Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Nuovo galateo. Tomo II

194945
Melchiorre Gioia 4 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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All'alba del giorno gli abitanti della parrocchia s'univano nella chiesa carichi di cibi e di bevande d'ogni specie; appena finita la messa, cominciava il banchetto, e il clero e i laici vi si abbandonavano con ardore uguale; la chiesa si trovava trasformata in una taverna, e diveniva teatro di contese, d'intemperanze e di ferite. Gli ecclesiastici e gli abitanti delle diverse parrocchie si disputavano il vanto a chi avrebbe le più splendide messe ghiottone, o a chi consumerebbe maggior copia di cibi e liquori in onor della Vergine. Allorché i sinodi provinciali proscrìssero questi scandali vergognosi, ebbero il dispiacere di sentirsi a tacciare di voler distruggere la religione. Kotzebue nell'operetta intitolata: La Confraternita del corno, dice: « Gli abitanti di Strasbourg, uomini » e donne, si univano il 29 agosto nella cattedrale » per celebrarvi la festa della dedica di questa » chiesa, non già con preghiere ma con bagordi. Invece » d'inni si cantavano canzoni bacchiche. Preti » e laici, tutti passavano la notte a mangiare e a » bere; l'altare maggiore serviva di credenza e appena » vi restava posto bastante pel prete che diceva » la messa nel mentre che sui gradini si cantava » e si danzava, per non dire di più. Gli altri altari » erano ugualmente carichi di bottiglie: era necessario » che ciascun bevesse; e quegli che assopito » da' vapori del vino s'addormentava in qualche angolo, » veniva svegliato con punture di spille. I domenicani » che servivano la chiesa, trovando il loro » conto in queste orgie , si guardavano bene dallo » screditarle. Solamente nel 1480, un predicatore » intrepido, chiamato Giovanni Geiler, vi si oppose » sul pergamo: ma in onta de' suoi sforzi questa festa » popolare si conservò sino al 1549 in cui fu totalmente » abolita da un sinodo tenuto a Saverne». A Parigi, quando un reo veniva condannato a morte, l'uso voleva che si desse vino ai giudici incaricati d'assistere all'esecuzione, ed era il carnefice che lo presentava: documenti autentici dimostrano che quest'uso fu osservato nel 1477, allorché fu strangolato il duca di Nemours. (XIV secolo). Quando i più alti monti sono occupati dalle acque, è forza conchiudere che ne sieno inondate le valli. Ora nel XIV secolo troviamo ministri, re, imperatori dediti all'ubbriachezza. Vinceslao re de' Romani, andato a Rheims nel 1397 per trattare con Carlo VI re di Francia, vi si ubbriacò più volte; cosicché un giorno non potendo venire GIOJA. Nuovo Galateo. Tom. II. 12 alla sessione, amò meglio accordare ciò che gli si dimandava di quello che cessar di bere del vino di Rheims. (Vie privée des Francois, t. III, p. 43). In un concilio tenuto a Winchester nel 1308 si condannano le proposizioni di matrimonio fatte nelle taverne, e si vieta all'uomo ed alla donna di far promessa di contrarlo se non sono digiuni (nisi ieiuna saliva). (XIII secolo ). I canoni de' concili possono essere documento dell'esistenza de'vizi che caldamente condannavano. Ora la maggior parte degli antichi concili della Francia minacciano differenti pene agli ecclesiastici che s'ubbriacano. Alcuni anco, e principalmente quello di Tours del 1282, interdicono ad ogni sacerdote l'ingresso in una taverna ed osteria, eccetto che siano in viaggio. S.Luigi, più severo dei concili, estese la stessa proibizione anco ai laici. (XII. secolo). Ció che sorprende di più, dice Kotzebue, sì è che gli imperatori stessi all'epoca della loro incoronazione erano obbligati di promettere con giuramento al Sommo Pontefice di non ubbriacarsi: (Vis ne sobrietatem cum Dei auxilio custodire?) Si fa salire l'origine de' pubblici gridatori del vino a Parigi al XII secolo, con sospetto però che vada più in su. Fra le particolarità di questa confraternita, che sussistette anche dopo la metà del secolo XVIII, v'era la seguente. Quando qualcuno d'essi moriva, tutti i confratelli assistevano al convoglio funebre in abito della confraternita. Il corpo veniva portato alla sepoltura da quattro di essi; due altri lo seguivano; carichi, il primo d'un vaso da bere, il secondo d'un altro molto maggiore pieno di vino. Il resto della confraternita andava avanti avendo in mano campanelli che facevano sonare lungo la strada. Ad ogni capocroce (ossia angoli della contrada) il convoglio soffermavasi; ciascuno de' portatori beveva un bicchiere di vino, ed altrettanto veniva offerto a chiunque, o passeggiero o spettatore si fosse; quindi l'onorevole compagnia continua il suo viaggio. In quel secolo Pietro di Blois diceva: « Se osservate » i nostri baroni e i nostri cavalieri allorchè partono » per una spedizione militare, vedrete i cavalli » destinati al trasporto de' bagagli carichi » non di ferro ma di vino, non di lance ma di » formaggi, non di spade ma, di bottiglie, non » di picche ma di spiedi, di modo che credereste » che vadano ad un gran pranzo piuttosto che alla » guerra. Alcuni ve n'ha che si contendono » il vanto a chi possa più mangiare e più bere, » vaghissimi della fama di gran divoratori e bevitori». Un viaggitore inglese parlando de' popoli semibarbari dell'Assam tra l'Ava e l'Arracan, dice: « Tra le loro idee singolari v'ha quella di giudicare » del merito di un uomo dal suo appetito; » essi riguardano come più virtuoso quello che » mangia di più e beve con eccesso ». (Nouvelles annales des voyages, fèvrier 1827, pag. 229.) I quali costumi diedero occasione di dire ad un vecchio poeta (Bruschius)

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I pranzi sembrano essere stati il principale piacere de' Germani, de' Galli, de' Bretoni e degli altri popoli Celtici, i quali ai più grandi eccessi si abbandonavano tutte le volte che presentavasi loro il destro. Presso queste nazioni, dice Pellontier, non si teneva pubblica assemblea regolare, sia per oggetti civili, sia per motivi religiosi; non succedeva matrimonio né convoglio funebre; non celebravasi un giorno di nascita, nè trattato di pace o d'alleanza credevasi stabile, senza un pranzo clamoroso. L'ubbriachezza era talmente innestata nelle abitudini di que' popoli, che l'abbondanza della birra e degli altri liquori non veniva giammai dimenticata nella descrizione de'beni che la loro religione prometteva ai guerrieri. Robertson, descrivendo i costumi degli Americani, dice: «Qualunque sia l'occasione o il pretesto » per cui gli Americani si radunano insieme, » l'assemblea va sempre a finire nello stravizzo. Molte » delle loro feste non hanno altro oggetto, e si » dà il ben venuto al ritorno delle medesime con » trasporto di gioia. Non essendo eglino avvezzi a » raffrenare alcun appetito, non pongono limiti nè » anche a questo. La gozzoviglia continua spesso parecchi » giorni senza intermissione; e per quanto » siano funesti gli effetti della sregolatezza, non » lasciano mai di bere finché di quel liquore ne rimane » una goccia. Le persone del più alto rango, » i più distinti guerrieri e i capi più rinomati per » la saviezza, non sanno vincer sè stessi più che » gli oscuri individui delle comunità. La loro smania » pel godimento presente li rende ciechi alle » funeste sue conseguenze; e gli uomini stessi, che » in altre occasioni mostrano d'essere corredati di » una forza di mente più che umana, sono in questo » frangente da meno dei fanciulli in antivedimento » e considerazione, e meri schiavi d'un brutale » appetito. Quando le loro passioni naturalmente impetuose » sono riscaldate dalle bevande, essi si fanno » rei de'più enormi oltraggi, festa di rado » finisce senza qualche atto di violenza o senza spargimento » di sangue» In tutti i tempi, in tutti i luoghi l'intensità delle passioni cresce a misura che scema il loro numero; e le passioni animali si mostrano tanto più forti, quanto è più languido l'esercizio delle forze intellettuali. Sovente, dice Diodoro Siculo parlando dei Galli, sorgono contese mentre essi stanno bevendo, e allora si battono col massimo furore. Tacito dice lo stesso de' Germani (V. la pag. 228 nota (1)). Nell'attuale incivilimento ci restano certamente degli ubbriachi; ma il vizio si è concentrato ne' più miserabili individui della plebaglia, almeno se si eccettuano i paesi freddi, ove la forza del clima rispinge tuttora gli effetti dell'incivilimento. E' questo il luogo di far osservare la sublime acutezza de' moralisti pedanti. Essi fanno rimprovero all'attuale incivilimento d'avere esteso il numero de' cibi e delle bevande:

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