Nella piena consapevolezza della necessità di dover abbandonare il concetto tradizionale di giudicato - imperniato sul principio di "intangibilità" - in nome di una concezione moderna, elastica e garantista del sistema giuridico, fondata sulla prevalenza del principio del "favor libertatis", le Sezioni Unite chiariscono ogni dubbio - presupposti, base giuridica, limiti - circa la possibilità per il giudice dell'esecuzione di rimodulare "in melius" la pena inflitta a fronte della dichiarazione di illegittimità costituzionale di una norma penale non strettamente incriminatrice.
Le scelte di sempre più numerose aziende sanitarie e Regioni di abbandonare l'assicurazione di responsabilità civile in favore dell'autoassicurazione potrebbero legarsi ai sistemi di gestione del rischio, quanto alla conoscenza dei vari livelli di rischiosità, ed all'adempimento degli obblighi assicurativi dei singoli professionisti, per quello che riguarda la valutazione di effettività del sistema e dei vantaggi complessivi che esso presenta (soprattutto considerando la ragionevolezza di possibili limiti alla quantificazione dei danni risarcibili).
Vale, quindi a maggior rigore, l'insegnamento di Ezio Vanoni per il quale "viva doveva essere e rimanere l'esigenza di non abbandonare il singolo all'indiscriminato esercizio del potere di imposizione".
Dopo aver esaminato, nella seconda parte, gli aspetti rilevanti della recente proposta di direttiva in materia, che sembra tenere conto solo parzialmente di questa evoluzione giurisprudenziale, nella terza parte, l'articolo propone di abbandonare il punto di vista dell'"enforcement", per assumere quello della duplice responsabilità dell'impresa. Tale responsabilità è fondata direttamente nel Trattato, il quale non stabilisce alcuna gerarchia tra le sue due forme né tra i due interessi che essa protegge, quello pubblico, legato alla concorrenzialità del mercato, e quello privato del ristoro per il danno subito. Il coordinamento tra le due forme di responsabilità non può limitarsi alla regolamentazione delle azioni per danno, ma deve prevedere anche un adeguamento delle regole che disciplinano attualmente la responsabilità amministrativa delle imprese, a cominciare dai criteri seguiti tanto per la determinazione dell'ammontare delle ammende che per le condizioni a cui un'impresa può ottenere il trattamento favorevole. Senza ancora entrare nel merito delle opzioni che tale prospettiva apre, si sostiene che essa possa permettere di rendere meno acuto il problema del coordinamento tra le esigenze del controllo pubblico con quelle della riparazione del danno e che, in ogni caso, essa meglio si adatti all'ambiente giuridico europeo.
La Monsanto ha deciso di abbandonare le coltivazioni di Ogm [organismi geneticamente modificati] in Europa all'indomani della scelta europea di modificare le regole sulla coesistenza per rimetterne la gestione agli Stati membri, offrendo ai singoli legislatori nazionali margini di condizionamento sull'ulteriore futuro delle biotecnologie in Europa, che oltre ad una disciplina di filiera sovranazionale fatta di restrizioni e gestioni vincolate, si avvia ora ad abbandonare l'unicità di una prospettiva "federale" per tornare ad un'attività agricola condizionabile localmente dalle scelte, non solo di politica economica, ma anche di politica sociale, dei singoli Stati membri. Dopo una presentazione della disciplina comunitaria di filiera, l'articolo analizza le regole sulla coesistenza attualmente in vigore in Europa per poi dedicarsi all'esame delle nuove regole in corso di emanazione.
Rilevato che il problema dell'appartenenza è "centrale" nel nostro ordinamento, l'A.propone, per quanto riguarda i beni ambientali, di non abbandonare la categoria dei beni demaniali e di far ricorso, comunque, all'antico, ma ancora vivente, istituto della proprietà collettiva demaniale, il quale, a differenza della proprietà privata, consente l'uso corretto dei beni e la loro conservazione per la presente e le future generazioni. A questo punto, con preciso riferimento al diritto romano, l'A. pone in forte evidenza che la proprietà collettiva rende i beni "extra commercium", non potendosi alienare a singoli, beni che appartengono a tutti, mentre restano in commercio i beni in proprietà di privati. È in questa distinzione che riposa la migliore tutela dei beni comuni ambientali: si tratta di beni di tutti che non possono essere alienati, e cioè, è bene ripeterlo, di beni demaniali. L'A.sottolinea, infine, che, in pieno contrasto con quanto sopra detto, il decreto legislativo n. 85 del 2010, intitolato "Federalismo demaniale", e successive modifiche hanno trasferito dallo Stato alle Regioni il demanio idrico, il demanio marittimo, il demanio minerario ed il demanio culturale, precisando che le Regioni debbono gestire detti beni nell'interesse esclusivo delle collettività amministrate e debbono provvedere alla loro valorizzazione ai fini della vendita a privati. Una disposizione legislativa assurda, che vende ai singoli ciò che appartiene al popolo italiano a titolo di sovranità e che è assolutamente inalienabile, inusucapibile ed inespropriabile.
Nel procedimento elettorale è dato individuare - accanto ai tradizionali Uffici elettorali istituiti in ogni sezione in cui è suddiviso il Comune, al fine di consentire la partecipazione dei cittadini alle operazioni di voto - appositi Uffici, che si debbono costituire, peraltro obbligatoriamente, per far fronte a particolari esigenze dovute alle precarie condizioni di salute degli elettori, ossia di coloro che sono affetti da gravi infermità tali da non consentire loro di abbandonare il proprio domicilio o la casa di cura in cui sono ricoverati. In questa breve nota tratteremo degli Uffici distaccati di sezione per il voto a domicilio e degli Uffici distaccati nei luoghi di cura con meno di 100 posti letto.
Scardinando il sistema di ripristino dello "status quo ante", fondato sulla presunzione che è interesse del minore trasferito o trattenuto oltre frontiera illegittimamente fare pronto ritorno nel luogo di residenza abituale antecedente all'illecito, questo filone giurisprudenziale ritiene di abbandonare ogni automatismo, al fine di consentire al giudice del caso concreto di ricercare la soluzione che più risponde al "best interest of the child". La nota a sentenza tenta di analizzare le conseguenze pratiche e l'impatto che questo orientamento implica nella tutela dei diritti del minore vittima di sottrazione internazionale.