Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIOR

Risultati per: abbandonare

Numero di risultati: 10 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Concentrazione per il partito o per l'amministrazione cittadina? La rappresentanza proporzionale degli interessi - appello al buon senso

387773
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Troviamo, per esempio, l’Alto Adige che nell’epoca elettorale, poco prima che gli succedesse la brutta improvvisata della nostra entrata per la finestra “come pipistrelli sperduti”, stampava: “Non c’è proprio alcuna ragione perché si debbano abbandonare le posizioni che si occupano nei comuni alla mercé d’un avversario spregiudicato, e non si deve consegnare ingenuamente anche le chiavi del nostro maggior Comune”. Questo stampavano in risposta ai nostri articoli nei quali domandavamo la rappresentanza della minoranza. Noi domandavamo la chiave per entrare in pochi e ci rispondevano col catenaccio. Più tardi aggiunsero: “Forse ve la daremo la rappresentanza proporzionale nel Comune, ma fate il piacere, incominciate prima voi nel Parlamento o nella Dieta!”. Ora in primo luogo è cosa curiosa che vengano a domandare a noi la rappresentanza proporzionale al Parlamento; sarebbe lo stesso come dire: Fate il piacere, onorevoli Conci, Gentili, Paolazzi e voi altri che siete dieci in tutto, andate dai polacchi, dagli czechi, dai tedeschi e da tante generazioni, che son là fuori, conveniteli tutti che bisogna introdurre la rappresentanza proporzionale e quando ci sarete riusciti, allora, forse, vi daremo la rappresentanza proporzionale a Trento. Loro possono darla, se vogliono, noi non lo possiamo nemmeno se vogliamo. Le condizioni sono dunque dispari. Ma c’è di più.

Il dovere dei popolari nell'ora presente

387793
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Anche le «provincie tranquille», quelle cioè funestate da un numero minore di conflitti offrono questo quadro: leggi impudentemente e impunemente violate, crimini non perseguiti dalla giustizia, contadini ed operai che devo— no abbandonare la terra dei loro padri per farsi emigrati politici, impiegati costretti a tutte le abdicazioni per non perdere un tozzo di pane, lavoratori privati di ogni libertà di associazione e sottoposti al monopolio sindacale più imperativo, cittadini illegalmente spogliati dei loro diritti amministrativi, spesso abusi di funzionari e talvolta corruzione di capi. Ma che cosa è tutto questo al paragone di quanto avviene nelle provincie più agitate? E c’è chi suppone che un partito il quale ha quotidianamente sotto gli occhi un simile panorama e sente giungere a lui innumeri voci di angoscia, di sdegno, di protesta, possa attenuare la sua opposizione, inaugurata quando un orrendo delitto politico non aveva ancora proteso sul regime la sua tragica ombra ed i fiancheggiatori non avevano ancora proclamato fallito il loro esperimento? Se noi, — dice l’oratore —, dopo averla spiegata, lasciassimo cadere la bandiera di combattimento, altra schiera più ardimentosa verrebbe a risollevarla; tanto insostenibile ormai, tanto insopportabile appare il presente stato di cose.

Una conferenza dell'on. Degasperi a Merano. Il contraddittorio coi socialisti

387988
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Conci tenuto lontano dalla Giunta e costretto ad abbandonare perfino il convegno d’Innsbruck ove si dovevano discutere provvedimenti contro la fame — questi stessi deputati non ebbero difficoltà ad intervenire in favore di un deputato dietale, tirolese. Questo il contegno nostro, conclude l’oratore, che ci dà diritto di deplorare il contegno di certa stampa. Certo che noi non potremo mai permettere che agl’italiani dell’Alto Adige venga ostacolato il loro libero sviluppo, in nome di una dottrina di Monroe che si vuole applicata a tutto il territorio sopra Salorno. Infine un’enorme differenza — rileva il dr. Degasperi — esiste ancora in favore dei tedeschi al confronto di quella ch’era la situazione nostra rispetto allo Stato. Noi eravamo in Austria sudditi, essi in Italia sono cittadini. Sopra noi regnava l’inquisizione del pensiero, ché non ci era lecito esprimere nemmeno la nostra simpatia verso la nostra nazione e ci si educava all’ipocrisia, esigendo da noi dichiarazioni di patriottismo. I tedeschi, invece, hanno potuto liberamente proclamarsi repubblicani, criticare nei loro giornali il trattato di S. Germain, proclamare le loro riserve e proteste di diritto statale. Ai tedeschi resta libero di usare di tutte le armi della libertà politica e della democrazia; e se quest’uso non è pieno in questo periodo di transizione, come non è nemmeno per i trentini, presto verrà il tempo in cui potranno eleggere i loro rappresentanti. Si mettano francamente e apertamente su questo terreno, lascino le diatribe infeconde e nel pieno esercizio delle libertà politiche impareranno ad apprezzare le garanzie civiche che offre lo Stato italiano e ad amare l’Italia, che non conoscono ancora. Questo in sunto quanto espose in forma piana e senza pretese nella prima parte della sua conferenza l’on. Degasperi.

Il Congresso degli universitari cattolici a Borgo

387999
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Il Faust vuole anche la collina, la vuole per compire i suoi piani, ma i due vecchi non vogliono abbandonare la zolla avita, e il Faust, padrone del mondo, sente ogni giorno la squilla argentina e il profumo dei tigli venirgli a ricordare nel suo palazzo l’ostinazione del povero. Una notte serena, il demonio Faustiano Mefistofele, mette in fiamme capanna e chiesa, e i vecchietti vi vengono arsi dal fuoco. Perché vi ho ricordato l’allegoria di Volfango Goethe? Il Faust è l’umanità moderna che, infatuata di quello ch’ella chiama progresso, si precipita inanzi seminando sul sentiero cadaveri, e l’uomo trascinato da un’idea nuova, indiscutibile, che calpesta i sentimenti conservativi, è il pazzo che condanna irremissibilmente e totalmente il passato, per imporre un avvenire, creato dalla fantasia e dalla sua ambizione. Così erano quelli studenti che dieci anni fa dichiaravano di fare del Trentino una bragia rossa. Per loro il Trentino passato non era che il paese degli errori, delle menzogne convenzionali, delle infamie. E il loro avvenire che volevano imporre colla spada e col fuoco, era tolto di peso da paesi stranieri era impastato delle idee, chiamato socialismo. Che eri mai tu, o popolo trentino ai loro occhi? — Mandra di pecore sotto le sevizie di pastori superbi e ignoranti, ciechi brancolanti nelle tenebre. La secolare catena delle tue tradizioni doveva venir spezzata e tronca per sempre.

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400926
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
  • UNIOR
  • ws
  • Scarica XML

Pagina 264

Ed un altro effetto ugualmente dannoso noi vediamo procedere da questa forma d'anarchia; mentre nella prima comunità cristiana ed in quante nel corso dei secoli ne hanno imitato l'esempio, colui che avesse voluto abbandonare il padre la madre i fratelli le sorelle, vendere tutto ciò che aveva e seguir Cristo, uccidendo in sé l' uomo vecchio e vestendo il nuovo, infrenando le passioni ed il senso, non solo consacrava nella sua vita di purezza e di rinunzia tutti i progressi dalla società umana faticosamente compiuti verso il bene e verso una più alta umanità, ma si sforzava efficacemente verso nuove conquiste morali; coloro invece che sognano una società di uguali prescindendo dalla riforma e redenzione dei singoli dal male, tendono apertamente ad instaurare il regno delle più violente passioni e ad annullare insieme e quanto nell'organizzazione sociale resta di barbaro e di ingiusto e quanto essa ha faticosamente guadagnato di umano e di bene; giungendo sino all'abolizione del matrimonio e della famiglia.

Pagina 72

Crisi e rinnovamento dello Stato

401956
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
  • Politica
  • UNIOR
  • ws
  • Scarica XML

Questi propositi oggi rinnoviamo dopo tre anni di lotta e di preparazione politica, con la medesima fede e il medesimo ardore; perché nessuno nell'interesse del proprio paese deve abbandonare il suo posto di combattimento, tanto più se questo paese si chiama Italia.

Pagina 263

La nuova politica ecclesiastica

404236
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 149-165.
  • Politica
  • UNIOR
  • w
  • Scarica XML

Sinchè dunque il movimento anticlericale non sia così forte da salire al governo, questa politica — tra vicende varie — sarà continuata: maalla monarchia italiana nuocerebbe impegnarsi troppo in una politica che forse fra poco sarà necessario abbandonare. I governi non hanno, perché durano poco, la vista si lunga, e continueranno finché in essa sarà buona per rimanere al potere. Le voci, né intieramente impro¬babili né intieramente smentite, secondo le quali la Santa Sede, in trattative private con il governo, avrebbe offerto l'appoggio elettorale dei cattolici in cambio di quel che essa chiedeva, sono molto istruttive; La Vita, di Roma, accusò l'on. Tittoni dì aver contrattato con il Vaticano l'appoggio dei cattolici ai candidati dell'ordine promettendo in cambio di interessarsi per ottenere intervento della Santa Sede alla conferenza internazionale per la pace. e ne era ancora viva l'eco quando la Santa. Sede si affrettava a ricordare ufficiosamente ai cattolici italiani che essi non sono elettoralmente liberi. Questi sdrucciolano fra tali difficoltà con veramente meravigliosa disinvoltura; ma i più scaltri hanno ora il loro tornaconto a tacere.

Pagina 157

Introduzione

404538
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 16-29.
  • Politica
  • UNIOR
  • w
  • Scarica XML

Adunque, essendo il cattolicismo la religione alla quale un grandissimo numero di italiani oggi aderiscono, anche se poi ne seguono più o meno difettosamente lo spirito; potendo esso dare pur sempre preziosi frutti di educazione morale e di energie volitive, ed essendo, d'altra parte, molto più facile condurre questi cattolici ad essere più sinceramente e più coerentemente cattolici che non condurli ad abbandonare la religione de' padri ed a convertirsi a norme filosofiche le quali rimarranno pur sempre difficili ed astruse, anche posto che avessero l'efficacia la quale viene dalla verità, ognuno vede l'importanza politica di questo proposito: utilizzare più efficacemente quella che è ancora la religione di tanti italiani, rinvigorendo in essa l'interno spirito religioso, riducendo a giusta misura la religione esteriore, separando dalla confessione religiosa elementi estranei e nocivi, presentandola e facendola vivere come religione dello spirito e della libertà, combattendo, insomma, il clericalismo, a vantaggio della religione: e questo, innanzi tutto, distaccando questa religione da una sopravvivenza multiforme e tenace di abitudini politiche parassitarie; che è quello che noi facciamo.

Pagina 26

Da un Papa all'altro

404577
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1905
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 30-55.
  • Politica
  • UNIOR
  • w
  • Scarica XML

Ma era intima necessità di quel quel titolo, o cambiarsi di nuovo in fatto, o esaurirsi e venir meno anch'esso: riconosciuto, come si è fatto ora, che era inutile sperare che i cattolici potessero direttamente agire per il ritorno di un reale ed effettivo dominio politico del papato, non c'era che da abbandonare l'astensione e incominciare a tener conto, nella vita, delle necessità d'una revisione della condotta politica che si appoggiava su di esso; ricominciare da capo Mostreremo più innanzi come spirito antico della politica vaticana per rispetto all'Italia, e allo Stato in genere, abbia mutato tattica, ma non sia sparito..

Pagina 40