Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'evoluzione

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Montalenti, Giuseppe 18 occorrenze

Se si tien conto delle centinaia di migliaia e milioni di anni trascorsi, della probabilità esigua che il cadavere di un organismo ha di conservarsi allo stato fossile, nonché del fatto che soltanto una minima parte della crosta terrestre è stata esplorata per la ricerca dei fossili, ci si può piuttosto sorprendere di avere a disposizione tanti dati, e che essi siano per lo più abbastanza coerenti e interpretabili con relativa facilità.

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Le difficoltà che si frappongono, in pratica, alla determinazione dell’età delle rocce per mezzo degli isotopi radioattivi sono notevoli, ma alcuni risultati molto soddisfacenti sono stati raggiunti, prove di controllo eseguite usando isotopi diversi hanno dato valori abbastanza concordanti, così che si può dire di possedere oggi un mezzo per stabilire con sufficiente approssimazione la cronologia di alcune rocce indipendentemente dai fossili, oppure dei fossili, indipendentemente dalle rocce.

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Collazionando i dati, si possono quindi stabilire con una certa approssimazione le durate dei tempi geologici, che risultano abbastanza attendibili.

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Protozoi (cioè animali unicellulari) con gusci o scheletri calcarei o silicei, Celenterati (cioè forme affini alle meduse, ai coralli e alle madrepore), Vermi e Molluschi abbastanza simili agli attuali, Echinodermi (forme affini agli attuali ricci e stelle di mare), e le Trilobiti. Questo gruppo, che poi si estinse, e di cui non esistono quindi rappresentanti nella fauna attuale, è costituito da animali che hanno una certa somiglianza con gli attuali Crostacei.

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Attraverso vicende geologiche che sono abbastanza facilmente ricostruibili per i periodi più recenti, si giunge così alla soglia del periodo Attuale.

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Se consideriamo più da vicino i documenti relativi a qualche gruppo zoologico, un tipo o «phylum», per esempio i Cordati, di cui i Vertebrati costituiscono il sottotipo più importante, vediamo che il quadro dell’evoluzione si precisa in modo abbastanza soddisfacente, anche se per quanto riguarda l’origine dei Vertebrati da qualche phylum di Invertebrati si navighi ancora nel mare delle ipotesi.

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Anche per l’evoluzione dei Mammiferi si può ripetere quanto abbiamo già detto più volte: la documentazione non è completa, ma i dati che si hanno a disposizione permettono di tracciare un quadro abbastanza soddisfacente. I più antichi rappresentanti di questa classe comparvero nel Triassico (Triconodonti, Pantoteri) e si estinsero già nel Giurassico, dopo aver dato origine probabilmente a tutti i progenitori degli altri ordini dei Mammiferi. Uno degli ordini più antichi è quello dei Multitubercolati, simili ai Roditori, che si estinsero nell’Eocene. I Marsupiali, gli Insettivori, ordini attualmente esistenti, si originarono nel Cretacico, cioè circa 80-100 milioni di anni or sono. Molto antichi sono anche gli Sdentati. Tutti gli altri ordini di Mammiferi, si differenziarono al principio dell’era Cenozoica, circa 60-70 milioni di anni fa. Alcuni di essi si sono poi estinti, altri hanno avuto periodi di grande sviluppo, seguiti da una riduzione, altri si sono mantenuti presso a poco costanti, come numero di specie, fino ai nostri giorni. Si potrebbe dunque ripetere, con altri esempi, e riferendosi ad altre epoche, quanto si è detto a proposito dei Rettili. È interessante notare che anche i Mammiferi, animali terrestri come i Rettili, hanno prodotto forme

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Uno di questi, abbastanza comune nelle piante, meno frequente negli animali, è la poliploidia. È il raddoppiamento o la moltiplicazione per 3, 4, ecc., del numero dei cromosomi. Può avvenire spontaneamente per cause diverse, e si è riusciti anche a indurlo sperimentalmente con alcune sostanze chimiche, con l’azione di basse temperature, ecc. Da una specie che ha normalmente, per esempio, 10 cromosomi, si formano alcuni individui che ne hanno 20. L’isolamento riproduttivo in questi casi è immediato, perché riunendo i gameti dell’uno con 3 e quelli dell’altro con io cromosomi, si ha una forma con 15, che non è più capace di formare meiosi normali e quindi gameti fecondi. Nell’ibrido con 15 cromosomi, si possono formare solo 5 coppie, altri 5 cromosomi rimangono spaiati. Del resto spesso la poliploidia dà luogo a specie incapaci di riproduzione sessuale normale, che devono provvedere a perpetuarsi per riproduzione agamica, se si tratta di piante, o partenogenetica se si tratta di animali. Talvolta però la forma poliploide riesce a superare le difficoltà meccaniche della meiosi e a riprodursi per via sessuata.

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La sua teoria della formazione della terra, del sole, degli astri da un caos primitivo è abbastanza plausibile.

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Se ben s’intende il meccanismo della selezione, è facile sgombrare il campo da due pregiudizi abbastanza comuni: 1) che questo modo di concepire l’evoluzione neghi o non tenga nel dovuto conto le relazioni fra organismo e ambiente e la possibilità di ottenere variazioni degli organismi mediante variazioni dell’ambiente e, 2) che

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L’evoluzione ci appare dunque - come la storia dei popoli umani, come la nostra vita stessa - un processo che è fino ad un certo punto predeterminato dalla costituzione genetica, ma cui è concesso un grado abbastanza ampio d’indeterminatezza, d’imprevedibilità. Possiamo essere praticamente certi che una linea di bovini non si evolverà, in un tempo più o meno lungo, verso una forma di farfalla o di chiocciola; ma non possiamo prevedere con precisione quale sia per essere il cammino che tale linea prenderà effettivamente, e quali siano le forme cui darà origine in qualche milione di anni.

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Quest’organo dà forti scariche elettriche, capaci di tramortire animali anche abbastanza grossi, di cui il pesce si nutre. Recenti ricerche hanno dimostrato che deboli scariche elettriche emesse da alcuni pesci hanno funzione analoga a quella del sistema radar dei pipistrelli, cioè informano l’animale della presenza di oggetti solidi nell’acqua. È presumibile che tali scariche, diventando più intense abbiano potuto acquistare gradualmente il valore di armi di offesa, per catturare la preda.

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Questi ritrovamenti sono ormai abbastanza numerosi, e vanno aumentando continuamente: molte sono le scoperte fatte in questi ultimi tempi, e molte ancora sono da attendersi nel futuro. Tuttavia, nonostante l’ausilio di metodi moderni (come la misura del contenuto in fluoro delle ossa, che aumenta con l’aumentare dell’età) non è facile impresa la datazione e l’interpretazione precisa dei resti fossili umani più antichi.

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Hürzeler, riuscì ad ottenere uno scheletro intero, abbastanza ben conservato dalle ligniti della miniera di Baccinello presso Grosseto. Da un accurato studio risulta che Oreopithecus bambolii (dal nome del Monte Bamboli in Toscana) è un Antropomorfo, che visse nel Pliocene, nelle foreste umide e calde che a quel tempo (circa 12 milioni di anni or sono) prosperavano nel territorio che corrisponde alla attuale Toscana; ma non può considerarsi come un diretto antenato dell’uomo. Probabilmente rappresenta un ramo laterale, che si è estinto.

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Come si vede la geologia del Buffon è abbastanza dinamica e sostanzialmente moderna. L’età di un centinaio di migliaia di anni ch’egli attribuiva alla terra, che a noi oggi sembra ridicolmente breve, era tale da sbigottire i suoi contemporanei. Nel 1773 il Buffon, pentito della ritrattazione «sciocca e assurda», come egli dice, che gli era stata estorta nel 1753, pronunciò ancora un coraggioso discorso all’accademia di Digione, Les Epoques de la Nature, in cui sostenne le stesse idee. E, per evitare che i teologi della Sorbona gli dessero fastidio, si ritirò in campagna, a Montbard. Ma, forse per l’influenza di

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L’uomo è il solo degli esseri viventi di cui la natura sia abbastanza forte... abbastanza flessibile, per poter resistere, moltiplicarsi dappertutto e prestarsi alle influenze di tutti i climi della terra;... nessun animale ha ottenuto questo privilegio; lungi dal potersi moltiplicare dappertutto, per la maggior parte sono confinati in certi climi e contrade speciali. L’uomo è l’opera del cielo, gli animali sono la produzione della terra, quelli di un continente non si trovano in un altro; quelli che si trovano sono alterati, modificati, cambiati al punto d’essere irriconoscibili. Occorre di più convincersi che l’impronta della loro forma non è inalterabile, che la loro natura... può variare o anche cambiare assolutamente col tempo, che, per la stessa ragione, le specie meno perfette, più delicate, più pesanti, meno armate ecc. sono già scomparse o scompariranno col tempo? Il loro strato, la loro vita dipendono dalla forma che l’uomo dà o lascia alla superficie della terra.

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Nel corso di esso potei dedicarmi direttamente a diversi campi della storia naturale, e perfezionai le mie capacità di osservazione, che erano già abbastanza sviluppate.

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La mirabile perfezione degli adattamenti è più apparente che reale, molto spesso si ha l’impressione che gli organismi siano «abbastanza bene» adattati all’ambiente, anziché «perfettamente» idonei.

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