Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonava

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Una famiglia di topi

205068
Contessa Lara 1 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Così doveva ragionar Caciotta, mentre, dopo il suo primo bagno, s' abbandonava a chi sa quanti pensieri, e finiva di pettinarsi e di ripulirsi da sè, passandosi rapidamente le manucce su e giù per il nasino roseo e per il collo, leccandosi e morsicchiandosi il ventre, il dorso e la coda. Ragù, quand' ella ritornò nella paniera imbottita, dov' egli l' aspettava, quasi non la riconosceva più. Nella loro lingua topesca si mise allora a farle un monte di complimenti, dicendo: - Caciotta mia, sei più bianca della luna, adesso! Il tuo pelo è più morbido della seta floscia; più odoroso della vallata delle Rose! Lascia ch' io ti baci gli occhi, che splendono più dei rubini! lascia ch' io ti ripeta che il mio amore per te è un mazzo di fiori che non avvizzisce mai! -

Pagina 27

I ragazzi della via Pal

208324
Molnar, Ferencz 1 occorrenze
  • 1929
  • Edizioni Sapientia
  • Roma
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Fuggiva dalla terra infedele ch'essi avevano difeso con tanto dolore, con tanto eroismo e che ora li abbandonava per prendersi sulle spalle una gran casa d'affitto, per sempre. Si rivolse ancora, dalla porticina, come chi lascia la patria per sempre. E nel grande dolore che gli serrava il cuore si mescolò una goccia, una goccia sola di conforto. Se il povero Nemeciech non ha potuto vivere fino ad ascoltare la deputazione della Società dello Stucco che gli domandava perdono, almeno non aveva saputo neanche che la patria per la quale egli era morto gli sarebbe stata tolta. E il giorno dopo, quando tutta la classe era seduta in silenzio, il professor Raz salì a passi lenti e gravi sulla cattedra e parlò con parole semplici e commosse, di Ernesto Nemeciech e invitò tutta la classe a volersi trovare l'indomani alle 15 in via Racos, vestiti tutti di nero o almeno di scuro. Giovanni Boka guardò cupo davanti a sè e per la prima volta cominciò ad albeggiare nella sua semplice anima di fanciullo un vago sentore di quel che possa veramente essere la vita, della quale tutti noi siamo schiavi ora tristi ora gai.

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