Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

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Topografia e clima di Milano

541716
Schiaparelli, Giovanni Virginio 4 occorrenze
  • 1881
  • Francesco Vallardi
  • Milano
  • meteorologia
  • UNIPIEMONTE
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La distribuzione delle grandini secondo i mesi non offre altro di rimarchevole che un minimum abbastanza pronunziato nel mese di giugno; mentre due massimi sembrano aver luogo in maggio ed in luglio. Ciò nullameno le più grandi devastazioni della grandine succedono in agosto e precisamente in principio di esso. Il numero medio delle grandinate annuali è 1,8, cioè circa nove ogni cinque anni; due volte ogni cinque anni si posson riguardare come devastatrici, le altre essendo minute e di poca conseguenza. Questi sono i numeri medi. Ma anche la grandine, come gli altri fenomeni atmosferici, è soggetta a molta irregolarità da un anno all'altro. Nei quattro anni consecutivi 1851-52-53-54 non fu notata neppure una volta la grandine a Vigevano, mentre dei rimanenti 34 anni nessuno ne fu immune. Altri quattro anni ebbero fino a 4 grandinate per ciascuno. Di 68 grandini osservate tre caddero prima di mezzodì, 63 dopo mezzodì e due volte di notte.

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Questa legge è un po' meno spiccata nell'inverno che nelle altre stagioni, ma è abbastanza generale; e si può compendiare dicendo che nelle ore più fredde della giornata si ha maggior proporzione di venti alpini fra O e NNE che nelle ore più calde, dove la prevalenza del SO o del NE è quasi assoluta.

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La forza del vento è in media a Milano quella che corrisponde a 5 chilom. di velocità oraria: il suo massimo diurno è fra mezzodì e le 4 pomeridiane, il suo minimo cade ad ore molto variabili intorno alle 6 del mattino; l'uno e l'altro pare coincidano abbastanza bene coll'epoca della massima e della minima temperatura, ritardando od avanzando con questa; l'andamento non è in generale molto diverso da quella della temperatura. Lo stesso sembra avvenire anche per il periodo annuo, le minime velocità medie coincidendo con gennajo e febbrajo: ma nel resto dell'anno si hanno divergenze ed irregolarità, provenienti senza dubbio da ciò che le osservazioni di un solo anno non sono sufficienti a stabilire con precisione l'andamento del fenomeno.

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La conclusione è abbastanza chiara. Né la temperatura, né l'umidità né la pioggia mostrano durante il periodo undecennale quell'alternativa ben pronunziata di aumento e di diminuzione, che tanto evidente risulta per le macchie solari e le escursioni dell'ago di declinazione magnetica. Le differenze che s'incontrano, sono irregolari e sono dovute a quelle variazioni accidentali, da cui numeri di questa specie non possono mai essere immuni. Così per es. la forte media 1216mm della pioggia, che corrisponde al terzo anno del periodo, supera tutte le altre per la ragione che in essa media entra l'anno 1872, il più piovoso per Milano, che sia stato sperimentato a memoria nostra:

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