Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I mariti

225370
Torelli, Achille 1 occorrenze
  • 1926
  • Francesco Giannini e Figli
  • Napoli
  • teatro - commedia
  • UNICT
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Finalmente il pubblico italiano potrà abbandonarsi ad un entusiasmo espansivo senza che vi si mescolino nè il patriottismo malinteso, nè il meschino bollore delle parti politiche! Finalmente potrà assaporare la soavità di cotesto entusiasmo e di cotesta ammirazione come si fa di quelle gioie di famiglia e di quelle consolazioni ineffabili che si vorrebbero nascondere agli sguardi di tutti per paura di vederle diminuire col godimento degli altri! Finalmente senza dimenticare che l'Arte non ha patria e che sotto qualunque cielo apre il calice misterioso questo fiore divino e sacro all'ammirazione e all'adorazione degli uomini, il pubblico potrà sentirsi battere il cuore di quel palpito di egoismo spontaneo che ci fa tremare di commozione quando sappiamo una bell'opera artistica esser propria nostra e poter mostrarcene altieri! Cotesto palpito è un sentimento naturale che la ragione non soffoca. Passa tra quell'opera e il nostro spirito una corrente d'affetto impossibile a suscitarsi quando si tratta di cose straniere. Giacchè in tutto quel vario e splendido manifestarsi d'una idea vi è qualcosa che forma parte e sostanza di noi medesimi e la mente ed il cuore vi trovano riflessi così limpidi ed echi così perfetti di loro medesimi, che si veggono costretti lor malgrado a pensare intensamente, a ricordare e ad amare. Fra le squisite e magistrali bellezze della nuova commedia è appunto la netta e precisa espressione della nostra società quella che ne forma il prestigio e l'incanto maggiore. Invece di sentirci spostati; invece di rimanere semplicemente pubblico, come d'ordinario succede, entriamo con essi attori in qualche modo anche noi delle azioni che si svolgono sul palcoscenico; e cotal vivo ed efficace sentimento della realtà moltiplica cento volte il piacere dell'illusione e dell'effetto drammatico. Abbiamo detto azioni appositamente. I Mariti non camminano sulla falsariga delle altre commedie con un'azione principale intorno a cui si aggruppino le poche secondarie; invece ne menano quattro tutte di fronte con ammirabile arditezza, e non slegate, e non disordinate, ma strette insieme da una catenella d'oro che fa le veci dell'antica unità. II giovane autore aveva cominciato ad abituarci a certe uscite particolari di lui che facevano già presentire con sicurezza la maschia potenza del suo ingegno; ma nulla di quanto egli ha scritto presagiva il magnifico tessuto della tela comica dei Mariti. Dalla Missione della Donna in poi, che ha due o tre personaggi disegnati e dipinti con straordinaria sicurezza di mano (ma che pure ha durezze ed angolosità nella condotta dell'azione e stride alquanto nel colorito) Achille Torelli è andato sempre innanzi, non lo neghiamo, acquistando il valore ora nella forza del disegno, ora nella vigoria della espressione, ora nel modo di distribuire i suoi gruppi, ora nel modo di lumeggiarli con più verità e con maggior effetto. Però allorchè negli Onesti tentò un'azione più vasta e più complicata di quelle di prima, egli parve subito esitante, incerto, quasi impacciato della moltiplicità delle fila volute mettere in opera per tessere la sua tela. E malgrado quella larghezza di fare che si notò nell'insieme, malgrado certi tocchi nuovi e delicati che diedero nell'occhio in alcune scene, nè il concetto d'essi sembrò felicemente trovato, nè l'esecuzione efficacemente raggiunta, come dicono i pittori, Si temette anzi un possibile traviamento per troppo studio di originalità; una tal quale ammanieratezza ed eccessiva eccezionalità cercata ne' personaggi; e tra i pregi soliti di lui che li mancarono quelli che per la prima volta vi facevan capolino, la bilancia non stette in bilico, ma traboccò in favore dei primi; cosa che a molti dispiacque. Oggi che possiamo volgere sugli Onesti uno sguardo in distanza, noi vi scorgiamo facilmente quell'inquieto ricercare della fantasia dell'artista, quell'incerto intravvedere d'una forma o affatto nuova, o più precisa ed adatta alla rivelazione del concetto, che soglion precedere sempre l'apparizione d'un'opera fuor del comune. Ma nemmeno queste postume riflessioni valgono a darci la chiave della nuova commedia del giovane napolitano. I Mariti mostrano la maturità di pensiero e la tranquillità d'esecuzione propri soltanto d'un ingegno provetto e già molto addentro nei più riposti misteri dell'arte. Quelle figure hanno un'espressione cosi profonda di verità; quegli avvenimenti scorrono e s'intrecciano con tanta naturalezza e con semplicità sì stupenda, che tu sperimenti subito il più grande effetto dell'arte, quello di dimenticare perfettamente l'artista. Noi non ci proveremo a dare nemmeno un disegno a profilo di questo lavoro grandioso come un poema e gentile come un idillio. Ci contenteremo d'accennare i tratti più eccellenti, di fermarci con lieta compiacenza dinanzi ad uno o due dei gruppi principali che si staccano con più vivace rilievo dal resto delle figure; ed augureremo a' lettori che non hanno visto la commedia il piacere di trovar meschine queste nostre parole d'elogio.

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