Mezz'ora prima, erano stati portati in aula gli imputati Per primo, il cugino di Abbas. Mohamed Issa, insieme a Said Gandura. Poi è arrivato Al Molqi che, a voce alta, ha detto:«Buon giorno a tutti». Quindi Abdelatif Ibrahim, detto «Rambo». Infine Ahmad Marouf Al Assadi, il pentito. Su di lui, il quartier generale di Abbas avrebbe emesso una sentenza di morte.
Parla anche Said Gandura, che è nella stessa gabbia del cugino di Abbas:«Il giudice Carli è una brava persona. Lui non ci vuole male». Ma Abdelatif Ibrahim, quasi con disprezzo, replica: «Fai presto tu a parlare. Lo sai di cavartela con poco».
BEIRUT - (Ansa) Un comunicato, dettato ieri pomeriggio al telefono da un sedicente portavoce dell'«Organizzazione di Abu Abbas» a Beirut, critica e minaccia il governo italiano per «qualsiasi provvedimento o decisione» presi contro i guerriglieri dell'«Achille Lauro». In ambienti giornalistici e politici della capitale libanese si nutrono dubbi circa l'autenticità delle minacce le quali non collimano, non foss'altro per il tono, con l'atteggiamento delle organizzazioni palestinesi. Il sedicente portavoce, che aveva l'accento palestinese, ha premesso: «Ho un comunicato diretto al governo italiano».
Intanto nell'aula, mentre si attende il rientro della Corte, fra i cinque imputati presenti (ben undici sono latitanti, compreso l'inafferrabile Abul Abbas) cominciano gli scontri verbali. Il «duro» Magied Al Molqi, capo del commando, indicato come il killer di Klinghoffer. Si rivolge al pentito Al Assadi: «Sei un traditore. Ma la nostra causa per la liberazione della Palestina sopravviverà».
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