Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonato

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Dal decreto legge alla legge di conversione: dal controllo potenziale al sindacato effettivo di costituzionalità - abstract in versione elettronica

148255
Simoncini, Andrea; Longo, Erik 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Negli ultimi dieci anni la Corte costituzionale ha più volte abbandonato la sua riluttanza a dichiarare incostituzionali le leggi di conversione di decreti-legge per un vizio legato alla procedura dell'art. 77 Cost. Malgrado l'enfasi sulla natura provvisoria di queste fonti, negli ultimi anni sessanta anni abbiamo assistito ad un fenomeno altrove descritto come "emergenza infinita". Non è un caso, infatti, che nelle ultime quattro legislature l'abuso dei decreti-legge ha prodotto numerosi problemi anche al procedimento legislativo, specialmente nell'uso distorto degli emendamenti alle leggi di conversione. Il fenomeno degli emendamenti estranei all'oggetto originario del decreto legge ha prodotto non solo problemi relativi alla forma di governo ma anche alla forma di stato, specie per quanto riguarda la certezza del diritto. I cambiamenti intervenuti nella giurisprudenza recente, soprattutto attraverso le sentenze 22/2012 e 32/2014, la Corte ha ancora una volta alterato la sua strategia di non intervento nel rapporto tra poteri, come accaduto in passato durante gli anni novanta, cioè nel momento in cui ha aumentato la sindacabilità pratica del decreto-legge. Le ragioni di questo cambiamento sono molte. L'incertezza politica, la mancanza di riforme e fattori ambientali che ancora una volta come quasi venti anni fa hanno costretto i giudici delle leggi ad esercitare i propri poteri di sindacato. Quest'indirizzo giurisprudenziale introdurrà certamente novità decisive dal momento che aumenterà i poteri della Corte. Ovviamente rimangono alcuni nodi irrisolti che, forse, all'occhio attento dello studioso appariranno più come un indizio della necessità di una riforma complessiva del procedimento legislativo.

Sull'odierna fattualità del diritto - abstract in versione elettronica

148511
Grossi, Paolo 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Abbandonato il mito della purezza del diritto, dominante fino agli inizi del Novecento, oggi assistiamo a una decisa fattualità del diritto, intendendo con questo sintagma una enorme virulenza dei fatti che hanno la capacità di condizionare il diritto e di plasmarlo. Nelle pagine che seguono si precisano le tappe di un itinerario, che è crescente nella seconda metà del Novecento, sottolineando per l'Italia il ruolo della Costituzione repubblicana del 1948 e dell'inserimento dello Stato italiano entro il tessuto economico e giuridico di una Europa sempre più unita. In questa odierna fattualità non è di poco conto - anche in Italia - il fenomeno nuovo della cosiddetta "globalizzazione giuridica", ossia di un complesso di istituti giuridici, non previsti dai Codici e dalle legislazioni degli Stati o dalle norme degli organismi sovra statuali, ma creati dagli operatori economici perché ritenuti necessari ai bisogni nuovi del mercato.

Le Sezioni Unite aprono qualche spiraglio per una maggior garanzia dell'imparzialità del giudice anche nel processo civile - abstract in versione elettronica

149067
Glendi, Cesare 1 occorrenze
  • 2014
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Dopo aver richiamato, e stigmatizzato, lo stato di incuria in cui è stato da anni abbandonato l'art. 51 c.p.c., prescindendo dalla problematica circa la natura, tassativa o meno, dell'elencazione contenuta nel suo primo comma e la suscettibilità, o meno, di una sua integrazione analogica o di una sua interpretazione estensiva, seguendo, invece, la via di un allargamento disciplinare secondo il criterio guidato, non dalla tassatività, ma dalla predeterminazione normativa, dei casi di astensione obbligatoria e di ricusazione, viene analizzato il contenuto della pronuncia delle Sezioni Unite n. 19704/2012, che a tale criterio, forse inconsapevolmente, si conforma, giungendo così a restringersi (abrogativamente) la sfera dell'astensione facoltativa di cui all'art. 51, comma 2, c.p.c. e ad allargarsi (corrispondentemente) l'ambito dell'astensione obbligatoria ex art. 51, comma 1, n. 1, c.p.c., sulla base dei coerenziati richiami all'art. 323 c.p. e all'art. 2, comma 1, lett. c), del d. lgs. 23 febbraio 2006, n. 109, adeguatamente relazionati all'art. 36, lett. h, c.p.p. e agli artt. 3, 97 e 111 Cost. Col risultato, nient'affatto insignificante, di ravvisare l'obbligo dell'astensione, ed ammettere la ricusazione, in ogni caso in cui il magistrato sia portatore di un interesse proprio o di prossimo congiunto nella controversia ad esso affidata.

Un passo avanti del diritto del figlio, abbandonato e adottato, di conoscere le sue origini rispetto all'anonimato materno - abstract in versione elettronica

149206
Carbone, Vincenzo 1 occorrenze
  • 2014
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Un passo avanti del diritto del figlio, abbandonato e adottato, di conoscere le sue origini rispetto all'anonimato materno

L'insolvenza non è "una questione privata": le Sezioni Unite e la segnalazione di insolvenza al P.M. da parte del tribunale fallimentare - abstract in versione elettronica

149403
Rolfi, Federico 1 occorrenze
  • 2014
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Con la decisione in commento le Sezioni Unite vengono a superare definitivamente l'orientamento adottato dalla Cassazione nel 2009, e sostanzialmente abbandonato già l'anno scorso, dopo che la prima decisione era stata oggetto di massiccio dissenso in dottrina e nella giurisprudenza di merito. Scopo della nota è illustrare la debolezza degli argomenti che erano stati posti a fondamento della tesi che escludeva per il tribunale fallimentare la possibilità - a seguito dell'archiviazione di una procedura prefallimentare - di segnalare situazioni di insolvenza al P.M. [Pubblico ministero]. Si cercherà di dimostrare che tali argomenti erano basati più su una lettura "ideologica" della riforma, che su argomenti testuali inoppugnabili, e che le esigenze di terzietà del Tribunale fallimentare ben possono essere garantite dall'applicazione delle previsioni in tema di astensione, e dal rispetto, da parte del P.M. dell'autonomia del proprio stesso ruolo.

Il trasferimento della sede sociale all'estero comporta una cancellazione "sui generis"? - abstract in versione elettronica

150989
Raggi, Nicolò 1 occorrenze
  • 2014
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L'assoluta novità della questione, la sua estrema attualità (molte imprese, anche a causa della crisi, hanno abbandonato il Paese) e la (poco persuasiva) soluzione adottata dalla Corte di cassazione inducono a qualche riflessione sul tema.

Allontanamento volontario e allontanamento forzato dalla casa familiare - abstract in versione elettronica

151829
Ferrara, Federica 1 occorrenze
  • 2014
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Il Tribunale di Milano, chiamato a pronunciarsi sull'assegnazione della casa familiare in favore di una donna che aveva abbandonato il tetto coniugale per preservare sé stessa ed i propri figli dalle violenze del marito, con l'ordinanza in commento, traccia una distinzione tra "allontanamento volontario" e "allontanamento forzato" dalla casa familiare. In particolare, il Tribunale milanese statuisce che "l'allontanamento volontario" da parte di uno dei coniugi, che porti con sé i figli, determina una cesura materiale e psicologica tra l'habitat domestico ed i figli stessi, facendo venir meno il presupposto dell'assegnazione della casa familiare, costituito dall'interesse dei figli a conservare l'habitat naturale del nucleo familiare nonostante la crisi coniugale; "l'allontanamento forzato", invece, determinato o indotto dalla necessità di preservare sé ed i propri figli dalle violenze del coniuge, determina una cesura materiale tra l'ambiente domestico ed i figli, cui non necessariamente si accompagna una cesura di tipo psicologico, potendo ben avere i figli un'aspettativa di ritorno nella propria casa, una volta cessato lo stato di pericolo. In considerazione di ciò, con l'ordinanza "de qua", il Tribunale afferma che l'allontanamento forzato dalla casa coniugale per sottrarre sé ed i propri figli dalle violenze del coniuge non osta, a differenza del mero allontanamento volontario, all'assegnazione della casa familiare, ove ciò risponda all'interesse dei figli.

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