Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandonata

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Come devo comportarmi?

172942
Anna Vertua Gentile 1 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Nella piccola allieva, l'istitutrice trova spesso una creatura fino allora quasi abbandonata a sè stessa dalla fatale indulgenza, che viene da amore eccessivo e cieco; sragionato amore che butta la creatura debole in braccio delle proprie passioni. Qualche volta alla piccina è mancata la mamma; guida amorosa e intelligente, che riesce poco a poco, gradatamente, a reprimere o rafforzare, secondo i casi, a svegliare il sentimento con piccoli sacrifici, a educare la volontà. Educare la volontà ! qui sta il difficile per una povera istitutrice che abbia per allieva una creatura che è un piccolo impasto di passioncelle, le quali si sbizzarriscono pazzamente senza il freno di un po' di forza di volontà. Cosa farò, istitutrice per far capire alla piccola allieva, che lasciarsi andare flosciamente in balìa del primo nemico che le si affaccia, è viltà? Tenterà di farle comprendere che le passioncelle dominanti sono per la sua educazione, per il suo bene, altrettanti nemici; che, fin che la volubilità, la collera, la prepotenza, la pigrizia, le staranno d'intorno e la piegheranno a loro voglia, da padroni, da tiranni, lei, che si crede libera di agire a suo talento, non è e non, sarà mai altro che una povera piccola schiava, obbligata a sacrificare sempre la parte migliore di sè stessa. In fatti, come potrebbe soddisfare al desiderio buono, di essere sommessa e obbediente, se la prepotenza la trascina a sè con il suo potere ?... Come potrà procurarsi il diletto sano e santo di un poco d'occupazione, se non sa affrontare la violenza della pigrizia ?... Come riuscirà, a non cambiare d'umore e di simpatia parecchie volte al giorno, a non dare il triste spettacolo delle sfuriate volgari e offensive, se non può resistere alla volubilità, alla collera ?... Mi pare che l'istitutrice dovrebbe tentare di far comprendere alla sua allieva queste verità; e di fargliele comprendere per mezzo di racconti, di favolette ed apologhi, che tutto è buono quando si tratta di raggiungere uno scopo giusto. E quando la piccina fosse persuasa dell'esistenza di nemici morali, che la danneggiano in ogni maniera, l'istitutrice cerchi di farle comprendere, come in sè stessa ella potrebbe trovare la forza magica capace di lottare e vincere i nemici per quanto potenti. Quella forza dell'anima, che guida e decide ogni azione; la volontà; una sovrana, che dal suo primo nascere conviene educare alla rettitudine, perchè possa reggere e governare con giustizia. L'istitutrice interessi la piccola allieva al suo stesso stato morale, facendole analizzare le cause che la spingono a mostrarsi irascibile, strana, e sopra tutto a sentirsi malcontenta. La abitui, accarezzando un poco il suo amor proprio, scuotendo il suo sentimento, a vincersi nei momenti difficili e cattivi; a fare che la riflessione la stacchi dagli scatti abituali e dia tempo alla sua volontà di vedere e frenare. E se la piccola allieva, potrà comprendere qualche lieve vittoria riportata su sè stessa, e gustarne il piacere, direi quasi un sentimento di orgoglio legittimo, l'istitutrice avrà la soddisfazione di trovarsi e sentirsi su la buona via. Ho voluto dare questo piccolo esempio di educazione morale, per far intendere a chi volesse o dovesse dedicarsi alla carriera dell'istitutrice, che è per essa obbligo santo e sacro, quello di studiare l'animo delle sue allieve, di scoprirne le passioni e di aiutarle e dominarle, a dirigerle al bene.

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