Così doveva ragionar Caciotta, mentre, dopo il suo primo bagno, s' abbandonava a chi sa quanti pensieri, e finiva di pettinarsi e di ripulirsi da sè, passandosi rapidamente le manucce su e giù per il nasino roseo e per il collo, leccandosi e morsicchiandosi il ventre, il dorso e la coda. Ragù, quand' ella ritornò nella paniera imbottita, dov' egli l' aspettava, quasi non la riconosceva più. Nella loro lingua topesca si mise allora a farle un monte di complimenti, dicendo: - Caciotta mia, sei più bianca della luna, adesso! Il tuo pelo è più morbido della seta floscia; più odoroso della vallata delle Rose! Lascia ch' io ti baci gli occhi, che splendono più dei rubini! lascia ch' io ti ripeta che il mio amore per te è un mazzo di fiori che non avvizzisce mai! -
Pagina 27