L'esperienza umbra si pone in linea con questa impostazione teorica e conta la presentazione di un disegno di legge organico, poi abbandonato, sulla perequazione, incentrato sul modello della perequazione per comparti. Il perno della disciplina dovrebbe essere rintracciato nel programma urbanistico, ma di fatto la norma ancora stenta a decollare, in ragione delle difficoltà economiche intervenute nel corso degli anni. Le singole esperienze comunali prevedono in molti casi la cessione gratuita delle aree e la realizzazione nelle aree stesse di opere pubbliche, dotandosi, alcuni, di delibere programmatiche, masterplan, con cui introducono il principio del contributo straordinario. Accanto alla perequazione si pongono poi gli istituti compensativi rispetto ai quali il principale aspetto problematico va rintracciato nella difficoltà di individuare i criteri di quantificazione del diritto edificatorio di carattere compensativo.
In continuità con la critica del concetto di identità formulata in precedenti lavori, invita, anzi, a strappare la cultura (aperta e dinamica) alla morsa dell'identità (chiusa e statica): a suo parere, il concetto di identità dovrebbe essere del tutto abbandonato, mentre quello di cultura andrebbe conservato nella cassetta degli attrezzi degli antropologi come un utile strumento di analisi. Abbandonare completamente il concetto di identità potrebbe, tuttavia, non essere facile, né, forse, necessario, come suggeriscono le analisi volte a mettere in evidenza il carattere ibrido, complesso e dinamico delle diverse "identità culturali".
Spetta al codice del processo amministrativo il merito di avere abbandonato definitivamente ogni residuo della concezione oggettiva del giudizio amministrativo di annullamento come strumento di controllo dell'azione amministrativa, e di aver consolidato lo spostamento dell'oggetto del giudizio amministrativo dall'atto, teso a vagliarne la legittimità alla stregua dei vizi denunciati in sede di ricorso e con salvezza del riesercizio del potere amministrativo, al rapporto regolato dal medesimo, al fine di scrutinare la fondatezza della pretesa sostanziale azionata, sempre che non vi si sovrapponga l'ostacolo dato dalla non sostituibilità di attività discrezionali (amministrative o tecniche) riservate alla pubblica amministrazione. Pertanto, anche in presenza di un provvedimento espresso di rigetto è possibile l'azione di condanna volta ad ottenere l'adozione dell'atto amministrativo richiesto. infatti, l'art. 34, comma 1, lett. c), nel precisare i contenuti della sentenza di condanna, prevede anche l'adozione "delle misure idonee a tutelare la situazione giuridica soggettiva dedotta in giudizio configurando un potere di condanna senza restrizione di oggetto, modulabile a seconda del bisogno differenziato emerso in giudizio".
La Suprema Corte, insomma, sembrerebbe aver (finalmente) abbandonato la rigida impostazione assunta da Pandora in poi. L'Agenzia delle entrate è, quindi, avvisata: se non intende compromettere il buon esito della riscossione, farà bene ad accertarsi sempre che il contribuente abbia effettivamente ricevuto l'avviso bonario.
La pronuncia della Cassazione in commento offre all'A. l'occasione per affrontare specificamente il tema della automatica pronuncia di addebito in capo al coniuge infedele che abbia, senza una valida ragione, abbandonato il tetto coniugale prima della domanda di separazione, attraverso un'analisi delle diverse opinioni dottrinali e giurisprudenziali che si sono succedute dall'entrata in vigore della legge di riforma del diritto di famiglia, nonché per approfondire alcune tra le più discusse problematiche connesse all'addebito, quali quelle legate ai presupposti della sua concessione, nonché alla sua utilità pratica.
La pronuncia si segnala, in particolare, per la materia su cui essa interviene che è quella edilizia: il Collegio pugliese ammette, infatti, la proposizione di una domanda di accertamento del diritto al rilascio di un permesso di costruire, discostandosi dal tradizionale mai abbandonato orientamento negativo del g.a. [giudice amministrativo] che ritiene incompatibile una simile azione con i limiti del giudizio amministrativo di legittimità. L'esame della sentenza costituisce, quindi, l'occasione per fare il punto sulle trasformazioni apportate dal nuovo codice al processo amministrativo anche alla luce degli spunti applicativi offerti dalla giurisprudenza formatasi dopo la sua entrata in vigore.