Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonate

Numero di risultati: 6 in 1 pagine

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Angiola Maria

207086
Carcano, Giulio 6 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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Bene spesso le avresti vedute sedere in crocchio sul terrazzo della villa, intese allo studio de' loro disegni e lavori, al canto di care e semplici melodie, o abbandonate a fanciulleschi e sinceri colloqui. Talvolta anche il vecchio lord, oramai convalescente, stando nel suo seggiolone in un angolo del terrazzo, contemplava con segreta gioia quelle tre testoline giovani e aeree, le vedeva chinarsi e levarsi con un tripudio irrequieto, con un sorriso più eloquente d'ogni parola; e l'ampio foglio del Times, che stavagli spiegato sotto gli occhi, cadeva allora dimenticato su le sue ginocchia; e nel cuore l'arida politica cedeva il luogo alla dolcezza d' un senso affatto nuovo. Più spesso le fanciulle andavano a diporto per i paesi

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Così, abbandonate, e senza saper nulla mai di quel loro caro, Caterina e Maria trascinavano giorni e settimane, in casa della vedova; la quale, dal canto suo, non aveva potuto far di meno di tenerle con sè qualche tempo ancora, quand' esse, deliberate d' aspettare che fosse decisa la sorte del prete, ne la pregarono, a patto di pagarle trenta soldi al giòrno, per le spese. Ciò veramente andava poco a' versi alla Giuditta, causa la paura di cert' altre visite della specie di quella prima, da lei non ancora dimenticata; ma poi, per amor di bene, non seppe dir di no. Una mattina, erano uscite di buon' ora le due donne per andare insieme a vendere a qualche mercante di mode un velo nero trapunto, in que' dì solitari e mesti, dalla Maria: poichè era essa, che col lavoro delle sue mani sosteneva anche la madre. A caso capitate presso la piccola chiesa di san ***, la Caterina, la quale non lasciava passar giorno che non andasse a pregare il Signore per il suo povero figliuolo e per sè, si rivolse a quella parte, e fece per entrar nella chiesa. Ma d' improvviso la fanciulla, tutta compresa dal terrore d' una funesta ricordanza, le s' era stretta al braccio, trattenendola, e con voce bassa e supplichevole: « Oh no! madre mia, non andiamo in questa chiesa; non devo, non posso entrarvi più. » « Perchè, Maria, perchè?... Cos' hai? tu tremi, diventi smorta! ti senti male? » « No! mamma, è un segreto.... un segreto che nessuno doveva conoscere! se sapeste che in questa chiesa.... O mio Dio, toglietene per sempre dal mio cuore la memoria! » « Maria, che mistero è questo? parla, dimmi.... » « Qui no, no, cara madre.... torniamo a casa, ve ne prego, e vi dirò tutto. Oh povera me, povero mio fratello! » E tornarono a casa. In quel giorno Maria non trovò parola che potesse spargere un po' di serenità su l' addolorata fronte della madre. Attendeva taciturna a' suoi lavori,

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Bisognava vender la casa, vender la terra, fare de' grossi sacrifizi: e tutto questo per andarne a stentar la vita in un paese lontano, solitario, sepolto in grembo d' una vallata infeconda, dove non abita che uno sparso e povero popolo di mandriani e di caprai, i quali al cominciar del freddo lasciano i loro dirupi per calare al piano, nei dintorni delle città, e non tornare alle abbandonate case che allo squagliarsi delle nevi. Nel durar delle lunghe invernate, era colà il buon prete conforto e sostegno d'una grama moltitudine di vecchi, di donne, e fanciulli che rimanevano nell'alpestre villaggio; divideva con loro la scarsa rendita del suo beneficio, e tutti lo benedicevano. - Che avrebbero mai fatto sua madre e sua sorella, in quella solitudine squallida e malsana? « Sentite dunque, » disse don Carlo alle due donne. « Poichè il mio parroco me l'ha consentito, resterò qui con voi, tre o quattro settimane, finchè abbia fatto quel che c'è a fare in queste triste congiunture. Messo che avrò in ordine i nostri pochi interessi, tornerò al mio romitorio. Io per me rinuncio alla parte che mi può toccare, e voglio che quel poco che abbiamo, non è vero, mamma? serva per voi, e per te, Maria, per te, quando troverai qualche onesto partito. E in appresso, se il Signore farà ch' io possa divenir parroco in qualche paese meno triste e più vicino a voi, per esempio, qui sul lago.... allora v'aprirò la mia casa, vi aprirò le mie braccia, e dirò a tutt'e due: Venite a star con me, a consolarmi la vita. Oh allora sì, che mi parrà ancora d'esser felice! » Caterina e Maria furono commosse e persuase; guardavano con tacita tenerezza il prete, che oramai era l'unico loro angelo protettore. E il prete, levatosi e fattosi vicino alla madre, strinse tra le sue mani la destra della buona vecchia che piangeva, e la baciò con verecondo rispetto. Poi la sorella gli stese la sua; ed egli, stringendola del pari, se la pose sul cuore, con una forza d'affetto che non può dirsi. Indi a poco uscì dalla casetta.

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Là stanno le due donne abbandonate; esse m'aspettano, e io so che han bisogno di consolazione. Permettete dunque, signore, che vi lasci: però vi ringrazio di cuore della bontà che mi avete dimostrato, e vi domando scusa della mestizia delle mie parole. Perdonatemi; e se mai non vi fosse discaro di visitare un prete sconosciuto e solitario, quella è la mia casetta Voi siete così cortese, che vi rivedrò sempre volentieri. Buona notte, signore. » E se n'andò. Arnoldo stette ancora per lungo tempo in quello steso luogo; chè la notte era bella e stellata, e il suo cuore commosso da mille pensieri.

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Quand' erano a fianco del suo letto, sedute insieme nell' ampio seggiolone, con le leggiadre lor teste abbandonate su gli stessi origlieri che lo sorreggevano, quando venivano a confortarlo con quelle parole che a' figli nessuno insegna, e ch'essi soli sanno trovar così bene, egli non sentiva l' armonia delle care voci, che dovevano versare sul suo cuore ferito il balsamo dell'amore. Assorto ne' pensieri che lo facevan dispettoso d'ogni altra cosa, voltavasi bruscamente dall'altro lato, se una d'esse lo chiamava teneramente col nome di padre; poi le congedava con mal piglio , dicendo di volere star solo e di non aver bisogno delle lor fanciullesche carezze. Piangevano silenziosamente le buone giovinette al suo duro parlare, e se n' andavano mute e lente; ma, uscite appena, compativano tra loro al povero padre, chè il male l'avesse fatto inquieto e aspro; e si confortavano a vicenda ad aver pazienza, chè forse, con l'amorose loro sollecitudini, avrebbero medicato il suo dolore, e vinta la sua ostinata tristezza. E si fermavano nella vicina stanza, origliando a ogni più lieve rumore; riscosse, appena che uno sfogo improvviso di tosse turbasse il caro ammalato, accorrevano di nuovo al suo fianco; e lo pregavano, col pianto sugli occhi, che per amor loro bevesse alcuna delle pozioni che gli apprestavano a temperare quella sua angoscia convulsiva. Ma non gli svelarono mai che un medico le avesse ordinate; sarebbe stato un dirgli di spezzarne le bocce contro la parete: bensì, con pietoso inganno, l'assicuravano sempre ch'eran semplici calmanti da esse loro apparecchiati. Ma le innocenti non sapevano come la principal cagione di quel male fosse l' ira dell'egoismo ingannato che lo rodeva, fosse l'estrema rovina delle sue lunghe fatiche, l'ultimo crollo d'un edilizio a cui per tutta la vita aveva lavorato, l'edifizio della sua grandezza! Le novelle venutegli d' Inghilterra per lettere e per gazzette, e confermate pur troppo presto, avevano rivelato a lord Leslie come tutto il suo credito, un tempo così potente, fosse perduto; le sue mene politiche cagionare la caduta della sua stessa fazione; e le nuove elezioni della sua contea, ultima speranza a lui rimasta, esser cadute sopra individui della parte opposta, e, fra questi, sul più conosciuto suo nemico politico. Di più, gli toccò perfino di leggere ne' giornali rapportata la, sua rottura col figlio, travolta, esagerata, come si suole; commentata a suo discredito , quasi fosse stata una domestica tirannide. Tutto ciò, e anche meno sarebbe certo bastato, fini a suscitare nella sua logora salute un subitaneo rovescio; la malattia, che da gran tempo covava, si spiegò violenta; senza l'amore e la paziente attenzione di quelle soavi creature d'Elisa e Vittorina, lord Leslie avrebbe forse dovuto soggiacere a tale ultima offesa dell'orgoglio vulnerato. Non era il mattino, ed Elisa, a passo cauto, leggiero, entrava nella camera del padre ammalato; il suo cuore batteva di speranza e di segreto timore. Ella rimosse con mano tremante la verde cortina dell'alcova, si sollevò lieve su la persona, e guardò. - Suo padre pareva dormire d'un sonno tranquillo; perchè il respirar di lui non era più sì affannoso, e la calva sua fronte, che ombravano due ciocche di grigi capegli, era pallida e serena. La buona figlia sentì allargarsi il cuore, levò al cielo gli occhi, domandò una benedizione all'anima di sua madre, affinchè le desse forza di compiere il generoso proposito, per cui quel giorno ell' era venuta, così di buon' ora, nella stanza paterna. Poi lenta avanzando, s' adagiò cheta cheta nella seggiola, accanto al capezzale di suo padre; e abbandonata a' pensieri ond' era pieno il suo animo verginale, si perdette ne' sogni dell'avvenire, in quell'estasi che un' intemerata speranza dipinge come d' un' iride di felicità. Intanto, senza ch'ella se ne fosse accorta, il padre s'era desto; e il primo oggetto che gli appariva, era l'amorosa fanciulla sedutagli accanto, era quella sembianza angelica e pura, che la faceva parere cosa non mortale. Il vecchio, senza pur muoversi, la guardava, nè ancora ella s'era riscossa; la guardava, mai non l' aveva creduta così bella. - Povero padre ! quel pensiero d'innocente orgoglio nasceva nel suo cuore forse per la prima volta! Continuava a contemplarla; sentiva un piacere mite, segreto, che non aveva provato mai. Allora trasse una mano fuor delle coltri, e strinse con dolce forza il braccio che la figlia pianamente aveva poggiato su la sponda del letto. Elisa a un tratto si risentì, le parve che il padre leggesse ne' suoi pensieri, che quello sguardo la penetrasse sino al fondo del cuore.... I suoi sogni eran così belli! Arrossendo per subitanea tema, si chinò verso di lui, e disse: « O mio padre! io era venuta a spiare il momento che vi sareste svegliato, e intanto i miei pensieri m'avevano rapita lontano lontano, ch'io quasi vi dimenticava, mio caro povero padre! » « Buona Elisa! tu mi vuoi bene, lo so! tu mi sei cara, adesso più che mai! » rispondeva l'ammalato con tale accento di mitezza insolita, che la figlia non credette quasi a sè stessa. « E potrei non amarvi? Ma ditemi, prima, che avete passato una notte quieta, che state meglio d' jeri.... » « Si, sì! Sto bene, bene da vero. » « Corro dunque a dirlo a Vittorina, che aspetta qui fuori questa buona novella. Pure, siete assai pallido, e la vostra mano arde e trema... » « Non importa, sto bene! perchè, sappi, il mio male è qui, qui dentro!... » E con la destra si premeva il cuore. « O padre mio! che pena mi danno le vostre parole! No, non dite così; dite che noi possiam consolarvi, poichè nostra è una parte del vostro dolore! Fatevi cuore, siate giusto con voi medesimo! E se troppo vi pesa, come, dite voi, la cattiveria degli uomini, oh copriteli di disprezzo, d' obblio! E guardate a noi, pensate alle vostre due figlie, e anche al vostro.... sì, al povero.... » Ma s' arrestò d' improvviso, e chinò gli occhi a terra, sbigottita da uno sguardo terribile di suo padre. « Finite! Che cosa volevate dire? » chiese il lord, con tuono severo, ma fatto più dolce in viso. « Oh nulla! » Elisa rispondeva: « non so , io parlava come il cuore mi suggeriva.... mi compatite? » « No! voi lo sapete pure, che non si deve pronunziar quel nome dinanzi a me: bisogna dimenticarlo! » « Dimenticarlo?... non lo potrei. È mio fratello! » « Egli non è più mio figlio, e non lo vedrò mai più! Ho cancellato dalla memoria anche il suo nome. » « Dio! s' io fossi quell' infelice, ne sarei morta! » « Tu, buona fanciulla, non m'avresti fatto il male ch'egli mi fece! « Ma se ora ne piangesse, se non parlasse che di voi, se non avesse in cuore altra speranza che del vostro perdono, che di vedervi ancora una volta? » « Egli? come t' inganni! Tu non conosci gli uomini non sai come certi cuori son fatti! V' ha de' figli che calpesterebbero il cadavere del padre, se fosse messo a traverso della loro via!» « Ah non parlate così! Egli.... era buono; e forse, se il vostro sdegno.... » « Eh non sai tu, che quell' uomo ha rovesciata la mia più lieta fortuna, l' opera di tutta la mia vita? Egli è, che ha gettato nel fango il nome di suo padre, egli che mi lima i giorni, che mi precipita prima del tempo nella fossa! » - E il lord s' era levato su la persona: il suo volto ardeva di tutto l'antico sdegno: ma, indi a poco, raccolse le coltri, e s'abbandonò, come oppresso, sugli origlieri, dicendo con voce mutata: - « Via, non parliam più di lui! non affrettiamo con impeto inutile quell' ora che non tarderà a venire! Povera Elisa! tu sola mi resti, tu che intendi che cosa sia il segreto dolore di tuo padre. Tua sorella è troppo giovinetta, è ingenua, spensierata; essa vede le rughe della mia fronte, non la ferita del mio cuore. » « O padre, se lo sapeste, non io sola, ma tutti piangiamo per voi.... Oh! ricordatevi che l'ultimo voto di nostra madre fu la felicità e la pace di noi tutti.... e che invece!... perchè, anche lui...« « Lui! sempre lui? Lo sa forse ch' io sono qui, presso a morire, in terra straniera, e per sua colpa? Io giuro che se lo sa, ne ride! « « Gran Dio!... » proruppe la figlia, e si coperse con le mani il volto già bagnato di lagrime. « No, non è vero!... oh se vi dicessi!... » « Ma voi, che sapete di colui?... dov' è? dite.... dite! rispondete a vostro padre.» « È qui!... » balbettò allora, con voce timida e sommessa

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