Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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GIACINTA

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Capuana, Luigi 1 occorrenze

Io mi striscio ai tuoi piedi, come un verme; io, che ti ho dato spontaneamente e generosamente tutta me stessa, ora mi rassegno a chiederti, quasi in carità, quel ricambio d'affetto che avrei diritto d'esigere; io ... io che ho abbassato il mio orgoglio di donna fino a implorare una terribile dichiarazione, che potrebbe uccidermi sul colpo! ... E tu intanto? Non sai parlarmi schietto; t'avvolgi in una nebbia di mezze negazioni che complicano i nostri equivoci e ne creano dei nuovi. Fai di piú: inverti le parti. Ah! Son io che ti tratto da amante venuto in uggia? Sono io? Mia madre aveva ragione: "Povera illusa, tu che credi all'amore di un uomo; povera illusa!". Sí, mia madre aveva ragione! - E colui che crede a quello di una donna? - Che intendi dire? Andrea s'alzò dalla poltrona, masticando una risposta. - Parla, parla! - insisteva Giacinta. - Parlerò; non voglio piú fingere! Ella rimase a guardarlo, ansante, sollevando lentamente la persona, tesa verso di lui come per aiutarlo nello sforzo. - Sono geloso! ... Quel tuo dottore ... - balbettò Andrea. - ... È geloso? Giacinta se lo ripeté, non osando credere ai suoi orecchi; poi, con uno scatto di gioia, gli si gettò al collo: - È geloso! ... Fanciullo! ... E hai potuto sospettare? ... Andrea, che non s'attendeva questo scoppio, non osava di resistere. - E hai potuto sospettare! ... Oh! - Non negarlo - egli rispose, tentando debolmente di svincolarsi. - C'è stato un giorno ... - Sí, perché negartelo? C'è stato un giorno in cui per disperazione, desiderai di poterti non piú amare. Credetti non mi restasse altro che rimpiangere la mia felicità morta per sempre, il tuo affetto svanito! Ma ... come non amarti piú? È mai possibile? E si stringeva a lui con un gesto di paurosa, quasi ci fosse lí qualcuno che volesse rubarglielo. Andrea sorrideva, stentatamente, sentendo già allacciarsi da una nuova e irresistibile malia. Quelle mani tremanti di commozione che gli brancicavano i capelli e la fronte; quella voce stranamente melodiosa, che gli carezzava gli orecchi e gli ricercava il cuore con un deliziosissimo serpeggiamento; quelle pupille accese dai crescenti bagliori d'una felicità non sperata, gli producevano il solito effetto di rammollirgli le ossa, d'intorpidirne la volontà, di stroncarlo, com'egli diceva. Giacinta, presolo per le mani, dondolando lentamente la persona, continuava a parlare con quella voce stranamente efficace, simile a un mormorio: - Che sciocchi siamo stati! ... Ma non ricominceremo; abbiamo sofferto troppo. Capisci? Col tacere si fa peggio; le ombre prendono corpo, un fuscellino sembra un trave ... Geloso? Ma non lo ripetere! ... Vuoi che il dottore non venga piú qui? Sarà fatto subito ... No? ... Che vorresti dunque? Son pronta a tutto ... Ah! ... Un'idea. Se tu venissi ad abitare il quartierino del secondo piano? - Ti pare? La mia condizione è abbastanza difficile. La gente ... - La gente? - lo interruppe Giacinta. - Ne ho mai tenuto conto? - No, no, sarebbe un capriccio soverchio ... E intanto che svincolatosi da lei si lasciava cadere sul canapè accosto, Giacinta con un rapido movimento gli si sedeva sulle ginocchia, avvolgendogli di nuovo le braccia al collo: - Mi vuoi bene? - Sí. - Mi vorrai sempre bene, sempre? - Sempre! - Oh, se un'altra Adelina, venisse a legarci ancora piú forte! - Ma! ... - Come ti voglio bene! Andrea, vinto, la faceva saltare leggermente sulle ginocchia baciandole e ribaciandole una mano.

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