Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandonarla

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Angiola Maria

207098
Carcano, Giulio 3 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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Eppure spesso, quand'era solo e domandava a sè stesso, se Maria, nella sua innocenza, avesse potuto indovinar quel segreto ch' egli teneva così caro, un sospetto sorgeva a turbarlo con voce importuna, dipingendogli alla mente la bella creatura come una poveretta ch' egli volesse far sua vittima, per abbandonarla poi nella sciagura. Allora l'amor suo gli pareva una menzogna, le sue parole uno scherno crudele, ogni suo sguardo furtivo un' infame seduzione. Ma quand' essa era là, in mezzo alle sue sorelle, folleggiante e graziosa come Vittorina, tenera e meditabonda come Elisa; quando, con quella sua pura voce, gli cercava l' anima dolcemente, o lo rapiva con la magia d' una canzone montanina, allora le fosche fantasie s'acquietavano; credeva all' amore, credeva al suo cuore e a Dio. E la fanciulla? - povera innocente, oh tu non sai che cosa sia l' amore d'un uomo! Nessuno gettò mai sopra di te un solo di quegli sguardi che consumano come fiamma, e lasciano un solco nel cuore; nessuno ti disse una parola per rivelarti che l'abbandono del cuore e del pensiero può costar tante lagrime e tanto sacrifizio. Tu non ami che tua madre, il fratel tuo, Dio, il cielo, il tuo villaggio e i tuoi fiorii... Oh guadati e ti salva dall'amore, finchè n'hai tempo! L'anima tua è ancora pura e soave; essa trema, come una rosa agitata dal primo turbine. Perché abbandonasti il can- tuccio della stanza di tua madre, e la tua piccola finestra incoronata di fiori? Ahimè! chi non conosce l' amarezza del pianto che si versa quando l' innocenza è morta, riguarda il futuro attraverso al prisma ingannevole del presente; e il cuore, se non è ferito, non crede al dolore. - Povera Maria! come benediresti quella voce che ti dicesse: Hai tempo ancora: tu sei troppo ingenua, troppo sicura di te stessa!

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Chi si pigliò la briga di portar la lettera al suo destino fu lo stesso Arnoldo, per una buona ragione che coverse di due buone scuse, cioè di fare una visita all'amico, e di percorrere un' altra volta, innanzi abbandonarla, quella bella contrada. Prima che uscisse l'alba della vegnente mattina, una barca lo traghettò a ****, dov' erano i cavalli di suo padre Qui giunto, condusse fuori uno svelto e brioso leardo; montò in sella, e seguitando i sentieri lungo la montagna, viaggiò tutto il giorno, per arrivare innanzi sera alla lontana parrocchia. Più d' una volta falli il cammino, e gli fu forza tornar indietro, rifare lunghi tratti della strada già corsa; onde sentiva dispetto dell'indugio, e compassione della sua povera cavalcatura. Già da parecchie ore il cavallo andava di buon portante o di galoppo su per quelle strade appena praticabili, e sbuffava dalle nari per la lunga fatica; la sua criniera ondeggiava sollevata dalla gentile brezzolina d' ottobre; le ferrate sue zampe percotevano con violento passo sui grossi ciottoli di que' sentieri franati: ma il giovin cavaliere non pareva mai stanco di tener piede in ista fra. Soltanto egli lasciava, a quando a quando, che il cavallo continuasse di passo la via, e intanto gli accarezzava il collo e la criniera. A mezzo del cammino, scese di sella, e fermossi per breve tempo in un deserto casolare, il quale d'osteria non aveva che l'insegna; un tugurio. dalla mala sorte collocato in fondo di solitaria valle. Condusse egli stesso il suo cavallo in un canto della corte, innanzi a una mangiatoia tarlata; poi entrò nella cucina, sedette, e senza parlare si refiziò con un stantio resto di torta, e con certo cacio di capra che gli fu messo innanzi, e che poi inaffiò d'un bicchiero di vino acido; e pure l'ostessa ne aspettò un pezzo il complimento. Era una giovine e tarchiata valligiana, la quale gli s'era piantata in faccia, con le pugna appuntate sul descaccio zoppo, quantunque fosse piú usa a guardare, con due occhi grigi e furbi, il bel muso d'un contrabbandiere a lume di luna, che non la faccia dilicata e i capegli biondi d'un giovinotto inglese innamorato. Ripigliò il cammino, e lungo la strada, la sua fantasia, seguendo sempre gli stessi pensieri, vestiva d' una immagine sola la varia scena della natura ridente o selvaggia ch'egli attraversava: i gruppi d' alberi, i casali, i dirupi e le frane, il ruscello e il torrente, la piccola pianura e la greggia col mandriano, il paesetto e il cimitero, tutto pareva fuggirgli dinanzi, come fosse nel paese delle visioni. Una sola meditazione nutriva il suo cuore; nè quel pensiero era mai così forte, come quando traeva fuori la lettera di Maria, e contemplava con segreta dolcezza le parole della soprascritta; la quale, del resto, non poteva esser più semplice, nè so che incanto avesse. A un'ora di notte arrivò alla parrocchia, e scavalcò all'uscio d'una povera abitazione, che un pecoraio gl'insegna come quella del vicecurato. E lo trovò nella più interna delle due camere, ch'erano tutta la casa, Io trovò a vegliare in mezzo a' suoi volumi, qua e là sparsi, ammucchiati o aperti, al lume d'una piccola lucerna. Al vedere l'inaspettato visitatore, il prete s'alzò, e, fattosegli incontro, sorrise; poi, senza parlare, gli strinse con molto affetto la mano; ma il suo volto era pallido, malinconico il sorriso; lo stesso suo andare aveva qualche cosa di penoso e d'incerto. « Siate il benvenuto, amico mio! Dunque non l' avete dimenticato il povero prete? Nella mia solitudine, la vostra venuta è una benedizione. Oh credetelo! il mio cuore ve n'è riconoscente. » « Mio buon Carlo, tocca a me a domandarvi perdono, se è la prima volta che vengo a visitarvi; non ho tenuta la mia promessa, lo so; ma.... mio padre.... » « Non, dite altro: vi so troppo buongrado del piacere che adesso mi fate; e v' assicuro ch' io aveva gran bisogna di vedere un volto amico. » « Vi trovo assai mutato da tre mesi; magro, sparuto: siete stato forse malato? » « No! sto bene: è l'animo ch'è malato. Ma di me non parliamo; voi.... » « Ho una lettera per voi.... una lettera di Maria, di vostra sorella. » « Che? accadde qualche disgrazia?... di mia madre....» « Oh! sta bene e vi saluta, la buona donna; è ben disposta e così lieta! » « Dio la benedica! Ma questa lettera di Maria.... » « Eccola: essa vi domanda che consentiate di lasciarla per qualche tempo con noi, che andiamo a passar l'inverno a Milano.... Le mie sorelle anch'esse ve ne pregano. » disse il prete, maravigliando e cadendo d'improvviso in gravi pensieri. Indi aperse lentamente il foglio, lo lesse attento, e ripiegatolo l' intascò. Il giovine lo riguardava, in atto di serio esitare. Indi a poco il prete gli domandò: « Quando contate di partire? » « Domattina, forse. Perchè.... non so se mio padre.... » dubitando rispose. « Domattina, dunque, avrete la mia risposta per Maria. » E ciò detto, il prete mutò discorso, nè più parlò di sua madre, nè di sua sorella. Ma raccontò all'amico la vita che menava in quella valle; vita di sacrifizio, di coraggio, e che avrebbe presto distrutte le forze d'altri uomini di tempra più salda della sua. Quella remota parrocchia di poveri terrazzani, dispersa in abituri e capanne, senza ricolto e senza decime, metteva a dura e continua prova il ministero dell'uom del Signore, chiamandolo a tutte l' ore dov' era bisogno di consolazione, dove stavano il pianto e la fame. Ma fattasi l'ora tarda: « Pensiamo a voi; » disse don Carlo. « Voi siete stanco, rotto dal viaggio; qui nel paese non c'è locanda di sorte, chè altri non vi capita se non qualche vagabondo, o al più due volte l' anno qualcuno che abbia perduta la strada. Se v' accontentate, vi cedo il mio letto; già lo sapete, siete sotto il tetto d'un povero romito.... » Ma negando l'altro in ogni maniera: « Bene, » soggiunse il prete, « il mio Bernardo (è un buon cristiano di questi monti che m'aiuta e mi serve) vi preparerà alla meglio un lettuccio sul canapè ch'è nell'altra stanza. Scusatemi, amico; v' accorgerete stanotte di non essere nelle belle case, e nei buoni letti della vostra Londra. Ora addio, e buona notte! » Arnoldo si coricò; ma alle stanche membra non concede- vano riposo l' ardore e l' inquietudine della mente combattuta da cento pensieri più strani delle larve d'un cattivo sogno. Vegliava dunque, e dopo qualche tempo s' accorgeva che nella stanza vicina il prete era pur desto; poiché la lucerna mandava ancora, per alcune fessure dell'uscio, il sottile suo raggio. Dapprima non gli giungeva all'orecchio nè voce nè respiro; poi intese come il muover lento e grave d'un passo che misurasse chetamente la stanza. Il giovine si traeva sotto le coltri, cercando dormire, ma invano.... Origliava, non fiatava; passò un' ora, ne passò un' altra: e sempre sentiva il prete andare e venire su e giù lentamente per la camera. Tutto ad un tratto lo riscosse uno strepito, come lo scricchiolar d'una seggiola sotto il peso di persona che sopra vi s' abbandoni; in quella, gli parve d'udire un affannoso sospiro, e poi queste parole: - Mio Dio!... dammi forza e costanza!... Allora, vinto da non so che terrore, stava per balzar dal letto, quando s' accòrse che la lucerna era spenta, e che tutto era silenzio. Alla mattina, Arnoldo pensava di chiedere al prete, in nome dell'amicizia, la spiegazione di quel mistero, la causa della preoccupazione grave e dolorosa in cui l'aveva trovato. Nondimeno, quando se lo vide venire incontro, con aspetto serio ma tranquillo, per fargli nuove scuse di quella sua meschina ospitalità, e s'accorse ch'esso troncava ogn'inchiesta, la quale a lui riguardasse, pensò che doveva essere un segreto geloso e profondo, uno di que' segreti che si trema di confidare anche al cuor dell'amico, e tacque. Con involontario turbamento Arnoldo ricevette la lettera che il vicecurato aveva scritta in risposta a quella di Maria. Quando, preso commiato e salito in sella, il giovine ripetè un saluto, il prete gli s'avvicinò, e strettagli forte la destra: « Arnoldo, » disse « voi siete un uomo onesto, e il cuor vostro è buono e generoso. Voi siete abbastanza felice, ma io non ho più nessuno quaggiù!... Il futuro c' incalza e trascina, Dio solamente lo conosce: se dunque a Lui piacesse che non ci avessimo a incontrar più su la terra, e se mai l'avvenire vi menasse di nuovo in quest'Italia, non dimenticate mia madre e mia sorella. Confortate, l'una, proteggete l'alba.... Fortunato voi, se avrete questa consolazione di poter dire: - C'è alcuno. che mi ama e mi bene- dice: - Addio! Arnoldo si sentì commosso fino alle lagrime, ma fattosi forza: « Addio! » rispose « virtuoso amico. State di buon animo; spero che ci rivedremo ben presto. Addio! » E, dato di sprone al cavallo, s'allontanò. Due giorni appresso, la famiglia de' Leslie era partita dalla villa, e Maria aveva abbandonato la natale sua terra. La man della fanciulla aveva tremato nell' aprir la lettera di suo fratello; erano poche linee che dicevano: - « Chi deve avere maggiore pena che tu parta di qui, mia cara Maria, è la nostra buona mamma. S' ella dunque vuol farlo questo sacrifizio, e tu segni la tua volontà. La famiglia, nel cui seno ti ritrovi è raro esempio di nobiltà vera e onesta. Ma non ti scordar mai, sorella, chi tu sia! Conserva il tuo cuore; pensa che un cuore come il tuo è una gemma, la quale, perduta una volta, non si ritrova mai più. lo spero, peraltro, che la tua lontananza non sarà lunga: quando ritornerai,fa di trovare ancora nella tua povera casa, sotto il cielo che il Signore t'ha dato, quegli stessi pensieri e quella stessa vita che ora vi lasci. E se mai temi che non sia per essere così, oh! non abbandonare, te ne scongiuro, la tua povertà e il silenzio dell'oscurità nella quale sei nata. Addio, mia sorella! Che il Signore t'accompagni! « CARLO » Caterina pianse nel leggere questa lettera così semplice, ma non ebbe cuore di stornar la figliuola dalla proposta partenza. Maria mise insieme le sue poche robe; e la mattina, nell'andare dall'una all'altra stanza, le pareva che quell'abbandono le pesasse sul cuore, e quel breve viaggio le fosse imposto come una penitenza. La buona madre anch'essa, venuto il momento di staccarsi dalla sua Maria, sentì un segreto dispiacere, quasi un pentimento d'avere accondisceso all'impensata a quella partenza; e le tornarono in mente le parole che ripeteva un tempo il suo pover uomo, quando la signora contessa volle tenere con sè la fanciulletta: - Verrà un.-giorno che ve ne pentirete, e non vi sarà più rimedio! - Ma non disse nulla, e le cacciò via quelle parole, come un tristo pensiero. Nel tragittare il lago, per raggiungere le carrozze del lord, le quali stavano aspettando su l' opposta riva, Maria non potè nascondere l' angoscia che la stringeva, benché non piangesse. Dilungandosi dalla sponda, guardava la madre sua e la vecchia Maria, che dalla soglia della casa le mandavano ancora baci d'amore; guardava la sua finestretta e la pergola del cortile. E certamente, se non era la presenza del vecchio signore, che quantunque buono e carezzevole con lei, pure la teneva nell' imbarazzo della suggezione, avrebbe lasciato libero sfogo alle lagrime. Elisa, guardandola con mestizia, la compativa; Vittorina l'abbracciava, ripetendole le più liete cose che siensi dette mai, per consolare chi abbandona la prima volta i luoghi a cui una vita serena di molt' anni donò tanta e così vera bellezza. Nel tempo di quel tragitto, un giovane barcaiuolo accompagnava il lento batter del remo nell' acqua cori una semplice canzone del suo paese, su andar della seguente: IL COMMIATO. CANZONE DEL BARCAIUOLO.

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Essa dimandò al Signore che la salvasse da quella tentazione, che le concedesse di morir presto, anche lontana da tutto ciò che aveva di più caro al mondo, lontana da sua madre, piuttosto che abbandonarla alla passione di quel giovine, del quale, senz'esser rea, non poteva ascoltare le parole. Ma Arnoldo le s' era fatto più accosto, e con voce di sommessa preghiera: « O Maria, » diceva, « non aver nessuna tema, se ho voluto parlarti, se l' ho voluto qui, in questo luogo santo. Io rispetto il tuo cuore e la tua onestà; ma sappi che nessuno deve conoscere il sentimento che ci unisce. E poi, è qui che ho pensato di confidarti un altro segreto, un segreto, il quale non può essere inteso che da te e da Dio.... Dio, spero, lo benedirà!... » Maria tacque ancora. « Tu tremi, povera e buona fanciulla! » continuava il giovine. « Forse in questo momento l'anima tua mi respinge, e ha terrore delle mie parole; forse mi credi un uomo senza cuore, senza nessuna fede. Ma rassicúrati! Tu non sai nè puoi immaginare quanto bene m' abbia fatto il conoscerti, l'esserti vicino.... » « Oh cosa dice mai? » ardi rispondere allora, con accento languido, la giovinetta. « Non profferisca queste parole! Noi siamo in faccia al Signore, in chiesa. Almeno, abbia compassione di me.... Anche lei ha una religione, anche lei ha bisogno di Dio! » « Ascoltami, Maria! sto per metterti a parte d'un grave segreto; la tua anima pura sarà la prima che lo riceva, la sola che, per ora, possa saperlo. Verrà tempo, e forse non è lontano, che si farà noto a tutti questo mistero, la cui conoscenza adesso sarebbe causa della mia e della tua perdita. » Maria non replicò, ma levando il capo rivolse al giovine un'occhiata, in cui appariva tutta l'angoscia del dubbio e del sospetto. « Io sono cattolico, o Maria, » riprese Arnoldo con voce grave e commossa; « la tua religione è la mia! ho conosciuto errori antichi e fatali, e ormai sento d'esser rinato a una nuova vita. Dio, che t'ha fatta bella come l'anima tua, Egli che ha voluto ch'io ti donassi ogni mio pensiero, ebbe finalmente pietà delle battaglie sofferte dal mio cuore, delle inutili speranze che mi agitarono per tanto tempo! Chi, se non Egli, mandò sul mio cammino, incontro a me, quell'anima forte e credente del fratel tuo? Chi, se non Egli, da tanti anni, mi tormenta con questa smania che provo di riposare in una fede, in una verità, che non mi riuscì di trovare mai in nessuna cosa mortale?... Tu, colla pura affezione dell' anima, hai cominciata l' opera pietosa della mia conversione; tuo fratello, in quel tempo d'una felice e tranquilla amicizia, la indirizzò; un altro giusto, un uomo oscuro e sapiente da me conosciuto in questa stessa città, or fan tre anni, e che adesso mi rivide e m'accolse come un suo figlio perduto, ha persuasa la mia mente, ha vinto e mutato il mio cuore. » Queste parole penetravano fino al fondo l'anima di Maria. Un turbamento sconosciuto, misterioso, la commosse; fissò incerta il giovine, con uno sguardo impossibile a dirsi: egli si tacque, e prostratosi a canto di lei, stette per qualche tempo in mesta meditazione. Poi si levò, e in atto più rispettoso e sicuro ripigliò: « Maria, ora lo vedi: non può essere che io t'abbandoni; ora sai quanto sia grande il bene che m'hai fatto, e conosci che il Signore non vorrà punirmi, se venni qui ad aprirti il mio cuore, se qui, innanzi a Lui, son pronto a giurarti.... » « No! non dica di più! » la fanciulla l'interruppe, sostenuta da un' occulta forza della sua virtù. « Io benedico il Signore, perchè ha esaudita la più viva delle mie preghiere; ma altro non posso fare che questo... No, no da qui innanzi non pensi più a me.... Io sono abbastanza felice! » « Di che parli tu mai? la tua virtù, la tua innocenza meritano ben altro premio, e maggiore di quello ch'io ti posso dare. Ma forse dubiti ancora, pensi che io non ti dica la verità!... Oh credilo, Maria, non potrei mentire con te! la sola cosa che m' affanni, è il dovere aspettar tanto ancora a far palese a tutti la mia conversione. Tu non conosci il mondo e le sue opinioni, più dure d' ogni legge; e io non ne ho mai sentito il peso, come in questo momento: mi è forza tacere e nascondere a tutti, e più che ad ogni altri a mio padre, questo segreto che confidai a te sola. Qual ch'essa sia la mente d'un padre, dev'essere venerata, temuta: e io non avrei la forza adesso di andare incontro a tutto il suo sdegno, e più che allo sdegno, al suo dolore; ma presto verrà il momento propizio per rivelargli ogni cosa.... Tu vedesti, Maria, com'egli pensa, come vive: ma non sai che una risoluzione come la mia è per lui un delitto, una vergogna da non esser perdonata mai più a un uomo; tu non sai ch'egli potrebbe fors'anche arrivare a maledirmi! » « Oh! che dura prova le toccherà di sostenere » rispondeva la fanciulla, con atto pietoso. « Ma Dio le ha fatto conoscere la verità. Egli le donerà anche la sua grazia. » « Se tu lo preghi per me, o Maria, Egli lo farà!... Ma intanto non costringere il tuo cuore a rifiutarmi! » « No, no! sento ch' è impossibile.... Devo abbandonarla, devo tornare presso a mia madre. » « Giammai, giammai!... Consòlati, o Maria, e spera! » In quel mezzo entravano alcuni buoni fedeli. Arnoldo s'allontanò dalla fanciulla, e maravigliando quasi di quel severo senso di rispetto ch' essa, con le sue poche parole, aveva saputo destargli nel cuore, turbato e incerto, uscì della chiesa. Maria restava tuttavia inginocchiata. S'udì il secondo, poi il terzo tocco della campana; il sagrestano ricomparve, e accese le lampade e i ceri dell'altare. Il piccolo tempio, a poco a poco, s'affollò di modesta e buona gente, venuta dalle soffitte, dalle botteghe, dalle cure casalinghe, dal lavoro a ringraziare il Signore; anime contente e semplici, a cui la fede non manca mai, perch'è necessaria alla loro vita, come la fatica delle braccia. Echeggiò la volta della chiesa delle sacre litanie , e il fumo dell' incenso avvolse con l' odorosa sua nube I' altare. Il popolo era d' ogni parte divotamente inginocchiato sul nudo terreno; la sua orazione fu breve e rozza, ma incera; e il sacerdote la benedisse in nome del Signore. Tutti se n' andarono; la chiesa tornò vòta e oscura; e Maria era ancora prostrata in umile, fervida preghiera. L'anima sua, nella pace di quelle sante pareti, abbandonò la memoria de' giorni dolorosi da lei passati, e quella stessa timida e vereconda speranza che faceva l'unico suo bene su questa terra; domandò a Dio di vivere pura e senza rimorso com' era stata fin allora, e nelle sue mani pose la propria vita e tutti gli affanni che a Lui fosse piaciuto di mandarle. Poi disse le sue orazioni della sera, con quell'ardente affetto, con che le ripeteva ne' primi anni della sua fanciullezza; e non dimenticò il nome della madre lontana, nè l'anima benedetta del padre suo. Una fiducia mesta, ma pur soave, e una consolazione che non era di questa terra, furono quasi benefica rugiada al cordoglio della sua vita debole e combattuta; la sollevarono, e la fecero ritornare alla pace della sua mansueta virtù. Quando si rilevò, s'accòrse d'esser sola nella chiesa; e in quella, il sagrestano le s'accostò, per avvertirla che l'ora di chiudere le porte era venuta. - Uscì chetamente, ma appena trovossi in mezzo della via, in quell'ora insolita, e intese il noioso frastono ch' empie le strade al cominciar della notte, smarrita tra l' ombre fitte che le pareva di vedere agitarsi, e tra lo smorto chiarore delle lanterne che tremolava in mezzo alla nebbia, quasi non sapeva a qual parte indirizzarsi. Per buona ventura, la casa non era lontana, e si sforzò di raddoppiare i passi e il coraggio. Ma il giovine amante, che poco lontano l'aspettava, appena la scòrse uscire della chiesa, le si mise dietro a breve distanza, e la accompagnò fino a casa. Nè Maria se n' avvide; tutta ricreata de' suoi nuovi e tranquilli pensieri, e nella sua gioia nascosta, ella confidava di poter essere ancora felice.

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