Si suggerisce pertanto di abbandonare la ricostruzione proposta da Mommsen in base a Bas. 20.3.1 e Paul 5 quaest. D.19.5.5.1, e di leggere, secondo cod. Vaticanus n. 1406 "ut interest" al posto delle inconcludenti parole "ut res" presenti in F. Il senso del brano sarà così chiaro: non determinando la consegna di cosa altrui il perfezionamento del contratto, non si potrà agire per l'adempimento, ma unicamente per la restituzione "quasi re non secuta". Quanto all'origine del guasto di F. si ipotizza un errore di trascrizione. La lettura proposta pone nuovi interessanti interrogativi, dovendosi in particolare meglio chiarire se trattasi, per così dire, di "estensione" (quasi) di "condictio re non secuta", o se piuttosto di applicazione di "condictio incerti", sulla cui ammissibilità si avanzano però riserve.
Abbandonare quei luoghi, abitare le soglie
La prima è quella dell'arroccamento, che comporta di abbandonare la modernità al suo destino di perdizione. La seconda possibilità è quella di incamminarsi nelle vie del profetismo per aprire le vie del domani. La terza possibilità è quella di agire per la costruzione di una diversa modernità che non consista né nel recupero del mondo passato né nella pretesa di costruzione di unotopico nuovo mondo. E' questa ultima via che sembra realmente percorribile. Punto di partenza: la professione di umiltà per cui non si deve "dare adito all'illusione che la teologia abbia una risposta per ogni cosa" (Card. Ratzinger, dialogo del 19 gennaio 2004 con Jurgen Habermas). Punto due: bisogna mettere in conto la condizione attuale di "meticciato della cultura" (Card. Angelo Scola). Risposta / proposta: c'è la possibilità ancora di aprirsi davvero a nuove prospettive: "in primis" occorre passare dal linguaggio singolare a quello plurale, in cui l'io si riallaccia al tu. E riformulando in tal senso il linguaggio dei diritti dell'uomo, potrebbe riconquistarsi l'autentica struttura relazionale del diritto.
A questo fine, bisogna abbandonare la demagogia, come atteggiamento che porta a enfatizzare l'individualismo del singolo sprezzante di fronte alla società, e occorre che politica e cultura si impegnino a riorientare, secondo le diverse visioni del mondo che si accolgano, i sentimenti dell'opinione pubblica verso la passione politica e la responsabilità collettiva.
I problemi del nostro Paese sono stati provocati dalla scelta di abbandonare il modello di Europa democratica e sociale prefigurato nel secondo dopoguerra e di aderire a quello liberista delineato dal Trattato di Maastricht. L'irrompere della crisi economico-finanziaria ed i suoi effetti impongono la necessità di una riflessione critica diretta a disvelare le contraddizioni strutturali di un modello di politica economica diretto a perseguire prioritariamente la stabilità dei prezzi e della moneta. L'UEM [Unione economica e monetaria], infatti, impedisce lo svolgimento di politiche diverse da quelle monetariste e pare costituire, pertanto, l'ostacolo maggiore per superare l'attuale crisi politica, economica e sociale. Il varco per uscire dai vincoli antisociali predisposti dai Trattati europei può essere individuato nella riattualizzazione dei principi e delle norme della Costituzione e, in specie, di quelle concernenti i Rapporti economici, che prevedono l'esercizio da parte degli organi rappresentativi delle funzioni di programmazione economica orientata a fini sociali. Nell'ambito di queste funzioni rientra quella di indirizzo e coordinamento delle attività finanziarie dei soggetti pubblici e privati. Occorre ripensare l'Europa dalle fondamenta, discostandola dalle tavole della "costituzione" monetaria.
Tuttavia, vanno messe in luce alcune peculiarità, che denotano la ferma volontà di non abbandonare del tutto leccezione francese; peculiarità che comunque non valgono, come si vedrà, a escludere pienamente la natura concreta del controllo esercitato dal "Conseil". L'ordinamento francese sembra infatti avere oramai valicato quel confine che lo separava dagli altri ordinamenti europei, con lapertura ad un controllo successivo sull'applicazione della legge, seppur caratterizzato da alcune specificità e dalla concretezza ancora "acerba".