Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandono

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

La fatica

169582
Mosso, Angelo 3 occorrenze
  • 1892
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
  • UNICT
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La pallidezza del volto, lo stato di abbandono delle membra, le palpebre socchiuse, la testa inclinata da un lato, e l'atteggiamento del corpo che cade all'innanzi, le mani cascanti e inanimate come quelle di una morta, dimostrano che s'è d'improvviso in lei oscurata la coscienza, e rallentato il battito del cuore mentre essa stava pregando in ginocchio. L'atto di dolore e di sorpresa che hanno le due compagne le quali giungono in tempo a sorreggere la Santa prima che cada, sono di una esattezza meravigliosa nei più minuti particolari del movimento e della emozione. La luce pallida e diffusa che scende dall'alto su quei due gruppi di figure, il candore verginale degli abiti bianchi, la bellezza che spira amore nella faccia di una di quelle monache, l'espressione mistica dell' affetto e dell'estasi nelle forme pure della realtà, producono un effetto così pieno di poesia che non è possibile dimenticarloBaldassare Peruzzi senese disse "che non aveva mai veduto niuno esprimere meglio gli affetti di persone tramortite e svenute nè più simili al vero di quello che aveva saputo fare Giovanni Antonio". (VASARI, Vita di Giovannantonio detto il Sodoma da Vercelli).

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Ma se in una settimana di vacanza, io mi abbandono alla foga del lavoro per dieci o dodici ore di seguito, dopo tre o quattro giorni devo fermarmi. La sera del terzo o quarto giorno soffro di mal di capo, e mi accorgo nel camminare di una leggera incertezza di movimenti delle gambe, benchè i muscoli si contraggano spediti come al solito. L'appetito mi si conserva buono. Ho caldo alla testa e in varie parti del corpo sento come un leggero formicolio e delle vampe fugaci di caldo e freddo appena riconoscibili. Provo una leggera stanchezza ai lombi. Alla sera, coricandomi, devo aspettare mezz'ora, ed anche un'ora talvolta, prima di addormentarmi, il che per me è moltissimo, e dormo male e mi sveglio sognando. Alla mattina, alzandomi, ho gli occhi rossi e cisposi: mi sento stanco, il riposo della notte non è bastato per rimettermi bene. I muscoli in varie parti del corpo sento un po' indolenziti, la mano si affatica facilmente nello scrivere ed ho sempre una tal quale pesantezza al capo. Chiudo i libri, metto da parte i miei scartafacci, e dopo ventiquattro ore di svago sono guarito.

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