Quando gli organi di tale classe fanno la voce grossa contro l'accentramento statale, contro i monopoli, contro il prevalere del socialismo e si scandalizzano della debolezza dello stato verso le pretese della classe operaia, dobbiamo dubitare della loro sincerità e della loro obiettività, poiché ciò rispondeva a tutta la loro politica economica espressa dalla democrazia; e dobbiamo domandarci quale altro piano nasconde questa loro conversione al liberismo, alla sburocratizzazione statale, allo smantellamento della vecchia costruzione democratica, all'abbandono dei monopoli dietro i quali sono stati annidati tanti interessi. I commercianti degli zolfi, dei nitrati e dello zucchero, ricorsero al medesimo sistema e ne ebbero favori; ma la vera agricoltura fu assente dallo stato democratico e parlamentare; diede occasione alla larga letteratura sui patti agrari, specialmente del mezzogiorno, dall'inchiesta Jacini in poi; vide in molte plaghe depauperarsi la campagna a causa dell'emigrazione contadina; e continuò a sentire la politica come espressione di vita provinciale, ove il feudo elettorale del collegio uninominale, i buoni rapporti con la prefettura e i carabinieri, la preminenza amministrativa all'ombra del proprio campanile, rappresentavano la somma della sapienza politica di equilibrio fra l'agente delle imposte e lo sfruttamento del lavoratore, che diedero i tristi bagliori dei fasci del ʼ93 e delle agitazioni del ʼ98.
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Le prime convulsioni di carattere generale nel campo economico, furono quelle del luglio 1919 contro il costo della vita: fu una facile insurrezione eccitata da elementi anarcoidi e da spinta politica, maturata però attraverso sei mesi di facile illusione che dopo la guerra i prezzi dovessero scendere; e resa acuta invece dalla salita senza freni di questi, per evidente abbandono del controllo pubblico sui larghi margini della audace speculazione privata. Il saccheggio delle rivendite e degli esercizi, le « gride » alla spagnola del ribasso del 50 per cento, le commissioni popolari per i calmieri, diedero l'impressione fugace di un arresto alla ascesa dei prezzi, che riprese invece con ritmo accelerato; e a compensare le asprezze dei costi e la insopportabilità della scarsezza delle merci di uso, si invocava nuovo caroviveri per gli impiegati e nuovo aumento di salari per i lavoratori. L'immagine della palla di neve, nel circolo dei prezzi del mercato e degli aumenti di salari e delle paghe, saltava agli occhi di tutti; mentre l'effetto immediato fu l'aumento del disavanzo dell'erario e la svalutazione della moneta: che alla loro volta determinavano ed erano determinati reciprocamente dai fattori degli alti costi o degli alti salari.
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E quindi i mutamenti esterni e formali non fanno più ingombro e velo, nella Chiesa, a chi è penetrato nell'anima e nello spirito di essa, a chi è messo da questa in contatto con ciò che non muta; poiché le dottrine di questa, anche quando muta il suono esterno della voce, raccolgono nelle rappresentazioni difettose della fede e nell'atteggiamento del volere la stessa perenne realtà; ed un senso di quiete profonda e di pace e di abbandono prende colui che ha il senso di questo contatto vivente della sua anima con il bene e con la realtà piena.
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Voi potrete seguir cautamente lo svegliarsi di questi addormentati da lungo tempo, l'esplodere di queste forze per lungo abbandono selvaggie, e discutere sulle forme nelle quali esse debbono spiegarsi, sulla parte che convenga fare al popolo dei lavoratori nella vita pubblica, per l'interesse comune e pel loro stesso; ma il desiderio che il popolo rimanga nella sua abiezione antica, che esso non sappia e che serva, di qualunque pretesto si ammanti, è desiderio incivile e che chiunque abbia inteso le parole del Cristo deve condannare.
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Dopo la guerra, nelle conferenze della pace, il governo accettò Versaglia per fare una politica incerta nell'Adriatico imposta dai nazionalisti; abbandonò Vallona perché i socialisti minacciarono lo sciopero; non sostenne per l'Alta Slesia la soluzione più rispondente anche agli interessi italiani per timore di passare davanti ai liberali come germanofilo; e tentenna a ripigliare i rapporti con la Russia sotto la pressione dei partiti di destra.
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