Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandonati

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Come devo comportarmi?

172903
Anna Vertua Gentile 2 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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La donna nubile abbia o non abbia senso materno, cerchi di interessarsi dei bambini, di aiutare i piccoli derelitti, gli Innocenti infermi, i poverelli, gli abbandonati o trascurati. Si avvicini all'infanzia, entri nelle amicucce dei bimbi, impari a capirne i desideri e le aspirazioni, a comprenderne i piccoli dispiaceri, i crucci ed i dolori. La pietà, da prima imposta dal volere, finirà per recare il suo compenso; si sveglierà il sentimento di madre nel cuore fino allora chiuso all'interesse dell'infanzia, e basterà a riempire il vuoto di un'anima solitaria. Provvedere ai bisogni dei bambini poveri, assistere i piccoli malati, raccogliere e far raccogliere i miserelli abbandonati, non tutte lo possono fare. Ci vogliono mezzi, ci vuole una speciale condizione, qualche potere e molte conoscenze nella società. Ma tutte possono studiarsi di rendersi utili ai bambini con i primi insegnamenti morali, con l'imparare a conoscerli profondamente e con intelletto di amore. A voi sembra che il sereno dell'infanzia debba essere costantemente sgombro di nubi. Ma non è sempre cosi. I bambini, i quali si abbandonano intieramente al dolore come alla gioia, hanno qualche volta una pienezza d'affanno, di cui le persone adulte sono incapaci. Ci sono bambini che soffrono crudelmente senza che nessuno ne sappia indovinare la causa; senza manco, che nessuno se ne avveda. O se qualcuno avverte l'espressione malinconica di un visetto infantile, o l'aria di abbattimento della piccola persona, ne cerca tosto la causa nella salute; e crede di guarire con ferro e olio di merluzzo un male morale, che avrebbe bisogno di affetto, di carezze, di dolce persuasione. Ora, chi può usare di tali rimedi per ritornare la serenità sul volto dei bimbi, mi pare ne abbia da risentire una dolcezza infinita. E una tale dolcezza se la può procurare senza fatica, anzi ubbidendo spontaneamente al proprio cuore, la signora nubile, che può consacrarsi allo studio dell'infanzia senza le distrazioni e gli impegni di chi ha famiglia.

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I remi mi erano sfuggiti di mano; si era abbandonati all'ira della tempesta. Fu un momento terribile; abbracciai la sorellina e mi lasciai andare con essa sul fondo della barca, sbalordito dallo spavento, dal rimorso, dal dolore; tutto uno schianto di affetti. Mariuccia che mi si era avvinta al collo singhiozzando, ad un tratto rallentò la stretta, smesse di piangere e si lasciò andare bianca e inanimata che pareva morta. Cacciai un urlo disperato e chiusi gli occhi per non vedere più nulla. Un tremendo scossone mi fece credere che la fosse finita; guardai. La barchetta eta stata buttata con impeto su la riva, a pochi passi dal paese.... Mariuccia giaceva sempre in fondo alla barca bianca e inanimata! La presi fra le braccia; la portai fuori della barchetta. Intanto la gente era accorsa; tutto il paese era lì, palpitante, commosso. - Gliel'avevo detto io ! - sentii mormorare il vecchio Giacomo. - Oh il piccolo temerario ! - esclamò il curato. Mariuccia mi fu tolta dalle braccia. Camminavo come in sogno. A casa mi destarono il grido della mamma e l'aria addolorata e severa del babbo. (Cambia tono) Ah la mia sorellina!... la mia Mariuccia adorata! - Come starà adesso ? (si accosta all'uscio d'uscita e sta in ascolto). C'è gente giù a basso; sento un brusìo di passi e di voci. (Con spavento) Che Mariuccia stia male ? che sia morta?... Ah Signore Iddio! no! no! no!... fate che non sia! (con desolazione) Qualcuno sale le scale! (sta in ascollo) si ferma.... apre l'uscio! (corre per vedere) Ah! il babbo!... Babbo!... Salva?... Mariuccia è salva?... Grazie! grazie! (farà come se parlasse con alcuno di fuori) Oh lo giuro! non sarò temerario mai, mai più! (nel mezzo della scena; con espressione) Lo giuro babbo! oh stai sicuro! sono corretto per sempre!... Ah Mariuccia mia cara! (esce correndo).

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