Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandoniamoci

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Si fa non si fa. Le regole del galateo 2.0

180658
Barbara Ronchi della Rocca 2 occorrenze
  • 2013
  • Vallardi
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Non abbandoniamoci a posizioni troppo comode, che proprio perché tanto comode possono risultare anche strafottenti (evitiamo per esempio di stare insaccati sulla sedia, con le gambe allungate sotto la tavola, le braccia incrociate dietro la testa e le ascelle in bella vista; tutti atteggiamenti volgari). Offriamo di buon grado qualche informazione sulla nostra situazione familiare e professionale, senza indorare troppo la pillola; permettiamoci pure qualche domanda, purché formulata con delicatezza (e per genuino interesse: le forzature si notano); siamo molto prudenti con le battute di spirito (sempre in pericolo di fraintendimenti) e con i complimenti sui mobili di casa o i bei gioielli della «suocera», che potrebbero sembrare sintomo di un eccessivo interesse verso le disponibilità economiche della famiglia. Se non c'è mai stata una reale frequentazione, non fingiamo verso i futuri parenti un affetto che non possiamo (ancora) provare, e manteniamo le distanze, sia in senso fisico (niente baci sulle guance come saluto) sia in senso psicologico: l'iniziativa di passare dal «lei» al «tu» deve essere dei più anziani, e può aspettare anche dopo le nozze. L'argomento principe sarà naturalmente il «chi paga che cosa»: a questo proposito il buon gusto e il buon senso prescrivono che, nel caso in cui ambedue i fidanzati lavorino, tocca a loro accollarsi la maggior parte delle spese del matrimonio. E se le famiglie vogliono contribuire, lo fanno nell'ambito delle proprie possibilità, con equilibrio, senza affettazioni né ostentazioni. Chi preferisce tener conto delle tradizioni locali ricordi che, in caso di contraddizioni, hanno sempre la precedenza gli usi del paese d'origine della sposa. I genitori divorziati e risposati partecipano in eguale misura alle spese nuziali del figlio o della figlia, così come ne danno l'annuncio insieme - ma su due righe diverse - sulle partecipazioni. Quanto all'allestimento della casa, sarà bene provvedere solo l'indispensabile, e rimandare a un secondo momento gli acquisti meno necessari. Le sposine che ricevono in dono dalla mamma o dalla futura suocera dei capi di corredo, siano fiere di questi «tesori» che saranno il punto di forza delle loro apparecchiature eleganti. Quanto alle iniziali ricamate sulle federe o sui tovaglioli, non importa se non corrispondono, perché vanno considerate alla stregua di puri elementi decorativi.

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Dimostriamo attenzione e interesse verso chi parla, guardiamolo negli occhi - non c'è niente di più indisponente di uno sguardo perso a mezz'aria - non rispondiamo al telefono, non abbandoniamoci a piccoli gesti «per passare il tempo» (grattarci, pettinarci, toglierci i peluzzi dal golf, controllare gli sms e le e-mail sul cellulare, rimirarci le unghie). Non mettiamogli in bocca la fine delle frasi iniziate se tentenna o fa delle pause. Non interrompiamo sul più bello un aneddoto dichiarando: «È successo a me due anni fa...». Facciamo (poche) domande e solo i commenti appropriati, evitando i consigli, le sgridate, le battute che sdrammatizzano, tipo «Vedrai che passa» o «Tutto si aggiusterà» (apparentemente consolatorie ma che in realtà danno l'impressione di non prendere sul serio i problemi o le sofferenze di chi sta parlando). Ascoltare gli altri, anche quelli che ci paiono molto meno colti e intelligenti di noi, ci permette di arricchirci mediante il confronto con tutto ciò che è diverso dal nostro modo di vivere quotidiano e dalla nostra prospettiva di osservazione del mondo, che (forse ci scoccia ammetterlo) è sempre personale. E quindi fallibile. Ricapitolando: -non parliamo di malattie, incidenti e di tutto quanto comporta descrizioni raccapriccianti e/o disgustose; -non raccontiamo sogni e trame di film o telefilm; -non interrompiamo chi sta parlFando (a meno che stia per commettere una gaffe); -non facciamo domande troppo personali: quanto guadagna, se si è poi laureato, se è sposato e con chi, se ha figli, quanto pesa...; -non facciamo gli spiritosi prendendo in giro qualcuno dei presenti, o facendogli il verso; -non raccontiamo barzellette se non siamo capaci di farlo con garbo e spirito, e soprattutto non raccontiamone più di due; ma non interrompiamo chi le racconta con l'orrendo «La so già»; -non sfoggiamo termini inglesi a ogni piè sospinto, illudendoci di sembrare moderni e cosmopoliti: in realtà è un atteggiamento terribilmente provinciale; -non siamo aggressivi. Non si dice: «Non è vero, lei ha torto, non ha capito», ma «Non credo sia proprio così, secondo me è diverso, non mi sono spiegato».

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