Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonavo

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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675829
Garibaldi, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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Certo cadendo, mi sarei fatta in pezzi sul selciato, o contro qualche ostacolo della via, quando un giovane coraggioso lanciatosi dal marciapiedi come un lampo attraversa la via, getta la sua mano sinistra alle briglie e mi cinge robustamente colla destra mentre già mi abbandonavo sfinita. Allo strappo violento della mano del mio salvatore il cavallo fa un mezzo giro a sinistra, inciampa e va a fracassarsi il cranio contro il muro di una casa. Io era salva, ma svenuta e quando ripresi i sensi mi trovai nel mio letto, in casa mia, attorniata dalle mie donne. E chi era stato il mio salvatore? a chi chiederlo? Feci chiamare il domestico che mi accompagnava ma tutto quanto egli mi seppe dire era: che seguendomi da lontano giunse sul luogo della catastrofe quando io era già trasportata in una casa vicina da dove, palesando il mio nome mi fece trasferire subito nel mio palazzo. Altro non seppe dirmi del mio salvatore se non che egli era un giovine e che s’era ritirato dopo avermi consegnata alle donne di quella casa. Però la mia ardente immaginazione aveva indovinato o distinto anche in mezzo a tale pericolo i lineamenti atletici di quell’agile e robusto giovine. I suoi occhi avevan lampeggiato un solo istante nei miei ma quel lampo si era indelebilmente trasfuso ed impresso nel mio cuore. Io non potei più dimenticare quella sua fisionomia che ricordava gli eroi Romani scolpiti nell’anima mia. Oh! lo riconoscerò ben io se lo rivedo, dicea tra me, fosse egli romano! se è romano dev’essere della schiatta de’ quiriti, del mio popolo ideale! del mio culto! Una sera (voi conoscete l’uso in Roma di visitare il Colosseo al chiarore della luna), una sera, dico, accompagnata dallo stesso domestico io usciva da quel gigante delle ruine per tornare a casa. Ad una certa distanza essendosi diradata la folla, nel girare il canto della via che dal Tarpeo mette al Campidoglio ed all’ombra di quell’immenso edificio, un colpo di bastone rovesciò il mio domestico e due malandrini afferrandomi per le braccia cominciarono a trascinarmi violentemente verso l’arco di Severo.

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