Alla tempera all’uovo, sul finire del secolo XV, si sostituì il processo di dipingere ad olio, ma ciò non poteva accadere allo stesso tempo dappertutto, nemmeno è probabile che usandosi già promiscuamente il colore ad olio con quello a tempera, si abbandonasse d’un tratto così favorevole, sebbene faticosa, preparazione al dipinto. Nella scuola veneta l’uso dell’abbozzo a tempera si protrasse sino a Paolo Veronese ed al Tintoretto, senza però avere più nulla di comune, nè pel glutine nè per l’esecuzione, coll’antico metodo.
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Lasciato riposare ma non seccare completamente il gesso, senza più adoperare la mano ma col pennello, si ripeteva otto volte lo strato di gesso prolungando il lavoro sino alla notte, se occorreva, in modo che non si abbandonasse la tavola che ad opera compiuta.
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