Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandonino

Numero di risultati: 4 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Il Galateo

180917
Brunella Gasperini 1 occorrenze
  • 1912
  • Baldini e Castoldi s.r.l.
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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giusta punizione); che evitino i languori-con-sottinteso, le frasi sibilline, i quiz coniugali, il golfino azzurro esibito all'improvviso come il coniglio del prestigiatore; e non si aspettino che sposo, parenti e amici restino folgorati dall'annuncio o si abbandonino a scene di tripudio. Una notizia lieta e commovente, quando lo è, lo è tanto di più se viene data e accolta con semplicità. Senza squilli di fanfara o esagerati pudori: entrambi anacronistici. E guai (ci riferiamo in particolare agli amici e colleghi del futuro padre) guai a chi fa commenti vieti o, Dio guardi, salaci. Semplicità non vuol dire, beninteso, brutalità, impudicizia, ostentato cinismo. Sparare la notizia al marito davanti a cinquanta persone, in termini crudi o «spiritosi» non è segno di disinvoltura e modernità ma di snobismo o di insicurezza: spia di vecchi tabù esorcizzati con l'arroganza.

Pagina 37

Il tesoro

182064
Vanna Piccini 1 occorrenze
  • 1951
  • Cavallotti editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Al momento di offrire il tè o i rinfreschi, senza che i giocatori abbandonino i loro posti, farà chieder loro quello che desiderano, procurando che siano serviti senza intralciare le loro partite. La sollecitudine verso gli invitati che s'abbandonano al piacere dei giochi a carte, è dovere per una padrona di casa, e non fra i minori, se è vero che quella dei giocatori, una delle categorie più difficili. Nondimeno in molte case si usa semplificare il cerimoniale, specie se gioco è abituale; a una data ora si offre qualche liquore o il caffè ed è la padrona che serve i suoi ospiti con grazia e semplicità.

Pagina 663

Dei doveri di civiltà ad uso delle fanciulle

188482
Pietro Touhar 1 occorrenze
  • 1880
  • Felice Paggi Libraio-Editore
  • Firenze
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Per le fanciulle è sempre da temere, massime in tali occasioni, che si abbandonino troppo alla gaiezza del loro carattere, e che abusino di una libertà insolita. Potrebbero, senza cattiva intenzione, compromettere sè medesime ed altri, se giungessero ad un eccesso di franchezza, che non ammissibile nella società bene educata. Ciascuno può mostrare spirito senza ricorrere a detti mordaci od a beffe sconvenienti; può ciascuno prender parte al comun brio senza mai discostarsi dalla convenienza. Dobbiamo: Essere giudiziosi e discreti nella scelta dei giuochi di sala; usare non minore riservatezza e prudenza nella scelta delle penitenze che sogliono derivare da tali giuochi; sottoporsi con eguale circospezione alle penitenze inflitte; badar bene di non compromettere sè nè altri in questi scherzi; partecipare del comun brio senza offendere in nulla le convenienze. Non dobbiamo: Insistere per far prevalere la propria scelta nei giuochi di sala; nè abusare della libertà che naturalmente questi giuochi producono; nè cogliere siffatte occasioni per lanciare detti mordaci, o far beffe sconvenienti. Daremo fine a queste avvertenze con un pensiero di una donna di molto ingegno. La civiltà riducesi al desiderio d'acquistarsi grazia appo tutte le persone stimabili; il che è facile a conseguire quando sappiamo rispettare i superiori, farci stimare dagli eguali, amare gl'inferiori. E noi aggiungeremo: La civiltà fondata sulla morale, ci procaccia la stima dei nostri simili, e ci aiuta a compiere una parte della missione affidataci da Dio sopra la terra. FINE

Pagina 124

Signorilità

199247
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 1 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
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Le mamme, anche mondane, abbandonino per un giorno l'idea della linea e dei fronzoli e, aiutando a vestire le bambine, non mostrino di dare la benchè minima importanza alla loro apparenza. Sarà molto bello, se la famiglia possiede una pur modesta cappellina in casa o nella villa di campagna, far celebrare là la dolce festa bianca delle proprie creature, curando l'addobbo candido dell'altare e magari procurando della buona musica sacra; sarà molto cristiano che i parenti tutti si accostino pure alla Comunione. Terminata la cerimonia, tutti prenderanno posto a una tavola ben preparata, a cui sarà servito caffè-latte, cioccolatta, thè con panini e con dolci, essendovi al posto d'onore il sacerdote: dopo di essa, i festeggiati ricaveranno i doni. In questo periodo di megalomania, i doni per prima Comunione corrispondono ai doni di nozze di trent'anni fa, e sono raramente di soggetto religioso. Invece è bene che lo siano, ma che il libro di preghiera sia l'Imitazione di Cristo e abbia una rilegatura artistica, l'arazzo da mettere in capo al letto sia veramente bello, il rosario sia in pietre dure ecc. Indicati anche, perchè i piccoli Comunicandi sono anche studenti di ginnasio, una penna stilografica di buona marca, un tagliacarte di tartaruga e simili. Nel pomeriggio, quando la mamma voglia riunire dei piccoli amici dei suoi figlioli, abbia cura di non dare alla riunione un carattere mondano, bensì un carattere dissimile dalle altre feste, e li conduca con sè a vedere la famiglia di poveri che ella ha beneficati in quel giorno, li conduca a fare una merenda all'aperto, lontani dalla vanità e dal brusio... Generalmente la Cresima coincide con la prima Comunione; padrino e madrina regalano ai figliocci qualche cosa di valore, che possa restar loro per tutta la vita per ricordo. Indicatissimo, e quasi di prammatica, è l'orologio d'oro con catena ai maschi, l'orologio a bracciale per le bambine, oppure, per quest'ultime, una spilla d'oro massiccio, o un braccialetto di una forma semplice, che possa essere sempre di moda, un paio di orecchini con una perla anche piccola, ma perfetta, che esse porteranno fino a quando lo sposo loro regalerà i solitari. I cresimati saranno invitati a colazione dai padrini, e i genitori dei cresimati ospiteranno i padrini pel pranzo e per la serata. Anche qui sarebbe molto cristiano, bello ed educativo che i genitori tenessero a Cresima, nello stesso giorno in cui i loro figlioli ricevono il grande Sacramento, un povero bambino... un piccolo colono, un orfano di guerra, imitando così l'alto e nobilissimo esempio del Principe di Piemonte che, nella primavera 1928, a Mogadiscio, nella Somalia italiana, volle essere padrino di numerosi piccoli indigeni.... I figliocci hanno obblighi di cortesia verso i loro padrini, ai quali scriveranno o recheranno in persona gli auguri nelle ricorrenze festive annuali, nel loro giorno onomastico ecc., unendovi, secondo i casi, qualche fiore, qualche lavorino. I padrini, secondo lo spirito cattolico, dovrebbero essere dei secondi padri, e seguire, ben consigliando, i figliocci nella vita.

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