Ora, dato che le condizioni topografiche non fossero state nuovamente riscontrate tali da far abbandonare in modo assoluto l'idea della linea da Forlì a Pontassieve, io ne sarei stato lietissimo; inquantochè da Ravenna alla Toscana per Pontassieve si sarebbe potuto ottenere un ravvicinamento di 8 chilometri all'incirca confrontando la linea di Forlì con quella di Faenza, e di 23 chilometri confrontandola colla linea d'Imola. Disgraziatamente, come dissi, ambedue le Commissioni tecniche hanno messo fuori di esame la linea forlivese, e così la tenzone fu ristretta fra l'imolese e la faentina.
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Noi di Firenze, quando studiavamo di portare l'acqua della Sieve a Firenze, se ne dovette abbandonare il pensiero, dacché tutti, unanimi, gli ingegneri nostri, ci dissero che il condotto si sarebbe dovuto portare tutto in galleria, che allo scoperto si sarebbe sgranato, non avrebbe tenuto. Ed io non so quando andrete ad aprire delle trincee, quando andrete a stabilirvi il piano stradale, se non vi troverete per disperazione costretti alla medesima necessita di fare anche lungo la linea del Pontassieve la galleria che ora vorreste evitata a Pratolino.
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Tuttavia io adempio al mio dovere esponendo quali sono le ragioni per le quali io non posso abbandonare la mia opinione. La questione qui si presenta doppia e si può formulare in quattro parole: Imola o Faenza? Pontassieve o Firenze? I due capi di arrivo e di partenza, o, se volete, di partenza e di arrivo.
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Diventato per un momento ministro dei lavori pubblici, dovetti abbandonare quella prima opinione ed accettare quella che era il risultato degli studi di una Commissione nominata dal mio predecessore. Gli è perciò che sono stato segno agli strali cortesi, ma abbastanza severi, dell'onorevole Codronchi.
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Accademia della crusca
