Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fisiologia del piacere

170355
Mantegazza, Paolo 2 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
  • UNICT
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Dal primo ardente incontrarsi di quattro occhi amorosi all'ultimo languido abbassar delle palpebre, fra le mille vicende di una sconfitta attesa e desiderata e di una agognata vittoria, il pudore accompagna i due amanti come un angelo, che li segue e li difende, facendo prudentemente da economo e da cassiere a due spensierati, che darebbero fondo in un giorno alle ricchezze di Creso. Egli non si ritira che quando con la sua economia ha potuto concedere la prodigalità di un momento, e il velo del pudore che arde manda un profumo soave che armonizza con tutti gli altri piaceri di quei beati momenti. La natura voleva far brillare un ultimo raggio di poesia sopra un atto meccanico e di necessaria volgarità, e vi riusciva col delicato sacrifizio che la verecondia fa all'amore. Ogni volta che il pudore è sodisfatto nei suoi bisogni, l'uomo prova un piacere che si esprime con un senso di raccoglimento, e che rassomiglia alle gioie che noi proviamo nel riscaldarci a una temperatura tiepida quando si rabbrividisce ancora pel freddo. Nessuno può, senza commuoversi, immaginare il piacere che prova una vergine quando, uscendo dal bagno, si precipita nel lenzuolo in cui si avvolge, rannicchiandosi in se stessa e guardando attorno con aria smarrita e tremebonda. Chi ha veduto la Venere di Canova che esce dal bagno, deve fremere di pudica voluttà al solo richiamarsela alla mente. I piaceri del pudore si esprimono anche col riso, specialmente quando la paura di essere sorpresi in uno stato di nudità indecente scompare ad un tratto. Queste gioie squisite son riservate in tutta la loro purezza al sesso gentile, del quale formano un ornamento prezioso. È con orrore che si vede la donna prostituire il proprio pudore alle libidini più sfacciate. Anche quando questo sentimento arriva ad una suscettibilità morbosa, non può mai dispiacere, perchè è quasi sicura caparra degli affetti più delicati e gentili. La donna che per prima osa fissare gli occhi in faccia all'uomo, o che non arrossisce nel sentire stringersi a lungo la mano da un giovane, mi fa pensare subito ch'essa possa essere un fiore senza profumo. Il sentimento del pudore in tutta la sua perfezione si associa ad alcuni elementi intellettuali, e si compiace non solo della verecondia del corpo, ma anche delle idee, delle immagini e di tutti gli oggetti fisici e morali decenti. Il suo sviluppo è sempre in ragione del progresso civile dei popoli. Ad accennare l'immenso campo che abbraccia questa questione diremo soltanto che tra gli indigeni di Otahiti, che sacrificavano senza scrupoli al dio d'amore innanzi a tutti, e l'Inglese che ha vergogna di nominare il ventre e le mutande, stanno le donne di Musgo, nell'Africa centrale, le quali rifuggono con orrore dall'idea di abbandonare per un sol momento il frac, che copre la parte che sia fra il dorso e le cosce, e lasciano scoperto tutto il resto del corpo agli sguardi dei profani. Così rimangono abbozzati i confini indeterminati di uno dei sentimenti più misteriosi, ch'io definirei volentieri rispetto fisico di noi stessi.

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Ella però non si dimentica mai un solo istante, e nell'inoltrarsi incerta verso la sedia che a gara le presentano i suoi corteggiatori, studia il muover dei piedi e le molli oscillazioni dei fianchi; e negli sguardi che arrischia rammenta i moti imparati allo specchio, dal timido abbassar delle palpebre al formidabile balenare degli occhi in tutta in loro passione. Se involontariamente i suoi occhi si soffermano per qualche istante più del bisogno sopra qualcuno, ripara subito l'errore del cuore, portandoli sopra gli altri che stanno, attendendo la vita e la luce dalle sue pupille, e con un solo muover di ciglio pare che li compensi della involontaria e crudele dimenticanza. Altre volte, dov'ella vuol lasciare più profonda ferita, finge l'indifferenza o lo sprezzo; e alternando le lunghe assenze de' suoi occhi sospirati cogli sguardi più ardenti e più burrascosi, si compiace di far palpitare di gioia o impallidir di tristezza la vittima che pende da un suo cenno. E chi potrà mai svelare tutti i misteri della politica più machiavellica, che nasconde le sue arti tenebrose nei gabinetti delle belle signore? Se mai voi avete sott'occhio una donna accusata di vanità, e che desiderate assolvere, sia essa pure vestita in abito dimesso e apparentemente disordinato, guardatela bene da capo a piedi, perchè non un capello è disposto a caso, non una piega del vestito è spontanea. La ciocca che le sfugge dalla treccia è stata messa a suo luogo da una mano intelligente ed artistica; il bottone dell'abito, che sembra a caso scappato dal suo occhiello, è stato slacciato ad arte onde lo sguardo, penetrando per quella piccola fessura, possa più facilmente intravvedere i tesori nascosti, e forse a lungo si è studiato per decidere quale dei bottoni dovesse rimanere dimenticato. Infine, ricordatevi bene che una donna vana, quand'anche costretta a vivere sola in eterno, si farebbe bella per se stessa, e morente cercherebbe forse ancora di atteggiarsi in modo seducente e dignitoso.

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