Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Contro la tubercolosi. Saggio popolare

412893
Giulio Bizzozero 7 occorrenze
  • 1899
  • Fratelli Treves
  • Milano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Queste cifre indicano abbastanza qual somma di bene essi potranno fare quando avranno pienamente sviluppata questa nuova forma di assistenza, la quale, oltre al resto, presenta questi due grandi vantaggi: 1° che è pagata da quegli stessi che ne usufruiscono, cioè dagli operai, mediante le somme che altrimenti essi riceverebbero dalle Casse e dagli Istituti come sussidi in caso di malattia, o come rendita annua in caso d'invalidità; 2.° che le sue risorse aumentano in proporzione della gravità con cui la tubercolosi è diffusa nel paese. Infatti, essa è più frequente nelle regioni ove più fitta è la popolazione operaia; ma quivi è altresì più elevato il numero degli inscritti alle Casse pei malati ed agli Istituti per gli invalidi, e quindi maggiore la copia dei mezzi di cui questi possono disporre.

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È compito del medico di procurare anche a questi malati, per quanto è possibile, tutti i vantaggi della cura dei sanatorii: e non v'è dubbio, che ciò si riesce ad ottenere, quando il paziente è nella fortunata condizione di poter fare tutto quanto è necessario, e possiede anche abbastanza forza di volontà e perspicacia per farlo. Non si può mettere in dubbio la possibilità di una cura privata con risultati pari a quelli dei sanatorii; ma essa richiede assai più tranquillità e tempo da parte del medico, e non ha risultato così sicuro. Ad ogni modo, quand'anche il malato si trovi nelle circostanze più favorevoli che si possano immaginare, io credo che sia un grande beneficio per lui, che, almeno una volta o due, si decida a soggiornare per parecchie settimane o per qualche mese in un buon sanatorio.»

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Solo a questo modo lo si può ottenere costituito di persone abbastanza educate, che rispettino e facciano rispettare con convinzione e serietà il regolamento dell'istituto, e prestino un'opera zelante, intelligente ed amorevole.

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Devono essere della profondità di sei centimetri almeno, avere il fondo un po' più largo della bocca, perché non si rovescino facilmente, ed essere abbastanza grandi per evitare che, non imberciando chi ne usa, lo sputo vada a cadere fuori della sputacchiera. A meglio togliere questo inconveniente molti usano tenere la sputacchiera a una certa altezza dal pavimento, affidandola ad un sostegno infisso nel muro.

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Devono essere della profondità di sei centimetri almeno, avere il fondo un po' più largo della bocca, perché non si rovescino facilmente, ed essere abbastanza grandi per evitare che, non imberciando chi ne usa, lo sputo vada a cadere fuori della sputacchiera. A meglio togliere questo inconveniente molti usano tenere la sputacchiera a una certa altezza dal pavimento, affidandola ad un sostegno infisso nel muro.Sul fondo della sputacchiera non si metta mai della sabbia; che cosa se ne fa quando è impregnata di sputi? Meglio mettere della segatura di legno o della torba, che poi si brucia, e meglio ancora uno straterello d'acqua (non troppo alto, perché non rimbalzino fuori delle goccie quando ci cade lo sputo), che impedisce allo sputo d'appiccicarsi alla sputacchiera, e rende a questo modo più facile la lavatura di questa.Da alcuni si raccomanda di tener nella sputacchiera, anzichè dell'acqua, una soluzione disinfettante, per esempio d'acido fenico al tre per cento, di lisolo al 10 per cento, di sublimato con cloruro sodico, ecc. Non è male seguire il consiglio, ma non si può dire indispensabile. Queste soluzioni sono più o meno costose, le due prime hanno odore sgradevole, la disinfezione si ottiene in modo incompleto, massime colla soluzione di sublimato, e infine la disinfezione degli sputi non è necessaria, perché il contenuto delle sputacchiere vien versato nella latrina, ove i bacilli tubercolari vengono ben presto sopraffatti dalle numerose specie di altri batteri con cui s'incontrano.A me pare utile di colorare l'acqua aggiungendole una piccola quantità di un colore di anilina, p. es. di metil-violetto. Con una spesa affatto trascurabile si ottiene un doppio vantaggio, poichè la colorazione dell'acqua toglie per buona parte agli sputi l'aspetto ripugnante, e fa conoscere immancabilmente se chi svuota la sputacchiera negligentemente ha lasciato cadere qua e là qualche goccia del suo pericoloso contenuto.Dopo che le sputacchiere sono state svuotate devono essere lavate e risciacquate con acqua caldissima, possibilmente con acqua bollente.Negli ospedali, ove le sputacchiere sono numerose e grande è la quantità degli sputi, è bene che quelle e questi vengano disinfettati. A ciò, meglio che ogni disinfettante chimico, serve il calore umido, il quale può essere applicato p. es. coll'apparecchio comodo e di poco costo che venne descritto dal prof. Di Vestea nell'annata 1898, pag. 474 della Rivista d'Igiene e Sanità pubblica.Nel sanatorio d'Alland presso Vienna s'è trovato un modo assai spiccio per disinfettare gli sputi e liberarsene; le sputacchiere sono di carta impregnata di paraffina, e contengono un po' di polvere di torba; alla sera contenente e contenuto vengon buttati sul fuoco, ove, grazie alla paraffina e alla torba, rapidamente bruciano..

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Tuttavia questa è una frazione abbastanza grande perché si debba cercar modo d'evitare, o almeno di diminuire la possibilità della frode. A ciò intese p. es. il Consiglio Federale Svizzero, allorchè col suo decreto del 21 luglio 1896, oltre all'autorizzare il Dipartimento Federale dell'Agricoltura a distribuire gratuitamente la tubercolina ai Cantoni che ne avrebbero fatta domanda, prescrisse: 1.° che questa sostanza non possa essere consegnata se non ai veterinari patentati, i quali soli hanno il diritto di fare l'inoculazione, 2.° che i veterinari abbiano a presentare il 14 e l'ultimo di ogni mese un rapporto sulle inoculazioni fatte, 3.° che tutti gli animali che hanno presentato la reazione siano segnati all'orecchio destro, esportando un pezzo triangolare della sua punta.

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Tuttavia questa è una frazione abbastanza grande perché si debba cercar modo d'evitare, o almeno di diminuire la possibilità della frode. A ciò intese p. es. il Consiglio Federale Svizzero, allorchè col suo decreto del 21 luglio 1896, oltre all'autorizzare il Dipartimento Federale dell'Agricoltura a distribuire gratuitamente la tubercolina ai Cantoni che ne avrebbero fatta domanda, prescrisse: 1.° che questa sostanza non possa essere consegnata se non ai veterinari patentati, i quali soli hanno il diritto di fare l'inoculazione, 2.° che i veterinari abbiano a presentare il 14 e l'ultimo di ogni mese un rapporto sulle inoculazioni fatte, 3.° che tutti gli animali che hanno presentato la reazione siano segnati all'orecchio destro, esportando un pezzo triangolare della sua punta.

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