò meglio che mi è possibile. - Ahimè, è un terribile compito, quello a cui si accinge, e benchè tanto lui che Nicoletta diano prova di una pazienza angelica, la

Pagina 35

Tra un compito e l'altro Maurizio viene a farle una visitina, e il tempo trascorre abbastanza presto. Giù i compiti son fatti, ma assai male: i ragazzi tengono un consiglio di famiglia per deliberare su una questione importante. - Bisogna trovare un mezzo per andare in soffitta senza che vengano a cercarci, - dichiara Francesco. - Non sarebbe molto comodo.... - soggiunge Maurizio scotendo la testa. - Io credo che sarà meglio non parlare di soffitta, - dice Francesco. - Maria è curiosa e vorrà sapere quello che ci facciamo; e se venisse a cercarci, la nostra Nicoletta sarebbe scoperta.

Pagina 37

. - È tanto dispiacente perchè non lavorate abbastanza.... - Lo vedrai, - dice Francesco - ma non prima che sia finito. E non verrai a disturbarci, capisci? - Non bisogna esser disturbati quando si lavora, - aggiunge lo zio Fil. - Lo senti? - Francesco è trionfante. Alla fine del pranzo, quando Maria se ne va, Maurizio mostra fieramente ai suoi fratelli il sacco nel quale è riuscito a fare scivolare la colazione di Nicoletta: il salame e le olive, mescolati con una fetta di vitello, che a sua volta è stata sepolta da una valanga di patate fritte, e tutto ciò contornato di pane. Ma è stata una tale fortuna, di esser riusciti a prender tutta quella roba in barba, se cosi si può dire, di Maria, che non bisogna esser troppo sofistici per il modo col quale è stata disposta. Nicoletta è incantata del suo desinare, e piena di ammirazione per il racconto che Maurizio le fa della sua destrezza. Le spiegano anche la storia del ritratto. Francesco è andato a cercare una tela e comincerà il suo schizzo in soffitta. Nello scendere metteranno la tela sul cavalletto, e questo nella stanzina, come se realmente dovessero lavorar là. E così Nicoletta, abituata alla tristezza e alla solitudine, passa dei bei momenti, con quei tre ragazzi allegri e felici. Essi le raccontano storie divertenti, farse da loro recitate, e imprese da loro compiute. Nicoletta nella sua poltroncina, con la bocca semiaperta e le mani congiunte, non sa come esprimere i propri sentimenti. Matù, pieno di dignità, ha ceduto il posto a quelle creature chiassose: egli preferisce vedere la sua nuova amica quando è sola. La bambola, seduta sul lettino, sorride in aria canzonatoria. Quando giunge l'ora della merenda, Nicoletta è triste. - Ritornate, - implora la sua vocina. - Maurizio ti porterà la merenda, - dice Francesco. - Ma bisogna anche che andiamo a giocare un po' in giardino. Sai, Nicoletta, siamo abituati a passarci tutto il nostro tempo e non bisogna che si accorgano che non ci andiamo più. - Nicoletta è rassegnata. Con un piccolo sospiro dice: - Capisco. - Ah, - ripete ancora Francesco - se tu sapessi leggere, Nicoletta, come ti divertiresti in questa soffitta, con tutti i nostri libri! - Ma non so, - dice umilmente Nicoletta. - Sì, me l' hai detto. Domattina cercherò i nostri alfabeti e ti darò una lezione subito. - E quel giorno termina come il giorno prima. Ma quella sera Nicoletta trova il tempo un po' lungo: si annoia e sospira profondamente, accarezzando Matù che è placidamente coricato e trova la vita bella e non tediosa, poichè egli ha il beneficio del sonno. È da credere che Maurizio abbia indovinato la noia di Nicoletta, perchè, arrivando come un pazzo, con le braccia cariche di scatole, grida ansante: - Nicoletta, ho ritrovato un mucchio di costruzioni, di figure da ritagliare, e di album da colorire. Ti divertirai? - Nicoletta salta dalla gioia. - Oh, come sono contenta! Cominciavo proprio ad annoiarmi.... un pochino soltanto, sai, - confessa. - Come mi divertirò con tutte queste belle cose! - Ne cercherò ancora, - dice Maurizio. - E poi.... sai per caso cucire? - No, - risponde Nicoletta - so soltanto lavorare all'uncinetto. - Che cosa occorre per questo? - domanda Maurizio. - Un uncinetto, - risponde Nicoletta - e della lana. - Aspetta.... anderò a vedere nella

Pagina 39

Ho un bel fare il conto: non ce n' è mai abbastanza!... Costa caro dar da mangìare a questi tre ragazzi. Fortunatamente la signora non è in condizioni di badarci tanto. Via, Leonia, vado a finire di preparar la tavola. Riempitemi bene il vassoio. - State attenta, Maria, - dice Leonia, brontolando - stasera non potranno rifarsi con la pietanza: c' è soltanto una focaccia per ciascuno, non di più. - Fatele grosse, almeno, - chiede Maria che si lamenta, ma che poi è la prima a viziare i suoi padroncini. I ragazzi si sono messi a tavola. Maurizio ha richiesto l'arrosto, e Maria consiglia a Francesco di fare come suo fratello. - Non mangiate abbastanza, signor Francesco, siete troppo magro. - E io? - domanda Alano. - Anche voi potreste ingrassare un poco, signor Alano. - Via, Maria, lasciate tranquilli i ragazzi, che mangiano anche troppo, - dichiara lo zio Fil, uscendo dalla sua apatia, non si sa per qual miracolo. Maria non insiste, ma Francesco la consola chiedendo ancora dei fagiolini. Dopo la colazione di Nicoletta, colazione così abbondante che ha durato fatica a finire, Francesco le mostra un grande alfabeto, ma rimane sorpreso di vedere « sua figlia» ridergli sul naso. - Oh, - esclama essa ridendo di tutto cuore - tu hai creduto che non sapessi nemmeno questo! Conosco tutte le lettere e le sillabe, ma non so leggere correntemente, nè leggere i caratteri troppo piccoli. - Occorre dire che Francesco è rimasto un po' deluso? Sperava di avere la gioia completa d' insegnare a leggere a « sua figlia». - Ebbene, - dice però in tono allegro - sarà più facile. Ci vuole il primo libro dì lettura: eccolo! - Oh, Francesco, - esclama Alano - speravi che dopo la prima lezione Nicoletta avrebbe imparato l'alfabeto?! - Ma Francesco non è perfettamente in buona fede quando risponde: - Come vedi, ho fatto bene, poiché ne abbiamo bisogno. - Io, - dice Alano - propongo di far leggere Nicoletta quando

Pagina 53

Con Alano va un po' meno bene, ma la ragione è che Nicoletta comincia ad essere un po' stanca, e quando viene la volta di Maurizio, ne ha abbastanza e lo dice. Ma Maurizio vuol darle la sua lezione ed insiste. - Insegnami piuttosto a giocare a dama; me lo promettesti ieri, - chiede Nicoletta con la sua maniera carezzevole. Dopo tutto la fanciulla fa ancora appello al suo talento di professore, e, sia a leggere sia a giocare a dama, Maurizio insegnerà qualche cosa anche lui, anzi qualcosa di più divertente. Ridiscende dunque a cercare il giuoco della dama, ma ritorna quasi subito come un fulmine. - Francesco! Alano! - grida ansante. - Maria sta salendo quassù! Viene a vedere il ritratto. Siamo scoperti. - I due ragazzi sussultano. - Dov' è? - chiede Alano. - Al primo piano; non abbiamo il tempo di scendere. - Presto, presto, - dice Francesco. - Usciamo dalla soffitta. Non aver paura, Nicoletta. - E, come un. buon capobanda, Francesco ha organizzato, in un batter d'occhio, il suo piano di difesa. Egli tiene in mano il ritratto, e insieme coi suoi due fratelli scende la scala a passi di lupo. Prima che la povera Maria, poco svelta, sia arrivata nello « studio », i tre ragazzi sono seduti su uno scalino a mezza strada tra la soffitta e il piano inferiore. E quando Maria apre la porta e vede, con suo grande stupore, la stanza vuota, ode tre scoppi di risa e tre voci allegre sopra a lei. - Benissimo! - Ti abbiamo sorpresa! Curiosa! - Così imparerai! - La vecchia sale i tre scalini e vede i tre fanciulli. - Oh, mi avete sentito salire? - dice ingenuamente. - Perbacco! - Ti avevo raccomandato di non disturbarmi, - dice Francesco in tono severo. La povera Maria è umiliata. - Io non volevo disturbarvi, signor Francesco. Soltanto, avevq dimenticato di avvertirvi che esco. Tornerò per l' ora della merenda. - Va bene, - risponde Francesco in aria maestosa. - Per questa volta ti

Pagina 55

La giornata finisce tranquillamente, i ragazzi sacrificano a Nicoletta la loro partita di calcio; la faranno più tardi, quando Maria sarà rìtornata, o dopo cena, se sarà ancora abbastanza giorno. Per divertire Nicoletta organizzano una grande partita di steeplechase, lo steeple su tappeto verde regalato dal comandante Grey ai tre fanciulli. E Nicoletta è così estasiata nel vedere il suo cavallo arrivare il primo al palo, attraverso i mille ostacoli del giuoco, e ride con tanto gusto nel vedere Maurizio e Alano sempre perdenti, che i ragazzi non si sono mai divertiti tanto col loro steeple. Soltanto lunedì Francesco, a sua volta, ha una idea e la espone ai suoi fratelli, nel giardino, sotto l'albero grande, dove sono soliti tenere i loro conciliaboli. - Ecco, - spiega - non è necessario che stiamo a casa tutti e tre. Basterà che resti uno di noi.... e propongo che quello faccia tante monellerie da qui a giovedì, che Maria sia obbligata a punirlo privandolo della passeggiata. - I due fratelli sono convinti, una volta di più, che il loro fratello maggiore è proprio un «tipo geniale», come dice Mano. - Bastava pensarci, - dice modestamente Francesco. - Chi di noi? - domanda Maurizio. A questo punto la situazione si complica sempre Maurizio che ha l'abitudine di fare più monellerie degli altri, ma è anche il più piccolo e il beniamino di Maria, e i due più grandi lo sanno. Perchè c' è il caso che Maria gli perdoni tutto per non privarlo del divertimento. - E poi, - aggiunge Francesco - a Maurizio dispiacerà di più di non andare al bosco delle Fate. Per me, invece, fa lo stesso, se rimango in casa. - Anche per me. - Anche per me.... Voglio fare quante più monellerie potrò; - dice Maurizio - ma avevo proprio voglia d'esser buono in questi giorni, ed è molto difficile esser cattivi, quando ce lo dicono.... - Ti occorre qualche ispirazione? - domanda Francesco, serio. - Proprio, - risponde Maurizio, che sdegna l' ironia. - Vuoi che tiriamo a sorte per vedere chi dovrà farsi punire?

Pagina 65

. - Infine, - dice Francesco adirato - sono abbastanza grande, credo.... - E Maria, debole, cede. Essa versa il contenuto della bottiglia in un bicchiere, lo posa sul comodino e scende in cucina. In un batter d'occhio Francesco s' impadronisce del bicchiere e lo porta a « sua figlia». Ne ha versato un po' per la strada, ma ne rimane abbastanza per il gusto di Nicoletta. Francesco la induce a bere. - Non è buona, - dice essa con una piccola smorfia. - Ma ti guarirà. Mia cara Nicoletta, bisogna assolutamente che tu la beva per farmi piacere. - E Nicoletta vuota docilmente il bicchiere. - Fra poco ti porterò qualcosa di caldo.... - Così cattivo? - No, no, molto più buono. E domani sarai guarita. - In due salti Francesco ridiscende da Alano e posa il bicchiere vuoto sul comodino. I due ragazzi sono molto curiosi di sapere se Nicoletta ha preso bene la medicina. - Benissimo, - risponde Francesco. - Ora bisogna che le porti il decotto.... Non so come fare. - Ma trascorre una buona mezz'ora prima che Maria riapparisca, e i fanciulli hanno tutto il tempo di pensarci. Quando essa arriva, con la tazza del decotto, Alano non è più nel letto. - Dov' è il signor Alano? - domanda essa, con stupore. - Dice che è guarito, e che gli è bastato di vedere il dottore, - risponde Maurizio che è rimasto solo. - Non ha preso la purga? Dov' è, ora? - In giardino con Francesco. - In giardino!... - Maria sta per soffocare. Posa la tazza e corre in giardino. Trova Alano, senza Francesco, che corre come un pazzo. Maria è fuori di sè. - Signor Alano! - Alano arriva di corsa e salta al collo della vecchia. - Maria, sono guarito, sono guarito! - E la prende per le mani e balla davanti a lei. Ma essa non ha voglia di ridere. - Signor Alano, avete fatto molto male, - comincia essa. Ma Alano non la, lascia finire. - Come, ti dispiace che io non sia ammalato? Ci tenevi molto che io stessi a letto? - Ma chi mi dice che siete guarito? soltanto per non prendere la purga che fate così. E se dopo vi sentirete peggio? - No, mia cara Maria, non sarò più malato; sto proprio bene; guarda come ballo. - E Alano riesce a trascinare, in un girotondo poco dignitoso, la vecchia Maria che ripete: - Mi domando se è permesso di burlarsi così della gente! - Maria non ha ritrovato la tazza del decotto dove l'aveva messa. Con suo grande stupore Francesco le annunzia che l' ha portata in cucina. - E avete buttato via tutto, - domanda Maria - la medicina e il decotto? - Tutto, - risponde Francesco. Maria ricomincia a dire che non è permesso prendersi giuoco della gente in quel modo. Ma quella mattina i ragazzi hanno l'argento vivo addosso, e Maria non può far nulla. La trattengono nella stanza da studio e la obbligano a giocare come quando erano piccoli. Francesco intanto è scomparso, dichiarando che andava a dare un ultimo tocco al ritratto. - E i compiti? - dice debolmente Maria. - Stamattina facciamo vacanza in onore della malattia di Alano. - E Maria ha ceduto. È così contenta quando i ragazzi ritornano piccini e vogliono giocare con lei! La mattinata passa. Francesco l' ha trascorsa quasi tutta con Nicoletta, che sta già un po' meglio. Essa ammira molto il sacrificio di Mano, che ha rischiato di prendere una purga per lei. - E se Maria l'avesse costretto a berla? - domanda essa. - Non so se l'avrebbe bevuta, - risponde Francesco. - È già una cosa abbastanza noiosa quando si è ammalati. - Oh, sì! - sospira Nicoletta convinta.

Pagina 79

Cerca

Modifica ricerca