Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIMI

Risultati per: abbastanza

Numero di risultati: 9 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

«Topolino» 2138 (16 Novembre 1996)

365832
AA. VV. 3 occorrenze

FORSE PERCHÈ NON ERANO ABBASTANZA LUMINOSE!

NE HO ABBASTANZA DI QUEST’ATMOSFERA SNOB! IL COLLETTO MI STA SOFFOCAN...

I CASCHI NON SONO ABBASTANZA POTENTI PER VEDERE TUTTE LE IDEE! COSÌ VEDONO SOLO LE PIÙ LUMINOSE!

Corriere della Sera

369072
AA. VV. 6 occorrenze

«La tattica era abbastanza semplice: io avrei dovuto attaccare a cinquanta chilometri dall'arrivo. Se fossi stato ripreso sarebbe toccato a Vittorio».

I prezzi di listino (64,5 milioni la 520i, 65,8 milioni è abbastanza vicino a quello della serie precedente nonostante i contenuti innovativi aggiunti, il livello di qualità globale.

Ce ne abbastanza perché il centro-destra prenda la palla al balzo per rilanciare l'opportunità di una scuola disciplinata, meritocratica, formativa e culturale.

Anche i Cd-Rom offrono diverse possibilità di giocare con creature abbastanza cattive: tra gli italiani citiamo «Tip Top» prodotto accuratissimo della Rizzoli New Media che è una specie di curioso gioco di scrittura creativa per i bambini dai 4 agli 8 anni e «Il mistero dell'ape d'oro» disegnato da Panebarco (De Agostini):gli inglesi lo hanno già comprato, ma hanno chiesto dei cambiamenti, ovvero delle censure: no all'autostop fatto dai due bambini che va cambiato con un taxi che si ferma e li carica, e no ai fiammiferi che i bambini accendono per guardare dentro un cassonetto: per i piccoli inglesi devono essere cambiati con una pila (forse perché viene in mente l'antica Paolinetta che giocava con gli zolfanelli: «Un po' di cenere e due scarpini caro ricordo dei suoi piedini. E quel che resta, non c'è più nulla di quell'indocile, vispa fanciulla»).

Ritengo abbastanza oziosi il classificare le posizioni dei vari Negroponte, Gilder, eccetera come di destra, o magari di sinistra, come si fa spesso sulla stampa italiana. Piuttosto, certe classificazioni perdono senso di fronte alla “connettività mentale” (per usare l'espressione di Derrick De Kerckhove in questa stessa rubrica) consentita dalle reti: «Una forma di continui azione internazionale e locale, collettiva e individuale» al tempo stesso. Il problema, semmai, è quello che indica Baudrillard nel suo «Delitto perfetto»: una volta realizzala l'integrazione tra il nostro cervello e la macchina, a quali «fantasmi» daremo vita virtuale? Il rischio e di livellare il pensiero a ciò «che la macchina può dia vero captare e trattare» - il che avrebbe come esito una sorta di tecnoconformismo non meno autoritario per il fatto di essere stato prodotto dal basso. La risposta alla sfida non sia nella tecnologia, ma (proprio come accadde agli inizi della scienza moderna) nella nostra vigilanza. Sono i ricercatori coinvolti direttamente, come Weinganen, ad avvisarci che l'attenzione critica deve essere ancora maggiore nel caso dei modelli ottenuti mediante il computer, perché la procedura non può essere più controllala passo per passo dall'operatore umano. Tale attenzione è una componente essenziale della nostra libertà.

Non c'è nessun mistero, nel senso che l'assassino lo vediamo in faccia abbastanza presto: nell'insieme è un bravo figlio di mamma, solo con i cadaveri squartati in cantina. L'enigma sta nel trovare una logica alle sue efferatezze, che poi consistono nel copiare maniacalmente i delitti di alcuni criminali famosi fino a farsi chiamare Peter Kurten come il Mostro di Dusseldorf. Se il matto di «Seven» uccideva secondo la scansione dei peccati capitali, quest'altro matto agisce da fotocopiatore della atrocità altrui: a beneficio e a danno della sgomenta Sigourney che alla fine si ritroverà appesa per la gola nello stesso cesso del prologo, ma stavolta c'è nei paraggi la ragazza con la pistola...

Cerca

Modifica ricerca