Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandono

Numero di risultati: 6 in 1 pagine

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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

267803
Dorfles, Gillo 6 occorrenze
  • 1999
  • Feltrinelli
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Pagina 165

Naturalmente per molti di loro esiste anche un frequente abbandono della pittura vera e propria e l’adozione di immagini luminose (tubi di neon, materie plastiche), come nel caso di Marco Lodola o di mescolanze pittorico-plastiche (in Ceccobelli e in Luigi Ontani) e in quello degli spagnoli Miquel Barceló (Mallorca 1957), Dolores Picazo (1962), Imma Verlac (Girona 1964).

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Cubismo, futurismo, pittura metafisica, avevano significato una resa più o meno modificata della realtà del mondo esterno, e un progressivo abbandono di canoni naturalistici, ma alla base dell’opera d’arte c’era pur sempre la presenza o la suggestione d’un’immagine, d’un nucleo immaginifico sia esplicito che implicito, e a questo nucleo rimaneva ancorata la composizione stessa. Non' solo, ma l’uso che i pittori facevano di tele e colori, l’uso della pennellata, della "bella materia," non si differenziavano che scarsamente da quelli dei tempi precedenti. Le stesse sculture "a tutto tondo” d’un Boccioni, d’un Archipenko, d’un Laurens, d’un Brancusi, erano, si, assai differenti dalle Lede-coi-Cigni o dalle Madonne-coi-Bambini, ma tutto sommato costituivano sempre una fisicità conchiusa e bilanciata, che traeva vanto dal materiale impiegato, dalla sua levigatezza e lucentezza. Certo, la "prospettiva storica" aiuta a vedere più chiaramente le cose: è possibile che all’uomo del 3000, la nostra arte attuale sembri ancor molto più prossima a quella rinascimentale che non a quella della sua epoca. Ci avvieremmo dunque, già oggi verso una “fine dell’arte’’? La nostra epoca non segnerebbe che. l’inizio d’una sua scomparsa? Non sono affatto disposto a crederlo. Anzi, proprio l’insperato successo commerciale che l’arte "pura," l’arte per le élite, sta avendo, da qualche tempo a questa parte, mi fa pensare che si sia lungi da una sua fine. Molto spesso delle verità "economiche” celano anche delle verità estetiche; il fatto che delle opere di arte modernissima siano disputate a suon di milioni — come non avveniva ancora alcuni decenni or sono — dovrebbe darci da riflettere in senso positivo; dovrebbe farci considerare che il fenomeno non sia soltanto abile montatura di astutissimi mercanti ma una possibile ed augurabile realtà estetica.

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La rapidità significa dunque abbandono definitivo dei metodi artigianali della pittura in favore di metodi di creazione pura. Non è forse la sola missione dell’artista quella di creare e non di copiare? [Da Georges Mathieu, D'Aristote à l’abstraction lyrique, “L'Oeil," n. 52, aprile 1959, p. 32.]

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Pasmore, della generazione immediatamente successiva a quella di Ben Nicholson, ha preso parecchi elementi stilistici dal più anziano suo conterraneo, ma se ne è differenziato tosto per un abbandono netto dell'elemento paesaggistico e in genere figurativo, e per uno sconfinamento, spesso totale, nell’area tersa e distillata del costruttivismo geometrico (che egli ha praticato facendo ricorso a composizioni in materiali plastici), contrastante, in parte, con la sua natura essenzialmente lirica e romantica.

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