Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbassarsi

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Passa l'amore. Novelle

241617
Luigi Capuana 2 occorrenze
  • 1908
  • Fratelli Treves editori
  • Milano
  • verismo
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Quasi fosse una principessa che non deve abbassarsi.... - Ma, compare Nittu! Questo non mi sembra ragionamento degno di voi. - Io non so di lettere; discorro con la mia testa di contadino. Mi toglie una gran fortuna mia figlia, non facendomi ottenere la mezzadria di Salto Martino. Il cavaliere dice: - A questo patto. Ho bisogno di una serva da fidarci sopra. Vostra figlia mi converrebbe. È forte, di buona salute. Io pago bene le serve. - Una fortuna che ci piove dal cielo; non dovremmo far altro che chinarci per raccattarla.... - E al disonore non pensate? - Si son maritate tutte e bene le serve del cavaliere. - Ah, comare! Voi dunque non guardate altro che a l'interesse? - Guardo che alla povera gente accade sempre così; in un modo o in un altro; è destino; sempre così. Meglio in quel modo, se mai! Ma son tutte sciocchezze che si spacciano dai maligni. Il cavaliere fa il comodo suo. Vuole giovani per casa; e, per quel che lei pensa, ci sono le signore sue pari. Non le conosciamo forse? Di quelle là non si sparla. E se una poveretta inciampa.... Ma non lo sa lei che inciampa chi vuole? E non lo sa lei che se io non avessi avuto cent'occhi e cento orecchie, a quest'ora il pasticcio sarebbe avvenuto, con quel morto di fame di Tinu Mèndola che le veniva a cantare le canzoni, con l'organetto, tutte le notti?... E perchè io ho fatto finire la commedia, e lo zi'Nittu qui gli disse: - Tinu, se non smetti, bada, una di queste notti ti faccio fare una fiammata e non ti pagherò neppure un soldo! - per questo ora essa ci fa il dispetto di non voler andare a servizio del cavaliere. - Comare mia, Tinu, suppongo, agiva pel buon fine. - Si sposavano la Fame con l'Appetito! - E voi, comare? Ricordatevi. Il vostro primo marito non era.... un barone. - - Appunto: l'esperienza ammaestra. Che intende dire voscenza? Che sono stata nella disgrazia pure io? Non me ne vergogno. Quando abbiamo gli occhi chiusi s'inciampa: è destino. Non è una buona ragione per non dire agli altri: - Aprite gli occhi! Qui c'è da inciampare. - - Ma anzi, eomare, in questo caso voi prendereste la ragazza per mano e la condurreste proprio dov'è l'inciampo. Vediamo.... - Insomma, che cosa pretende voscenza? - disse bruscamente compare Nittu. - Mia figlia non è più sotto tutela; ha ventidue anni compiuti. Vada a buscarsi il pane dove vuole. Io ne ho appena tanto che basti per me. Mi dispiace che voscenza si sia dovuto incomodare a venire fino a qui. Sa eome mi ha chiamato mia figlia? Padraccio scellerato!.... Sa come ha chiamato mia moglie? Se lo faccia ripetere da lei stessa.... Non ne parliamo più. Ha altri comandi da darmi voscenza? Mi chiamano lo Storto.... e ci ho piacere. Non mi raddrizza nessuno. Storto son nato e storto voglio morire!

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E tutti e trenta gli uditori erano scoppiati a parlare assieme, facendo una gran confusione, senza nessun rispetto dell'oratore che avea dovuto abbassarsi a discutere con loro. - Non più dazii? È presto detto! Ma.... - Non vogliamo più dazii! Il cavaliere, indignato, avea risposto: - Il Municipio saprà fare il suo dovere! Ed era andato via. Neppur Cipolla lo aveva accompagnato fino a casa.

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Saper vivere. Norme di buona creanza

248767
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 1923
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • Verismo
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Vi sono momenti, vi sono ore, in cui un lavoro fra le mani, sotto gli occhi, è di una necessità assoluta: esso è una scusa, un pretesto, un diversivo, un derivativo; esso è una salvezza, per esso gli occhi possono abbassarsi o alzarsi come vogliono, le mani sono occupate, la persona sembra distratta: esso calma i nervi, regola la voce, mette delle pause sapienti nella conversazione. Una donna che ricama è venti volte più padrona di sè stessa, accanto a un uomo, che una donna, la quale non faccia nulla: una donna, che fa l'uncinetto, è molto più la padrona di suo marito, che non una donna disoccupata.... Io non approfondisco il soggetto, perchè voi già lo avete tutto inteso, care lettrici: il lavoro è, dunque, un'arma di difesa e di offesa, in villeggiatura. E chi di voi vorrebbe andare alla guerra, senza corazza e senza spada?

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