Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbassatosi

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LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche

679060
Perodi, Emma 1 occorrenze
  • 1992
  • Newton Compton Editori s.r.l.
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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Giunse al castello che era già notte buia, e il ponte levatoio, abbassatosi per lasciar passare Sofia e i rapitori, era rialzato. La mula spiccò un salto, varcò il fossato, imboccò la pusterla, rovesciando quanti incontrava, e si fermò davanti all'uscio sbarrato di un sotterraneo. Pareva che udisse una voce a lei nota, perché drizzava le orecchie, sbuffava e calciava contro l'uscio per farsi sentire. Gli uomini d'arme, spaventati nel vedere quell'animale bianco, infuriato, si rinchiusero frettolosamente in una stanza, altri si affacciarono al ballatoio della scala, ma non ebbero coraggio di scendere, e intanto la mula continuava a fare un rumore d'inferno davanti alla porta del sotterraneo. Accorgendosi che l'uscio resisteva ai calci, l'animale s'inferociva sempre più, e imboccata la scala, la salì di corsa e penetrò come un fulmine nella grande sala del palazzo, dove i giovani signori di Porciano erano aggruppati intorno al padre, ridendo per essere riusciti nell'impresa di mettere in gabbia la fiera Badessa. Nel vedere la mula bianca, il vecchio Conte e i figli mandarono un grido di terrore e cercarono di rifugiarsi in altre stanze; ma la mula li rincorreva, li spingeva contro il muro, li gettava in terra e poi a suon di calci, di morsi, di zampate li uccideva. Quando li vide tutti distesi come tanti cenci per terra, scese la scala, e afferrato con i denti il carceriere, che traversava il cortile per darsi alla fuga, lo trascinò davanti all'uscio del sotterraneo e non lo lasciò andare altro che quando questi ebbe aperta la prigione. Allora la mula si diede a nitrire, e Sofia, udendola, salì l'angusta scala scavata nel masso, balzò in groppa all'animale, e poco dopo giungeva sana e salva alla sua abbazia e faceva suonar le campane per avvertire il popolo di Pratovecchio di armarsi; ma non ce n'era bisogno, perché quelli di Porciano avevano da seppellire i loro signori, ed era tanto il terrore che sentivano per la mula, che non avrebbero mai più osato di avvicinarsi all'abbazia e al castello. Dopo questo fatto nessuno turbò più la vita tranquilla di Sofia. Sua madre e il fratello Ruggero si spensero placidamente, e la Badessa sola rimase a guardia del castello. Ella visse lungamente e la mula si mantenne sempre forte e agile tutto il tempo che Sofia rimase a questo mondo. Nell'abbazia e in tutto il Casentino si attribuiva a miracolo quel lungo vivere di un animale, e si diceva che la Madonna e san Giovanni Evangelista avevano mandato quella mula a Sofia per aiuto e sostegno nelle vicende di una esistenza divisa fra le cure del monastero e la difesa di vasti feudi. Infatti il giorno in cui Sofia si spense, la mula ruppe la cavezza e fuggì via, né di lei si seppe altro. Morta la Badessa, ricominciarono gli attacchi al castello e all'abbazia, finché l'imperatore Corrado, che era succeduto a Lotario, non ebbe dato quel feudo a un altro conte Guidi. E così la novella è finita. Ma se la novella era terminata, la veglia non si sciolse subito, perché la Carola aveva preparato la pasta per fare i necci, e appena Regina ebbe cessato di parlare, prese i testi, li arroventò, li rivestì di foglie di castagno e poi, versatavi sopra la pasta, li mise per un momento al fuoco. Quei necci bollenti sono la ghiottoneria dei bimbi dell'Appennino toscano, e anche dei grandi. La Carola ne distribuì a tutti una certa quantità, coprendoli di burro fresco; per i grandi mise fuori una bottiglia di vin santo, e la veglia si protrasse lungamente. A un certo punto, mentre tutti mangiavano, comparve la matrigna di Vezzosa. - È questa un'ora da stare fuori di casa? - disse alla figliastra senza neppur dar la buona sera. - Via subito! Vezzosa si alzò per ubbidire, ma la Carola la trattenne. - Finché è con noi, voi non le potete far rimproveri, - disse alla vecchiaccia. - Andate pure a letto e non vi date pensiero; la riaccompagnerà Maso. La donna se ne andò scorbacchiata, rifiutando di accettare i necci e il vino, e Cecco si accostò a Vezzosa per dirle: - Sai, fra tre domeniche è Pasqua; ci hai poco più da tribolare, abbi pazienza! Ella gli rivolse uno sguardo pieno di gratitudine e non disse nulla. Il martirio era per finire, e ormai la pazienza non le mancava più.

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