Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I sogni dell'anarchico

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Mioni, Ugo 1 occorrenze

Lui, Nerone, il divino Apollo, si era abbassato a lei, aveva supplicato affetto, aveva mendicato amore. E lei aveva resistito; non si era arresa; aveva fatto la sorda alle sue promesse, alle sue minacce; aveva osato resistere financo alla violenza. Una cristiana.... un'incendiaria di Roma; perché i cristianii avevano incendiato l'eterna città..... In un momento di collera l'aveva condannata a morte; l'aveva fatta uccidere sotto i propri occhi, onde punirla per la sua ritrosia; ne aveva voluto veder scorrere il sangue. Ma quando l'aveva vista morta era montato su tutte le furie; aveva voluto richiamarla in vita; aveva maledetto a se stesso, alla propria potenza, alla propria autorità, perché l'aveva fatta morire! Perché era Cesare, era Augusto, era Apollo, era dio, eppure non poteva richiamarla in vita quella bella? Inveì allora contro chi gli aveva suggerito quella condanna, contro chi non l'aveva impedita, contro il carnefice che aveva ubbidito ai suoi comandi; fece rotolare teste, fece crocifiggere, volle vedere sangue, molto sangue; girò, cieco dall'ira, per le sale della casa d'oro, scannò, ferì, comandò che tutti i cristiani venissero scannati l'indomani senza misericordia, e si gettò a capofitto in braccio alla voluttà; cercò di dimenticare, tra altre braccia, quelle della pudica cristiana; con altri baci, i baci che essa gli aveva rifiutato. Ma tuttora, che ci pensava, sentiva un desiderio infinito di lei, la sola degna di appartenere a lui. Ed egli l'aveva uccisa. Eppoi ricordò certi cristiani. Ne aveva giudicato due soli; i loro capi: due ebrei. Ma qual differenza tra loro e i senatori, e i patrizi? Quando uno di questi compariva al suo tribunale, si contorceva come un verme e supplicava grazia; nessuna dignità in loro. Quei due ebrei, invece ... Quanta maestà! Sembrava che si ritenessero pari a lui. Volevano ricordargli ... già, che egli non era un sovrano assoluto; che sopra di lui v'era un Dio; che doveva essere giusto e misericordioso, che doveva ... scioccaggini, scioccaggini! Avrebbe perdonato se si fossero piegati avanti a lui. Era questo che voleva da loro; che riconoscessero la sua autorità, che lo adorassero. Gli premeva piegare quei due capi superbi. Non è gioia vedere milioni di umili, di vili, strisciare ai propri piedi; la voluttà sta nel costringere un superbo a piegare il capo lui pure. Si erano rifiutati. Li aveva condannati a morte: l'uno alla croce e l'altro alla spada. Non rimpiangeva quelle condanne. Rimpiangere un morto; lui; Nerone? Mai! Eppure sarebbe stato meglio, molto meglio, se quei due uomini si fossero piegati. La loro adorazione gli avrebbe recato maggior gaudio che gli umili omaggi di Roma tutta. Piegare capi superbi, ecco la maggior voluttà. Peccato che questi capi non esistevano; che tutti si piegavano, senza attendere neppure la più piccola pressione, il menomo segno.... Valeva la pena di vivere? Che cosa gli poteva offrire ancora la vita. Era sazio di tutto: di guadi e di' amori... Ma il suo canto, il suo canto divino! Poteva egli privare il mondo di tanta delizia? Come il mondo sarebbe si triste se il sole si spegnesse, cosi l'umanità non poteva vivere senza il suo canto. Se egli non avesse cantato si sfarebbe otturata la maggior sorgente di vera gioia, di puro giubilo, di lieto entusiasmo. Che cosa sarebbe stato il mondo senza il suo canto? Voleva cantane e godere. Ma quel sogno? Non ci volle più pensare. Sbadigliò e chiuse di nuovo gli occhi al sonno.

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