Gentile tacque, un poco riflettendo sulle parole del veneziano, un poco abbandonandosi, come gli capitava spesso dall'inizio di quel viaggio orientale, a un dolce assopimento del corpo e della mente. Profumo di stoppie e terra, frutta, bestiame, eucalipto, legno bruciato, arrosti, incensi, si mescolavano nell'aria azzurro cupo della sera. Il sole era ormai scomparso, senza drammatici barbagli, nell'orizzonte fosco, e grossi e veloci pipistrelli, come colpi di ciglia, gettavano ombre nel cielo oltre gli archi del porticato. — Se non ti è cosa importuna, mastro Gentile, — disse il mercante con voce quieta, — e se non tocca cose segrete, raccontami come è nata quest'impresa... — Lo faccio con piacere, Jacopo, — disse Gentile. — E sono certo che, se nel racconto indugerò un poco su cose o immagini o parole veneziane, non ti sarà del tutto sgradito.
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